Spunta la terza via della formazione professionale
Data: Martedì, 04 gennaio 2011 ore 13:00:00 CET Argomento: Istituzioni Scolastiche
Gli istituti
professionali statali daranno una mano alle regioni per rendere più
completa l'istruzione professionale. Così da consentire agli studenti
in possesso di qualifica professionale di continuare gli studi fino al
diploma e poi anche all'università. E in cambio le regioni pagheranno
gli stipendi dei docenti impegnati nelle attività integrative, fatta
eccezione per lo straordinario che rimarrà a carico delle scuole. È
questa una della pattuizioni stipulate il 16 dicembre scorso in
Conferenza unificata tra il ministro dell'istruzione, dell'università e
della ricerca, il ministro del lavoro e delle politiche sociali, le
regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, i comuni, le
province e le comunità montane.
L'intesa verte sulle linee guida per realizzare raccordi tra i percorsi
quinquennali degli istituti professionali e i percorsi di istruzione e
formazione professionale. Ora toccherà alle regioni stilare i singoli
accordi con le direzioni scolastiche regionali per i nuovi corsi
triennali.In tempo utile per consentire le iscrizioni al prossimo anno
scolastico previste entro il 12 febbraio prossimo(si vedano le
anticipazioni di ItaliaOggi di martedì scorso). Negli istituti
professionali sono iscritti circa 540 mila studenti, 140 mila al primo
anno che diventano poi quasi la metà al quinto anno, a segnare il dato
della dispersione scolastica.
Secondo l'intesa stato-regioni, che ha fissato anche le nuove
qualifiche, saranno a carico delle regioni le spettanze dei docenti
impegnati nell'anno integrativo e nelle commissioni per gli esami di
qualifica. Ma lo straordinario prestato nel corso normale sarà
finanziato con il fondo di istituto. E per fare fronte alle necessità,
nel calcolo delle risorse spettanti ad ogni scuola impegnata in
attività di raccordo, le classi con gli alunni che frequentano la
formazione professionale saranno conteggiate ai fini della somma
spettante per il fondo di istituto a carico dello stato. Ma a patto che
non si sforino i tetti di spesa previsti. Secondo quanto previsto
nell'accordo, gli istituti professionali potranno svolgere interventi
integrativi complementari in favore degli studenti che frequentano i
corsi di formazione professionale, a livello regionale, finalizzati al
conseguimento dei diplomi di qualifica. Gli interventi integrativi
serviranno ad arricchire il bagaglio culturale degli studenti, così fa
agevolare il prosieguo degli studi. Fermo restando che anche gli
istituti professionali potranno organizzare corsi per il conseguimento
delle qualifiche professionali. Sempre però secondo un'ottica di
sussidiarietà e in raccordo con le regioni.
Gli studenti che riterranno di proseguire gli studi, dopo il diploma di
qualifica, però, dovranno prima frequentare un corso annuale. Tale
corso sarà finalizzato ad accedere all'esame di stato. Vale a dire,
all'esame che una volta superato darà loro la possibilità di andare
all'università oppure in conservatorio, accademia o negli istituti
tecnici superiori. L'ammissione all'esame di stato avverrà secondo una
procedura in tutto simile a quella degli esami di stato delle scuole
normali. Per essere ammesso all'esame il candidato dovrà essere in
grado di vantare almeno la sufficienza in tutte le discipline. La
commissione provvederà ad attribuire il credito, nella misura massima
di 25 crediti. E l'istituzione formativa che avrà erogato il corso
provvederà a stilare un documento in cui saranno evidenziati i
contenuti della programmazione curriculare e ogni altro elemento utile
per lo scrutinio di ammissione e lo svolgimento degli esami. La prima
attuazione delle linee guida sarà realizzata nell'ambito di accordi
territoriali tra le singole regioni e i competenti uffici scolastici
regionali, che indicheranno le modalità di raccordo tra i risultati di
apprendimento dell'ordinamento dei percorsi di istruzione professionale
e quelli di istruzione e formazione professionale, con riferimento
anche all'utilizzazione delle risorse disponibili nel rispetto dei
vincoli di finanza pubblica. ( da ItaliaOggi di Carlo Forte )
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