Francia, 17enne oppresso dai coetanei si dà fuoco davanti alla scuola
Data: Giovedì, 20 gennaio 2011 ore 11:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Maxence è un ragazzo vivace e sensibile, a detta dei compagni di scuola e dei professori che ora sono sotto shock e piangono davanti alla scuola media-liceo Saint-Joseph-les-Maristes, un istituto privato nel centro di Marsiglia. Il ragazzo è nel reparto grandi ustionati dell'ospedale in cui è stato trasportato ieri sera dopo essersi cosparso di benzina ed appiccato il fuoco nei bagni di scuola. Una scena terribile, alla quale alcuni coetanei hanno assistito, perché Maxence - ridotto una torcia umana - ha provato a scendere dal secondo piano fino al cortile, accasciandosi prima di riuscirci.
Un bidello gli ha buttato una coperta addosso spegnendo piano piano le fiamme ma le terribili ustioni avevano già devastato il 70% del corpo del ragazzo, tuttora in condizioni gravissime e prognosi riservata. Nonostante le grida e il panico, qualcuno è riuscito ad udire le ultime parole di Maxence con il corpo in fiamme: "j'en ai marre", "non ne posso più". Qualcosa, in lui, si era spezzato. Da un anno, dicono gli inquirenti, Maxence era "alla deriva", non sapeva più a che santo votarsi. I piccoli delinquenti del quartiere lo avevano preso di mira, gli chiedevano soldi, lo tormentavano con il racket e - quando lui non pagava - erano guai. L'ultimo, in ordine di tempo, il furto del motorino. A scuola, dove era al penultimo anno del liceo tecnico, le cose andavano sempre peggio, brutti voti, scarsa concentrazione, poca applicazione. A casa, nemmeno a parlarne: i genitori stavano divorziando e il padre, per di più, era sul punto di traslocare ad Aix-en-Provence. Maxence, quindi, avrebbe dovuto lasciare la sua scuola fra qualche giorno, tanto che aveva chiesto alla direttrice il documento necessario per cambiare istituto. Aveva una ragazza, che però da qualche tempo lo aveva lasciato. Insomma, tutto gli stava crollando addosso e lui non ce l'ha fatta più: "Maxence -assicura il preside della scuola - era un ragazzo ben inserito, da tre anni era da noi. Non è mai stato sospeso, né ha avuto provvedimenti disciplinari". Insomma, come i suoi compagni e gli insegnanti, nemmeno lui si spiega come il ragazzo sia arrivato a tanto. Davanti alla scuola, c'è ancora un furgone con una cellula di assistenza psicologica per confortare i ragazzi, che non riescono a dimenticare quella scena e continuano a fare ipotesi e passeggiare su e giù davanti all'istituto. Maxence "è un ragazzo educato, gentile, cortese, non fra i più esuberanti - dice un'insegnante che lo conosceva da tempo - doveva lasciare la scuola fra qualche giorno e non credo che fosse contento". Ma forse la "spiegazione unica", che il procuratore di Marsiglia, Jacques Dallest, afferma di voler cercare, non esiste. Per Maxence, i problemi erano diventati troppi. (da http://www.unionesarda.it/)

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