2010: Anno cruciale per scuola e università
Data: Giovedì, 30 dicembre 2010 ore 07:03:02 CET Argomento: Eventi
Il 2010 e' stato un
anno cruciale per l'istruzione italiana. A settembre, infatti, ha preso
il via la scuola dell'era Gelmini e poco prima di Natale e' diventato
legge il ddl che intende riformare l'universita'.
Un anno costellato
da manifestazioni di protesta, scontri, cortei e sit-in che hanno
contraddistinto l'iter parlamentare delle riforme.
SCUOLA.
Fra polemiche e assemblee e' iniziato l'anno scolastico per circa otto
milioni di studenti italiani. A sedere sui banchi di scuola per primi,
il 9 settembre 2010, sono stati gli alunni di Trento. Una settimana
prima il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, aveva convocato
una conferenza per presentare le novita' introdotte con l'anno
scolastico 2010-2011. Tra le piu' importanti, sicuramente per gli
studenti, il fatto di non poter superare i 50 giorni di assenza. Pena
la bocciatura. Era stato annunciato, entro il 2010, un nuovo concorso
per diventare presidi che prevedeva circa 3 mila (2.871) nuovi posti,
ma come spiegato da Antonino Titone, dirigente scolastico, della Flc
Cgil, ''e' tutto bloccato e l'anno prossimo ci saranno 2.300 presidenze
vacanti, ovvero 4.600 scuole che non avranno presidi a tempo pieno''.
La fine dell'estate e l'inizio dell'anno scolastico hanno visto in
piazza tantissimi precari, che da Nord a Sud hanno manifestato tutta la
loro disperazione con scioperi della fame e la Cobas ha indetto piu'
volte il blocco degli scrutini. Al centro delle proteste la politica di
tagli del personale per la scuola, che, tra riforma e manovra
finanziaria del Governo, secondo i sindacati, ''ha messo in ginocchio
gli istituti''. Cosi', se la riforma Gelmini prevedeva l'assunzione di
10 mila nuovi docenti (assunti, secondo i Cobas, su 30 mila posti
disponibili) e 5 mila unita' di personale Ata, come denunciato piu'
volte e ribadito da Anna Grazia Stammati, dell'esecutivo nazionale dei
Cobas, ''sono stati pochissimi i precari che sono riusciti a
conquistare delle supplenze annuali''. Un dato che peggiora
drasticamente al Sud Italia. ''Su questo fronte - ha spiegato - la
situazione e' geograficamente diversificata, il centro-sud e' stato
penalizzato in modo fortissimo, meno ne hanno risentito al Nord''.
Altro nodo cruciale, al centro di botta e risposta tra genitori e
insegnanti, politici e sindacati, e' stato il tempo pieno. Secondo il
Miur infatti, per quanto riguarda la scuola primaria sono aumentate le
classi a tempo pieno: da 36.493 a 37.275. Ma, ha sottolineato Stammati,
''e' un dato che non rispecchia la realta' perche' non sono stati
ripristinati i tempi pieni in uscita dalle classi terminali.
Per ogni quinta elementare, infatti, non e' stato ripristinato un tempo
pieno nello stesso corso. Questo e' un calcolo basato sulle nuove
classi che lo hanno inserito, ma non prende in considerazione le quinte
che sono uscite''.
Anche sul fronte dell'offerta formativa la scuola e' stata in qualche
modo ''stravolta''. Sono nati gli Its, una nuova filiera non
universitaria creata per formare le figure professionali piu' richieste
dal mondo del lavoro e sono stati istituiti due nuovi licei: il liceo
musicale e coreutico (i cui programmi sono stati scritti insieme a
direttori e docenti di Conservatorio) e il liceo delle scienze umane.
Da quest'anno, insomma, gli indirizzi sono stati sei. Il Governo, come
spiegato dalla Gelmini nell'illustrare la riforma, punta molto sugli
istituti tecnici e professionali. I nuovi tecnici si dividono in 2
settori (Economico e Tecnologico) e 11 indirizzi. I nuovi istituti
professionali si dividono in 2 settori (Servizi e Industria e
artigianato) e 6 indirizzi. Un cambio anche nel programma di studio con
una particolare attenzione rivolta al '900 in Storia, Letteratura e
Filosofia.
