Come si risparmia sulla mensa. A fronte di 20.000 euro, il Comune di Catania ne risparmia cento mila ogni anno.
Data: Sabato, 22 gennaio 2011 ore 16:10:32 CET
Argomento: Redazione


La mensa scolastica è un servizio obbligatorio per  garantire il tempo pieno e prolungato,  e tale servizio risulta di  maggiore qualità se il cibo viene preparato nella cucina della scuola , come avviene all’Istituto Parini , dove , su pressante richiesta dei genitori  la gestione refezione scolastica risulta a totale carico delle famiglie.
 In occasione di un incontro con la VII Commissione consiliare  il preside Giuseppe Adernò e la delegazione dei genitori del Consiglio d’Istituto  hanno richiesto un contributo integrativo al servizio  di refezione  che per legge è  a carico del  Comune , ma  se i ragazzi del Parini non ne fruiscono  fanno risparmiare al Comune circa 13.000 euro al mese e nell’anno circa centoventimila euro. 
Chiedere, quindi,  un contributo di 20.000 euro  per il servizio mensa apporta ugualmente al Comune il risparmio di centomila euro ogni anno, soldi che potrebbero essere  reinvestiti ed utilizzati per migliorare il servizio scolastico..
Anche a Roma il Comune concede il contributo integrativo alle scuole che gestiscono il servizio di refezione con il contributo dei genitori.
    In una Città che deve necessariamente  controllare la spesa pubblica, dopo i tanti sprechi delle amministrazioni precedenti,  ed i “buchi di bilancio”  che sono  diventati “voragini”, questa proposta ha la caratteristica del buon senso e della saggia economia.  Speriamo che gli amministratori se ne rendano conto, afferma il preside Giuseppe Adernò, che da tempo si batte per un servizio scolastico di qualità come quello prestato in tante scuole del Nord.
Il lodevole gesto di solidarietà compiuto dall’avv. Nunzio Santi Di Paola, console onorario della Lettonia, il quale, in occasione della visita a scuola dell’Ambasciatore  della Lettonia  in Italia, Astra Kurme, ha   avviato la lodevole iniziativa “Adotta un bambino alla mensa” per venire incontro alle necessità delle famiglie degli alunni che frequentano il tempo pieno e non possono affrontare il carico del costo pasto giornaliero (circa 150 euro ogni due mesi),   costituisce un segnale positivo e   si auspica che altri enti, associazioni o generosi cittadini, possano seguire tale esempio, in attesa che l’Amministrazione comunale decida per il miglior bene dei suoi cittadini.

Giad
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