In tribunale migliaia di ricorsi dei precari contro il collegato lavoro
Data: Martedì, 04 gennaio 2011 ore 08:15:39 CET Argomento: Rassegna stampa
Tra i vari diritti
rivendicati, anche il riconoscimento delle nomine in scadenza il 30
giugno fino al 31 agosto. Gli uffici sindacali hanno già cominciato a
raccogliere le firme per i ricorsi
Una valanga di ricorsi al giudice da parte dei precari della scuola per
non mandare in prescrizione diritti che si ritengono acquisiti e che il
cosiddetto collegato lavoro cancellerebbe a partire dal prossimo 23
gennaio. Interessati a questa vicenda 240 mila docenti iscritti nelle
graduatorie a esaurimento e 100mila non docenti iscritti nelle
graduatorie
provinciali.
Quali sono i diritti più frequenti che si vogliono tutelare?
Innanzitutto quelli di chi ha avuto un incarico annuale su un posto
vacante e che aspira a un posto fisso. Secondo: il riconoscimento degli
scatti biennali. Terzo: la ricostruzione di carriera. Infine il
riconoscimento delle nomine in scadenza il 30 giugno fino al 31 agosto.
Le organizzazioni sindacali della scuola e le varie associazioni di
precari sostengono questa rivendicazione e hanno messo a disposizione i
loro legali per patrocinare i ricorsi per lo più a titolo gratuito per
gli interessati.
Vengono al pettine dunque tutti i problemi di docenti che da anni
lavorano nella scuola e aspirano a un posto fisso e non si vedono
riconoscere un minimo di stabilità. Nel pubblico il posto dovrebbe
avvenire solo attraverso un concorso, ma da 10 anni non ne viene
bandito uno. Da qui l’estremo tentativo per recuperare la situazione.
Dice Pippo Frisone, sindacalista della Flc Cgil: “Tutti hanno qualcosa
da rivendicare. Il tempo stringe. Tutta colpa del collegato lavoro, la
nuova legge strozza-precari che riduce le tutele e abbatte i tempi
della prescrizione. E così chi lascia scadere la fatidica data del 23
Gennaio 2011 senza aver depositato almeno un’impugnativa non potrà
rivendicare più nulla”.
Gli uffici sindacali hanno già cominciato a raccogliere le firme per i
ricorsi: il tam tam di questa opportunità si allarga. “I tribunali –
continua Frisone – risulteranno così intasati di ricorsi perché nel
dubbio ognuno preferirà non tirarsi indietro, proprio perché in tempi
di magra e di scarse assunzioni, tentare conviene comunque. Il sistema
sembra oramai impazzito perché sono saltati tutti quei meccanismi che
in passato a fronte di assunzioni sistematiche e certe garantivano
comunque un minimo di equilibrio tra tutte le parti in causa”. E le
prospettive? Qualche giudice del lavoro ha già riconosciuto qualche
diritto di quelli oggi rivendicato, ma certo non c’è da farsi eccessive
illusioni, soprattutto di fronte ai problemi della finanza pubblica.
“Sta di fatto – dice Rita Frigerio, responsabile milanese della Cisl
scuola – che si va a dimostrare che mantenere il precariato non è
conveniente per nessuno. Soprattutto quando ci sono posti liberi che
solo i precari sono in grado di occupare” (da
http://www.ilfattoquotidiano.it)
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