Innovazioni anche per il tecnico-scientifico: Liceo scientifico scienze
applicate (senza il latino), riordino dei Tecnici ed in particolare dei
settore tecnologico con un aumento delle iscrizioni rispetto all'anno
precedente dell'1,7%. I licei musicali hanno registrato 1.200 studenti
su 37 licei attivati; 5 licei coreutici. Tutte le sezioni attivate sono
al completo.
UNIVERSITA'.
Sul fronte universita', e' cronaca degli ultimi giorni il ddl Gelmini
che, non piu' tardi del 23 dicembre, ha ottenuto il via libera
dall'aula del Senato ed e' diventato legge.
Polemiche, proteste, e polemiche sulle proteste hanno contraddistinto
la fine del 2010. Al centro del contendere, tra le tante cose, le
risorse che non basterebbero a coprire il provvedimento. Ma, subito
dopo il via libera, il ministro Gelmini ha assicurato che i fondi per
rendere attuativo il ddl ci sono, soprattutto dopo il miliardo di euro
destinato all'universita' con la legge di stabilita'. Fondi, secondo il
ministro, ''sufficienti per la spesa corrente, gli scatti dei docenti e
le borse di studio''. Altro nodo i decreti attuativi ma anche qui la
Gelmini ha annunciato che i decreti saranno tutti approvati entro sei
mesi e che i primi giungeranno all'attenzione del Consiglio dei
ministri gia' a partire dalla prossima riunione. Insomma, dal
reclutamento ai contratti di ricerca, per arrivare alla stretta contro
la cosiddetta ''parentopoli'' all'interno dell'universita' (su proposta
dell'Idv), dopo mesi di polemiche, ricerca di fondi e proteste al di
fuori dei palazzi, il ddl Gelmini e' legge.
Il provvedimento non ha avuto vita facile e non solo per le polemiche e
le vivacissime proteste degli studenti, ricercatori, dottorandi che, in
ogni passaggio cruciale in aula, hanno fatto sentire tutto il loro
dissenso dalle piazze; ma anche per l'iter parlamentare e politico che
lo ha accompagnato. Doveva approdare in Senato in terza lettura il 9
dicembre, ma il voto di fiducia al Governo ne ha posticipato l'arrivo
di oltre dieci giorni.
Dieci giorni da sommare a un percorso durato due anni. Sono del 2008,
infatti, le linee guida del governo che hanno ispirato la riforma. Il
29 luglio scorso l'aula del Senato approva il testo che approda alla
Camera ad ottobre.
Le proteste accompagnano passo passo l'iter parlamentare e vengono rese
ancora piu' aspre dai tagli previsti nella finanziaria che condizionano
molti dei punti del provvedimento. Da quando il ddl arriva alla Camera
studenti, ricercatori e dottorandi non si sono risparmiati arrivando
anche ad occupare i monumenti simbolo di mezza Italia. Non solo. In
occasione del voto di fiducia al Governo (14 dicembre), mossi dal
dissenso contro la riforma, in migliaia hanno sfilato nel centro di
Roma in una giornata che ha sconvolto la Capitale paralizzandola. Tante
le polemiche sorte dopo gli scontri con la polizia. Polemiche che,
inevitabilmente, sono arrivate in aula del Senato (dove il ddl era
approdato il 20 dicembre), mosse da alcune proposte di politici della
maggiornaza come l'istituzione per i manifestanti di una sorta di daspo
(il divieto di accedere alle manifestazioni sportive) e di provvedere
ad arresti preventivi nei confronti di coloro che sono ritenuti
violenti. Infine, un ''incidente'' sempre in aula del Senato ha
rallentato l'approvazione del ddl. Il 21 dicembre sera, durante la
discussione, Rosi Mauro, nelle vesti di vicepresidente vicario della
Lega, ha dato per approvati erroneamente quattro emendamenti del Pd.
Alla fine la Giunta per il Regolamento ha deciso a maggioranza di far
rivotare gli emendamenti. Emendamenti numerosissimi sia alla Camera che
al Senato: a Montecitorio sono stati 400 mentre a Palazzo Madama 850.
Dai politici a chi poi con questa riforma dovra' fare i conti tutti i
giorni. Se da un lato alcuni rettori (non tutti, per protesta, in
occasione del voto alla Camera, quello di Firenze invito' i docenti a
sospendere le lezioni) insieme a Confindustria appoggiano il testo, per
sindacati, studenti e ricercatori si tratta di un ''massacro al sistema
universitario che non prevede risorse a sufficienza e non aiuta i
ricercatori nel loro percorso accademico''.(ASCA)
redazione@aetnanet.org
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