Pedagogisti Mce bocciano 'merito' Miur: politica punitiva. Creerebbe competizione sregolata. Largo f
Data: Sabato, 08 gennaio 2011 ore 10:30:00 CET Argomento: Istituzioni
Non si
arrestano le polemiche a seguito della decisione del Miur di introdurre
in alcune province un modello di sperimentazione finalizzato a premiare
le scuole e i docenti più meritevoli: attraverso un documento di
analisi, la segreteria nazionale del 'Movimento
di cooperazione educativa' sostiene che sarebbe stato meglio
"non prestarsi a riduttive tecniche di classificazione (con metodi,
stando al documento in parola, assai discutibili) quasi a separare in modo manicheo buoni e
cattivi, nella ricerca di improbabili eccellenze dai contorni
incerti. Piuttosto valorizziamo,
sosteniamo con politiche scolastiche costruttive e non punitive, i
tanti, tantissimi insegnanti sufficientemente buoni che ogni giorno
'fanno scuola' e così fanno la scuola, nell'ordinaria fatica che
procede nonostante i Brunetta e le Gelmini di turno".
Secondo l'associazione professionale, collegata alla Federation
internationale de l'Ecole Moderne, il movimento delle scuole che si
rifà all'attivismo e alla pedagogia popolare, "chiunque abbia una
sufficiente cognizione dei fenomeni educativi sa che tra la prestazione
dell'insegnamento nella sua intrinseca qualità e il processo
dell'apprendimento non c'è una diretta e univoca correlazione; lo
stesso vale per il rapporto tra l'erogazione complessiva del servizio,
in termini di funzionalità e di efficacia, e la qualità degli esiti
formativi. Da questo punto di vista, ci sembra che i percorsi
sperimentali presentati nei due documenti Miur vadano nella direzione
opposta rispetto a questa consapevolezza metodologica, che è anche
orientamento per una corretta politica".
Dopo aver specificato di apprezzare comunque "quei percorsi, costruiti
nella condivisione, con gli insegnanti e il mondo della scuola e non
sulla testa degli insegnanti e della scuola, che permettono di far
crescere una cultura della valutazione", la segreteria del Mce ritiene che "parlare di 'merito' e di
'premio' in una temperie sociale e culturale come quella che da mille
segnali avvertiamo, con i venti di un neoindividualismo che spezza i
vincoli di solidarietà, significa innescare anche nelle scuole processi
di competizione sregolata".
Gli esperti di pedagogia sostengono dunque che "come per gli alunni,
anche per le scuole e i docenti, valutazione debba fare rima con
formazione: sulla formazione iniziale, come sulla formazione in
servizio degli insegnanti - continua il documento dell'associazione -
non si dice mai nulla, e anche i documenti ministeriali di cui parliamo
non ne fanno esplicito riferimento. Eppure, il mestiere di maestro si
basa su una necessità di aggiornamento e riflessione sull'educare che è
lo strumento principe per il miglioramento dell'azione educativa".
Il 'Movimento di cooperazione educativa' si ritiene, in definitiva,
d'accordo con valutazione ("parliamone, ma senza scorciatoie
semplificatrici, come quelle che intravvediamo nelle sperimentazioni
predisposte dal ministero"), ma ritiene allo stesso modo "che la
formazione in servizio" diventi "obbligatoria e riconosciuta, con gli
appositi dispositivi normativi e contrattuali, in quanto fattore
decisivo di sviluppo professionale e di qualità complessiva del
sistema". (TMNews)
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