La riforma epocalmente storica della Gelmini fagocita il corso quadriennale dei licei artistici
Data: Giovedì, 13 gennaio 2011 ore 19:00:00 CET Argomento: Redazione
Il Corso
quadriennale ordinario del Liceo Artistico, grazie alla riforma
Gelmini, è in via di estinzione. E’ prevista la sua fine nell’a.s.
2012-2013. Fino all’a. s. 1995-96 questo corso - nato negli anni 60 -,
era in compagnia dell’istituto magistrale quadriennale.
Quest’ultimo (ideato da Gentile nel 1923) dopo decenni di
dibattito fu soppresso col Decreto Interministeriale 10 marzo 1997, che
tolse il valore abilitante della maturità magistrale. Il Liceo
Artistico a 4 anni rimase però in vigore come un “unicum”, quasi
un’anomalia dell’Istruzione in Italia che prevedeva per tutte le scuole
superiori 5 anni prima dell’esame di Stato. La C.M. 434/97 specificava
in seguito che tutte le sperimentazioni quinquennali già
esistenti potevano essere rinnovate sino all’istituzione del nuovo
corso di studi e/o introdotte nuove sperimentazioni di durata
quinquennale.
Così
in tutti i Licei Artistici fu messa in atto un’offerta
formativa con corsi ordina mentali e sperimentazioni tipo quella
“Michelangelo” a 5 anni. Ancora per tre anni si potrà conseguire
la Maturità artistica quadriennale e accedere alla Facoltà di
Architettura, all’Accademia delle Belle Arti e a vari Corsi di
perfezionamento. Oppure dopo l’Esami di Stato, è possibile
frequentare un “Quinto anno integrativo” - su 5 discipline
(Lingua e letteratura italiana, Matematica, Filosofia, Scienze,
Lingua straniera) - al termine del quale si può accedere al D.A.M.S.
(Discipline Arte, Musica e Spettacolo) e a tutte le Facoltà
universitarie. Dall’a.s. 2013-14 il glorioso liceo artistico
ordinamentale, tipicamente orientato e finalizzato al mondo dell’Arte
in forma pratica o teorica, per artisti o critici d’arte, cesserà,
grazie all’epocale riforma gelminiana. L’anno dopo si estinguerà
l’ultimo anno integrativo!
Confrontando
il piano di studi del 1° biennio dei licei artistici, voluti dalla
Gemini, rispetto al “decrepito” corso a 4 anni, tutte le
discipline non-ad-indirizzo aumentano almeno di un’ora .
Grazie
(!?), Ministra. E questo perché nel “vecchio” corso quadriennale
non è mai esistito il biennio, in quanto al suo posto c’è stato
per più di 40 anni soltanto un “monoennio” seguito
dal triennio. Dal prossimo anno scolastico la sinossi dei piani di
studio settimanali risulterà la seguente:
Vecchio
Ordinamento
|
Anno
Unico
|
Biennio
artistico nuovo
|
1°
anno
|
2°
anno
|
Lettere
|
3
ore
|
Italiano
|
4
ore
|
4
ore
|
|
|
GeoStoria
|
3
ore
|
3
ore
|
Matematica
e Fisica
|
4
ore
|
Matematica
e Informatica
|
3
ore
|
3
ore
|
|
|
Lingua
straniera
|
3
ore
|
3
ore
|
Scienze
naturali
|
3
ore
|
Scienze
naturali
|
2
ore
|
2
ore
|
Storia
dell’arte
|
2
ore
|
Storia
dell’arte
|
3
ore
|
3
ore
|
Figura
disegnata
|
10
ore
|
Discipline
grafichepittoriche
|
4
ore
|
4
ore
|
Ornato
disegnato
|
10
ore
|
Discipline
plastiche
|
3
ore
|
3
ore
|
Disegno
geometrico
|
4
ore
|
Discipline
geometriche
|
3
ore
|
3
ore
|
|
|
Laboratorio
artistico
|
3
ore
|
3
ore
|
Educazione
fisica
|
2
ora
|
Educazione
fisica
|
2
ore
|
2
ore
|
Religione
|
1
ora
|
Religione
|
1
ora
|
1
ora
|
|
|
|
|
|
TOTALE
|
39
ore
|
TOTALE
|
34
+
|
34
ore
|
I
docenti della A050 sentitamente ringraziano la Gelmini perché,
sommando le ore di Italiano e Storia del 1° biennio totalizzano 14
ore settimanali contro le 3 ore del monoennio. (Un bel “sonetto”
contro una obsoleta “terzina”!). Finalmente entra nel piano di
studi la lingua straniera assente ingiustificata per tanti anni. Lo
studio della storia dell’arte acquista più consistenza oraria con
4 unità in più, mentre Educazione fisica e Religione raddoppiano i
loro tempi. Purtroppo le tre materie specifiche ad indirizzo, per
riduzione oraria, segnano il passo nonostante il biennio e
perderanno (alla grande!) tante ore nel triennio gelminiano.
