«Cara Gelmini, ora voglio un risarcimento»
Data: Lunedì, 17 gennaio 2011 ore 13:24:25 CET Argomento: Rassegna stampa
“Abolire le
lauree inutili in Scienze della Comunicazione? Allora pretendo un
risarcimento”. È la richiesta di una laureata in Comunicazione e
Pubblicità, Simona Melani, che ha appreso dal ministro Mariastella
Gelmini, ospite a Ballarò martedì scorso, che il corso che ha seguito
“è inutile”.
L’ironica lettera aperta che la venticinquenne indirizza al ministro
dell’Istruzione è stata pubblicata su Facebook e non ha impiegato molto
a diventare un link virale e ad ottenere molti “mi piace”. “Abolire le
lauree inutili in Scienze della Comunicazione” aveva dichiarato la
Gelmini durante la trasmissione condotta da Giovanni Floris. Per una
come Simona, che durante l’università lavorava di giorno e studiava di
notte, che ha trovato “sempre ottimi lavori, senza raccomandazione e
nei quali ho messo a frutto i miei studi”, la battuta della Gelmini è
stata proprio indigesta. “E allora come mai permettete il proliferare
di università private che chiedono 30.000 euro per un master in
comunicazione? – domanda Simona – O è truffa o è circonvenzione
d’incapace. In entrambi i casi, un reato”.Se quindi si tratta di un
“reato”, qualcuno deve alcune spiegazioni alle centinaia di migliaia di
giovani laureati.
Anzi, più che una spiegazione, forse sarebbe necessario un
risarcimento. “Ho frequentato l’università pubblica, il mio corso di
laurea è stato autorizzato dal ministero da lei presieduto. Quindi io
sono stata truffata dallo Stato”, scrive la laureata siciliana.
Simona fa un rapido bilancio dei costi e dei disagi che ha dovuto
sostenere come fuori-sede, laureata in un corso “inutile”: “Ho fatto un
breve calcolo: 5 anni di tasse, di affitto di libri, di abbonamento ai
trasporti, bollette e spese varie fanno circa 10.000 euro. Se a questo
ci aggiungiamo il danno biologico – studiando la notte e lavorando di
giorno, il mio fisico ne ha risentito – e i danni morali e materiali
arriviamo a 20 mila euro”, che, secondo Simona, dovrebbe ottenere
dall’Università di Palermo (dove si è laureata) e dal Ministero di
Viale Trastevere.
In cambio è disposta a farsi annullare la laurea e si impegna “a
reinvestire i soldi del risarcimento in una bella laurea in
Giurisprudenza. E in un biglietto A/R per Reggio Calabria. Sa com’è…
per l’abilitazione”. Uno schiaffo (purtroppo solo) morale alla Gelmini,
rea di essere scesa da Brescia a Reggio di Calabria per ottenere “più
velocemente” (e più facilmente) l’abilitazione d’avvocato e ora, dopo
aver criticato la “facilità” con cui al Sud ci si può diplomare o
laureare, è divenuta paladina del merito
(da http://www.dirittodicritica.com/)
redazione@aetnanet.org
|
|