Carmina non dant panem, ma lo scatto fa scattare, scattare !
Data: Domenica, 09 gennaio 2011 ore 06:00:00 CET Argomento: Redazione
Dicono che i
docenti siamo bravi solo con le parole e le chiacchiere. La
scuola statale, per la classe-casta politica , non è una azienda
produttiva. Semmai è un ammortizzatore sociale, cioè un pozzo senza
fondo che divora fondi pubblici e da cui non si ricava alcuna utilità.
“Ad quid perditio haec?” – “Perché questo spreco?” (Mt.26,8).
1. “Ringrazia il Signore, mi raccomandava
mia madre, c’è chi sta peggio…”. Quando ormai Lei era diventata
completamente cieca ed inoperabile, io le avviai la pratica per
ottenere la pensione dei non vedenti. Mi disse che era inutile: aveva
la pensione sociale, pochi anni di vita, e non sperava di
ottenerla. Siccome era un suo diritto, ebbe una cospicua pensione
ed anche l’accompagnatore pagato per gli ultimi sei anni della
sua vita.
2. Mi piace che ultimamente definiscono
quelli che operano nel mondo della scuola “lavoratori della
conoscenza”. Siamo lavoratori e non vogliamo vivere, da
parassiti, alle spalle di nessuno; produciamo conoscenze e competenze
ed è per questo che pretendiamo il rispetto dei nostri diritti e la
giusta retribuzione. Ad Acireale, sul frontone della biblioteca e
pinacoteca Zelantea, campeggia una scritta latina, come monito per chi
entra in quel santuario culturale delle Lettere & Arti: “SIC
INGREDERE UT TE IPSO QUOTIDIE DOCTIOR .
SIC EGREDERE UT IN DIES PATRIAE
EVADAS UTILIOR”. Non è facile tradurre in italiano questo monito
beneaugurante ed è ancora più difficile che chi frequenta i libri
e le arti sia considerato oggi “più utile” per la Patria. Ricordo al
traduttore che “ingrèdere ed egrèdere” non sono infiniti, ma imperativi
da verbi deponenti. In un mio post del 27 novembre 2010, scrivevo che
gli insegnanti non meritiamo aumenti stipendiali perché
(secondo la linea gelminiana-tremontiana) non produciamo, siamo
considerati cioè una voce passiva nel bilancio finanziario. In realtà
noi siamo come i verbi deponenti: apparentemente e
formalmente passivi, lavoriamo per il futuro dell’Italia, con buona
pace di chi ci considera “fannulloni”. Questi purtroppo prosperano come
la gramigna in tutti i campi della società.
3. In quel precedente mio post non
davo fiducia alle promesse verbali del governo e dei sindacati.
Docenti, dirigenti scolastici, personale amministrativo, bidelli
vengono colpiti dalla manovra 2010 su tre fronti: blocco del contratto
collettivo nazionale, congelamento degli scatti di anzianità, indennità
di buonuscita. Il congelamento della retribuzione e degli scatti di
anzianità si ripercuoteranno sulla pensione e sul Tfr. Come per
“Il Ritratto di Dorian Gray” i lavoratori della conoscenza
invecchieremo e lo stipendio resterà identico negli anni. Il salario
resta identico mentre il prezzo della vita è sempre più “salato”. Il
Ministero di via XX settembre, 97 a Roma, ha fatto un patto col
diavolo per mantenere la stabilità dei conti dello Stato. Stranamente i
il personale scolastico ha subito un taglio del 11% in media (con punte
del 15%). Tra inflazione, tasse e mancata restituzione del fiscal
drag, i lavoratori dipendenti italiani negli ultimi dieci anni
hanno perso in media oltre 5.000 euro. La stima è contenuta nel
rapporto “La crisi dei salari” fonte Ires-Cgil. A dicembre 2010
l'inflazione nel nostro Paese è balzata all'1,9% su base annua,
dall'1,7% da novembre. Si tratta del dato più alto dal dicembre 2008.
L'Istat nelle stime provvisorie sottolinea che su base mensile i prezzi
al consumo sono aumentati dello 0,4%. Per rispetto dell’insegnamento
materno non mi lamento. Non voglio neppure aumenti di stipendio.
Ma visto che i governi non hanno saputo gestire l’entrata in vigore
dell’€, che almeno diano una calmata ai i prezzi non potendoli bloccare
! L’ironia per fortuna si chiama vacanza contrattuale, cioè sette euro
mensili !
4. Ho letto (so farlo, e mi riesce bene)
l´informativa n. 181 del 29 dicembre 2010 inviata agli uffici
periferici del MEF. Aspettavo e aspetto il Decreto interministeriale
per gli “scatti” e invece repetita iuvant, quando non “stufant”. Il
dirigente Roberta Lotti fornisce il copia/incolla dell’’articolo 9,
comma 21 della Manovra di Tremonti. Quindi: “Scattare!”, voce del
verbo ubbidire: prendere o lasciare! La scuola ha aperto la strada per
i lavoratori di Pomigliano e Mirafiore. FIAT dunque non è solo
una sigla: è un congiuntivo esortativo con valore imperativo: Sia fatta
la tua volontà, sì, padrone!
5. Da vecchio Prof, deformato dalla
A050, apro un dizionario italiano. SCATTO: sostantivo dal verbo
scattare: (a) Movimento brusco e istantaneo di un corpo, di un congegno
trattenuto, sottoposto a tensione, che si libera, si distende: lo s. di
una molla; lo s. del grilletto; gli scatti uniformi
dell'orologio. (b) Scatto automatico. (c) Scatto nel rapporto
della bicicletta: - Hai voluto la bicicletta, pedala! (d) Moto brusco
dell'animo, reazione improvvisa, impulso: a quelle parole ebbe uno s.,
d'ira, di rabbia, di collera, di generosità, d'impazienza, d'invidia,
di riso, di pianto… (e) Segnale di scatto: nella macchina
fotografica, nel servizio telefonico. (f) Azione per cui un
atleta raggiunge in breve spazio una velocità molto elevata. (g) SCATTO
di ANZIANITA’, aumento della retribuzione, dovuto all'anzianità
raggiunta nel prestare il servizio; SCATTO di STIPENDIO, aumento
secondo una progressione regolata dal contratto di lavoro…
6. La Redazione online del
CORSERA del 4 gennaio 2011 scrive: «Ci attendono prove molto
impegnative. Occorre uno scatto, una mobilitazione. Bisogna soprattutto
tenere aperte le linee di comunicazione con le generazioni più giovani,
i cui problemi sono quelli del futuro dell'Italia». Lo ha detto
Napolitano, che ha scambiato alcune battute con i giornalisti, nel
corso della sua visita privata a Napoli. Occorre che ci diamo tutti una
mossa prima che sia troppo tardi, ognuno nello svolgimento del proprio
ruolo. Il rispetto delle regole non sembra una caratteristica di questo
governo. Con la circolare n. 181 del 29 dicembre 2010 si è preferito
così far finta di niente e lasciare le cose come stavano. Tra il
disinteresse generale. Per fortuna che la Rete (aetnanet) ci apre gli
occhi della conoscenza…
Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com
|
|