Il mondo è pieno di libri e di spettatori. Mancano solamente i lettori.
Data: Venerdì, 31 dicembre 2010 ore 12:15:00 CET
Argomento: Redazione


La domanda dell’indagine è: “Preferite leggere un libro o guardare il film tratto da quel  libro?” E i ragazzi di un qualsiasi blog rispondono così:
·         Penso che leggere un libro sia molto più interessante. Vedendo solo il film non solleciteremmo la nostra creatività.
Ci sono dei film tratti da libri che sono delle ottime pellicole.
·         Molto spesso i film non sono uguali ai libri dai quali vengono tratti. e poi un libro ti accompagna per due o più giorni, tu diventi un personaggio o proprio il protagonista del libro.
·         Non escludo che ci siano dei film strepitosi che sappiano regalare altrettante emozioni. Però un libro.
·         Per guardare un film impieghi da una a tre ore. Per leggere un libro impieghi molto più tempo. E' molto più formativo ed appagante la lettura di un libro che il libro in versione film.
·         Dipende dal tipo di film e dipende dal tipo di libro…
·         Il libro è 10000 volte meglio! C'è  da dire che quando un film viene tratto da un libro il modo in cui viene diretto il film varia dalla libera interpretazione che il regista ha avuto del libro.
La domanda dovrebbe essere: Cosa significa “leggere”? Il greco ci aiuta a rispondere e ci suggerisce leghein=discorrere, da cui logos, dialogos=dialogo.
Mio padre, mio maestro, non sapeva scrivere. Per scrivere infatti occorre imparare a trasformare il pensiero e l’oralità in segni coerenti e pieni di senso per gli occhi. Altri successivamente potranno riportare la grafia al parlato e all’ascolto. Mio padre nei suoi 90 anni di vita non si sedette mai un giorno su un banco di scuola. Però sapeva leggere. Per farlo occorre solo aprire gli “occhi” e guardarsi attorno, leggere cioè il libro da cui Goldoni traeva spunti per il suo teatro: il Mondo.
Se io vedo un film tratto da un libro, lo sto leggendo attraverso gli occhi del lettore=regista. Mentre se entro nelle parole di un libro, sono io l’artefice della costruzione fantastica che le righe mi suggeriscono. I film si leggono, allo stesso modo come è importantissimo saper leggere i segni e le immagini.
Quando stiliamo le linee di programmazione di un insegnamento partiamo dalla necessità di puntare all’abilità della lettura:
·         leggere testi di vario genere, comprendere globalmente, riconoscere la struttura e gli elementi caratterizzanti di un testo;
·         formulare commenti motivati e coerenti ai testi letti; acquisire i criteri di lettura delle immagini e il loro significato estetico e storico-culturale;
·         interpretare i messaggi visivi osservandoli in modo da affinare le capacità percettive e di osservazione;
·         comprendere le diverse funzioni del messaggio visivo,  e di quello verbale e non verbale;  analizzare e scomporre  un contenuto (scritto-grafico-visivo) nelle sue parti costitutive ed essenziali  da quelle marginali e secondarie, cogliendone le analogie e le differenze e individuandone le connessioni tra parti diverse …
Le immagini in movimento esistono dal secolo XIX: il 28 dicembre 1895 per la prima volta ci fu un pubblico pagante al Cinema. E noi, esecutori della riforma “epocale” gelminiana, non abbiamo capito che a fianco della storia della letteratura mondiale occorre collocare la storia della cinematografia.  A stento è previsto “cinematografare” (secondo la Gelmini): nei nuovi licei artistici ad indirizzo scenografico, nei licei linguistici, e negli istituti professionali ad indirizzo produzioni industriali e artigianali. Nel frattempo i ragazzi in età scolare sono i maggiori consumatori di cinema. Ma i film si devono saper leggere, non basta  guardarli soltanto con gli occhi, passivamente. Tanti film nascono da libri ma è vero anche il contrario: molti film permettono di aprire il libro, dimenticati, da cui sono stati tratti. La trilogia del “Signore degli anelli” di Tolkien è pubblicata nel 1954-55 ma acquista fama e popolarità  mondiale grazie all’arte del  Cinema, decima musa.  Il regista Martin Scorzese nel 1988 trasse “L’ultima tentazione di Cristo” da un romanzo edito nel 1951, e  subito messo nell’indice dei libri proibiti. Io l’ho comprato e divorato: bellissimo! Non ho però mai visto quel film che aveva suscitato tante polemiche.
Non è facile saper leggere un libro né un film. Non si impara a farlo neppure a scuola. Mio padre, il mio maestro, sapeva solo leggere e me lo insegnò. Quando io scrivo penso sempre a Lui. A tutti, auguri e buone letture!

Giovanni Sicali

giovannisicali@gmail.com







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