A
nome degli insegnanti di lettere voglio esprimere un sentito
ringraziamento alla Gelmini perché - grazie all’abolizione
del corso quadriennale - aumentano le cattedre della A050 da qui al
2013 in tutti quei Licei artistici italiani, dove ancora saranno
“agonizzanti” i gloriosi corsi quadriennali che avranno una degna
sepoltura tombale fra tre anni di vita… scolastica.
In
tutto questo c’è come la sindrome di Tremonti che toglie a uno per
dare ad un altro Il ministro è ligio ai numeri che devono
quadrare e alla stabilità della contabilità che diventa un valore
assoluto e unico. E noi restiamo alla guerra dei poveri, alla
sindrome della iena, della giungla e della savana.. Mors tua vita
mea. Il pagamento stipendiale degli scatti viene coperto dai
tagli delle cattedre, cioè da denaro che gronda lacrime “precarie”.
Come sarebbe bello - nell’utopia dello Stato moderno - dare più
soldi alla scuola prendendoli per esempio dalle spese militari e
dalle cosiddette missioni di pace nel mondo oppure dal recupero dei
capitali dell’evasione fiscale! In Italia non pagare le tasse
è un punto di merito, di orgoglio, un vanto, un atto di
superiorità. “Io me lo posso permettere, io so’ Io e voi
non siete un c…” come ci ricorda il Marchese del Grillo.
L’Arte
e la cultura stanno vivendo ormai “Gli ultimi gironi di Pompei”.
Leggo “Stilos” (n.1 gennaio 2011) e trovo un coro indignato e
dolente di accuse e recriminazioni:
·
Sveva
Casati Modigliani: “Pompei è la rappresentazione più evidente
dello sfacelo del nostro paese: le montagne che franano, i cumuli di
spazzatura, i tagli alla cultura”
·
Vincenzo
Consolo: “i nostri beni sono unici al mondo, sono le uniche
ricchezze, alle quali purtroppo neanche teniamo. Il nostro è un
paese senza memoria, senza cura, e il crollo è culturale, morale,
politico”.
·
Luca
Goldoni: “Pompei è una vacca storica, munta e spolpata in un patto
scellerato fra politica, sindacato, malavita e chettenefrega
individuale”.
·
Romano
Luperini: “ L’Italia ha un patrimonio artistico unico al mondo;
basterebbe da solo a produrre la ricchezza di una nazione. Noi non
siamo in grado di tutelarlo (…) Pompei crolla come crolla la nostra
università, come stanno morendo tutte le nostre istituzioni”.
·
Salvatore
Niffoi: “ Se ci tolgono anche la cultura, se ci viene meno la
fruizione del nostro patrimonio artistico, cosa ci rimane?”.
Sant’Alberto
Magno ci avverte che la verità provoca scandalo, ma è meglio fare
scoppiare uno scandalo che abbandonare la Verità, che è la nostra
vera Patria. Occorre avere uno scatto di dignità e gridare con
Picasso che “el arte es la mentida que nos permite comprender la
Verdad”.
Giovanni Sicali
giovanni.sicali@gmail.com
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