Elezione diretta del preside: una proposta per restituire pių autonomia alle scuole
Data: Giovedė, 30 dicembre 2010 ore 12:05:00 CET
Argomento: Redazione


La proposta è partita da un disegno di legge presentato al Parlamento dall'on. Giambrone dell'Italia dei Valori e cioè quella dell'elezione diretta del preside da parte del collegio dei docenti. Per quanto ci riguarda noi l'abbiamo riproposta ai colleghi nel tentativo di aprire un dibattito e saggiarne il polso, soprattutto dopo l'approvazione della Legge che sana la lunga e triste vicenda dei 416 presidi siciliani il cui concorso, bandito nel 2004, è stato annullato dal Cga per “vizi insanabili” e che forse non si concluderà mai a causa degli altri ricorsi che starebbero preparando i docenti esclusi per la presunta incostituzionalità della legge stessa.
Ma nasce anche il nostro appoggio alla proposta di legge di Giambrone, a conseguenza dell'emanazione dell'altra legge, il decreto cosiddetto Brunetta, con cui si danno poteri amplissimi ai dirigenti, compreso quello di sospendere dall'insegnamento fino a 10 giorni docenti particolarmente colpevoli, come quella collega che, avendo fatto con il foglio dell’ordine di servizio una barchetta e avendola lasciata sulla cattedra, è stata sospesa per ben tre giorni, senza stipendio e senza assegni, grazie alla solerzia del bidello che ha consegnato la scultura alla dirigente (pare sia una scuola del sud). E l'abbiamo fatta nostra nella considerazione pure che al prossimo concorso a dirigente, il cui bando, a detta della ministra Gelmini, dovrebbe partire entro quest'anno (ma sarà impossibile visti i tempi e gli affanni del Governo), vedrà oltre 120mila docenti candidarsi per soli 2.800 posti. Quanti milioni di Euro dovrà uscire il Miur per pagare gli esperti per il pre-esame, le correzioni degli scritti e la verifica degli orali? E quanti anni passeranno per stilare alla fine la graduatoria, che è sempre soggetta alla impugnativa, e per nominare i vincitori? Ma non solo, non si capisce il motivo per cui il Rettore dell'Università sia eletto dagli organismi interni, come pure i vari presidi delle varie facoltà senza che questo ponga problemi o vizi o disavanzi di sistema, e che la stessa cosa dunque non si possa adottare anche nelle scuole? Un fatto democratico e di piena libertà dei docenti che si attrezzano per vedere la propria rappresentanza governare l'Ateneo e così pure potrebbe verificarsi anche a scuola. Se poi si scende nel dettaglio e si fa il raffronto coi Comuni o le Province, al cui governo le cariche vanno per elezione del popolo, la proposta acquista una sua più marcata valenza, visto che  spesso molti Municipi sono retti da sindaci con scarsa cultura, non solo accademica ma anche normativa e legale. E allora perchè non consentire ai professori e al personale della scuola di eleggersi il proprio preside? Un “primus inter pares” che deve rispondere del suo operato direttamente ai colleghi e al personale, considerato pure che deve gestire una scuola con una media di 500/600 alunni e circa 150 tra docenti e Ata e con un budget molto limitato se si rapporta alle Università o ai Comuni.  Ma non sono solo queste le riflessioni che ci spingono a vedere bene la proposta. Dal 1999 a scuola è entrata l'autonomia didattica e amministrativa che restituisce ai collegi dei docenti tante possibilità nella gestione della didattica e delle scelte di governance. Ebbene con l'elezione diretta dei presidi questa legge, che ha mutato per molti aspetti la vita della scuola, avrebbe una più pregante possibilità di attuazione, entrerebbe con più forza legale fra le vecchie mura della istruzione nostrana, anche perchè, come ogni elezione, la nomina del preside sarebbe a tempo, tre/cinque anni, mentre la scelta del “primus” cadrebbe certamente sul collega che ha dato prova, sul campo, di maggiore affidabilità, coerenza, preparazione, sia in classe coi ragazzi, e sia fuori nei rapporti interpersonali con gli altri docenti e col personale nel suo insieme. Fra l'altro non si sarebbe costretti a sorbirsi a vita, come accade molto spesso, un dirigente magari analfabeta, neghittoso, autoritario (come quella della barchetta) e così via, per il solo fatto che è vincitore di un concorso talvolta pure dai dubbi esiti ma che lo rende inamovibile.
Un'ultima considerazione vogliamo fare. In Germania la carica è elettiva e pure in Inghilterra e per la sua funzione di preside ha una semplice indennità, mentre la metà del suo orario lo passa in classe a fare docenza. Una domanda allora sorge spontanea:  perchè all'estero le cose sono tutte più semplici e da noi no?

Pasquale Almirante
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