La rivolta degli insegnanti: ''Promuoveremo gli stranieri''
Data: Venerdì, 07 gennaio 2011 ore 12:11:47 CET
Argomento: Rassegna stampa


La polemica contro il test per il permesso di soggiorno. "Hanno inventato l'esame di lingua ma poi non ci sono i fondi per finanziare i corsi serali per gli immigrati"
Tra poco cinquemila stranieri solo a Torino dovranno sostenere un esame d'italiano per ottenere il permesso di soggiorno. Si tratta di quello a lungo termine, che non deve insomma essere rinnovato ogni due anni. Ai requisiti già esistenti - aver avuto negli ultimi 5 anni un lavoro, un reddito minimo di circa 10mila euro lordi, una casa a norma (anche in affitto) - si aggiunge ora la prova d'italiano. Le uniche alternative sono il possesso della licenza media o dell'attestato "A2".
Non tutti però sono d'accordo. Gli insegnanti di quelle che un tempo erano conosciute come scuole serali e sono state chiamate a testare la conoscenza dell'italiano degli stranieri giudicano l'esame inutile. "Per istituire le commissioni - spiega Ennio Avanzi, docente del centro di formazione per adulti Gabelli e uno dei primi firmatari del documento-protesta - il ministero dell'Interno ha stanziato per Torino e Provincia circa 500mila euro. Una cifra che andrà a coprire gli esami del 2011. Ogni commissione sarà composta da due docenti e un dirigente scolastico. Non riteniamo però che quest'esame possa portare a una vera integrazione. È prevista una prova scritta molto difficile che rischia di negare il permesso di soggiorno alla maggior parte degli stranieri".

Entro 60 giorni - quindi per febbraio - la Prefettura indicherà agli stranieri che hanno presentato domanda la scuola dove sostenere l'esame. "La maggior parte degli immigrati - fa però notare Avanzi - svolge lavori attraverso i quali è difficile riuscire a migliorare la propria conoscenza della lingua italiana, in particolare di quella scritta. Penso alle badanti che per anni assistono una persona anziana, o agli stranieri che popolano i cantieri edili. Ecco che a noi, chiamati a dare un giudizio sulla loro conoscenza dell'italiano, restano due strade: non promuovere quasi nessuno o, come faremo, metterci una mano sulla coscienza e pensare che sono persone che ormai da anni vivono qui, hanno un lavoro e una famiglia. E una bocciatura potrebbe distruggere la loro vita".

La strada del "tutti promossi" mette in dubbio l'utilità di questo esame. Ecco che il comitato di docenti - ad aver sottoscritto il documento di protesta sono centinaia di cittadini e una ventina di associazioni - ha una controproposta: "Utilizzare i soldi destinati agli esami per attivare corsi d'italiano dedicati agli stranieri e avere così una vera integrazione". Oggi le otto scuole di formazione per adulti a Torino hanno classi composte addirittura al 98 per cento da stranieri: i corsi d'italiano però non bastano.

A raccogliere l'appello del comitato, la consigliera regionale della Federazione della sinistra, Eleonora Artesio. "Meglio potenziare - si legge nell'ordine del giorno che sarà votato a breve - i finanziamenti al ministero dell'Istruzione per aumentare l'offerta di corsi per adulti sia di lingue sia di studio". Per denunciare la situazione il comitato ha organizzato un'assemblea pubblica il prossimo 21 gennaio. Sullo sfondo resta il nuovo permesso di soggiorno - a punti e per cui si richiede anche una conoscenza della costituzione e della cultura italiana - che dovrebbe diventare realtà nei prossimi due anni. 
(di Erica Di Blasi da http://torino.repubblica.it/cronaca/)

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