
La Lega: basta prof del Sud graduatorie su base regionale. Pronto il disegno di legge: nel meridione
Data: Domenica, 09 gennaio 2011 ore 11:00:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Gli insegnanti
verranno reclutati solo su base regionale, da albi regionali.
«Perché siamo stufi di vedere arrivare qui docenti che hanno fatto i
concorsi al Sud dove sono di manica ben più larga, dove c´è il business
dei titoli. Basta, vogliamo che sia premiato il merito e finisca il
valzer dei professori».
Albi regionali, questo prevede il
disegno di legge presentato dal senatore leghista friulano Mario
Pittoni per la prima volta due anni fa e che ora, corretto e integrato,
è stato valutato e considerato «molto serio» dal ministero alla
Pubblica istruzione. Avrebbe ricevuto commenti positivi dai
sindacati (tranne Cgil) e persino da alcuni esponenti dell´opposizione.
Tanto che la sua approvazione sarebbe
ora in pole position, con la benedizione del ministro Gelmini che ieri,
parlando di riforma della scuola, ha insistito sul fatto che «mettere
privati, imprese e fondazioni bancarie nei cda dell´università pubblica
non è uno scandalo ma un beneficio per tutti».
Ma torniamo al ddl scuola: prevede che possano concorrere alla
docenza solo gli iscritti ad appositi albi regionali. Per assegnare il
punteggio di base ai candidati non si farebbe dunque più riferimento,
se non in misura ridotta, alla valutazione acquisita sul proprio
territorio. Gli aspiranti insegnanti dovranno infatti scegliere una e
una sola regione nella quale eleggere il proprio domicilio
professionale - che può essere diverso dalla residenza - e sottoporsi a
un test di preparazione, attraverso il quale si verificherà
l´attitudine all´insegnamento e l´effettivo livello di preparazione
nelle singole materie.
«L´Albo regionale non significa che ci saranno solo professori veneti
in veneto, ma che gli insegnanti decidono di candidarsi per una
regione, e stabiliscono li il loro domicilio professionale, magari
mille chilometri lontano da dove sono nati e vivono. Docenti che una
volta vinto il concorso dovranno impegnarsi a restare per 5 anni nella
stessa scuola e altri due in regione prima di chiedere il
trasferimento». Così specifica il senatore friuliano Pittoni che
aggiunge: «L´obiettivo è risolvere il problema di quei 72 mila docenti
che cambiano sede ogni anno lasciando sguarniti gli istituti del Nord
ma soprattutto di evitare che candidati valutati con "manica larga" in
altre realtà possano scavalcare chi effettivamente merita». E il
senatore leghista non ha dubbi su dove si trovino le regioni dove le
valutazioni sono immeritate: «Molti dal Nord spostano la residenza al
Sud, fanno gli esami e poi tornano su con voti ben più alti dei loro
colleghi magari più bravi rimasti al loro posto. È una cosa notoria,
non è razzismo, è solo questione di cultura: culture diverse, diverso
modo di valutare».
Quello che immagina Pittoni è l´avvio di «un percorso virtuoso che può
mettere fuori gioco il business dei titoli, pessima realtà in alcune
regioni, e la pantomima delle supervalutazioni che per decenni ha
relegato in fondo alle graduatorie diplomati e laureati di Regioni come
la nostra».
(Di Caterina Pasolini da la Repubblica)
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