La Befana Gelmini porta nuovi tagli
Data: Sabato, 08 gennaio 2011 ore 16:30:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Il nuovo anno è appena iniziato e le università già devono fare i conti con i tagli dei finanziamenti dallo stato.
Il nuovo anno è appena iniziato e le università già devono fare i conti con i tagli dei finanziamenti dallo stato. Mentre tutta Italia era impegnata a stappare spumante e a mangiare panettoni, il Ministero della scuola, dell’Università e della Ricerca rendeva pubblico il dato del Fondo di Finanziamento Ordinario dell’anno 2010.
 Questo dato, che rappresenta il totale dei finanziamenti che le università riceveranno dallo stato, di solito reso pubblico entro l’aprile dell’anno corrente, quest’anno, come nel 2009, è arrivato in ritardo solamente di un anno. Mentre tutti gli atenei erano impegnati nella definizione dei bilanci preventivi per il 2011, cioè nel definire i preventivi di spesa per gli atenei, il ministero finalmente stanziava i fondi per l’anno oramai concluso.
 
Il FFO del 2010 è di circa 7,2 miliardi, appena 300 mila in meno dell’anno precedente. Pochi, si potrebbe obiettare. Peccato le università e la ricerca italiane siano tra le peggio finanziate in Europa e che se altri paesi arrivano a spendere l’1,3% del PIL il nostro paese spende appena l’0,9%. Quest’anno, inoltre, si aggiunge una novità: il famoso fondo per il merito del FFO, cioè quella quota di risorse assegnate alle università sulla base di criteri meritocratici, è aumentato dal 7 al 10% rispetto all’anno precedente.
 
Qualcuno potrebbe sostenere che è giusto valutare le università in base al merito. Peccato che questi criteri siano alquanto contestabili e frutto solo di calcoli sull’efficienza del sistema che ben poco hanno a che fare con la didattica e la ricerca. Il risultato della scuola del merito proposta dal Ministro Gelmini è un’università sempre meno finanziata dallo stato e che si basa sempre di più sulle tasse universitarie, che negli ultimi anni sono aumentate in molti atenei italiani: a Padova di 300 euro per la fascia massima, a Bari del 15% in ultima fascia, ecc. Le università continueranno a sperare in un nuovo anno migliore, nell’attesa che il Governo smetta di tagliare sull’istruzione e sul futuro dei giovan(da http://www.terranews.it)

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