Né nelle piazze, né sopra i tetti; né col ferro, né col fuoco.
Data: Domenica, 26 dicembre 2010 ore 22:33:47 CET
Argomento: Redazione


Cari studenti,
 ritengo che la guerriglia del 15 dicembre, accesa - vostro malgrado?-  nelle piazze d’Italia per contrastare ed impedire l’approvazione definitiva della riforma Gelmini, sia stata strategicamente sbagliata, fuori misura, devastante, ed anche démodé sotto il profilo politico-ideologico. Un pericoloso, quanto inutile e grottesco, riciclaggio sessantottino!
  Comprendo la rabbia, il malessere, il disagio storico-esistenziale di chi, studente (e docente), si sente costretto a lavorare, senza un futuro, nella morsa quotidiana della precarietà e del declassamento sociale, ma non ritengo eticamente condivisibile che una comunità educante –qual è l’Università  - istituzionalmente deputata a difendere e ad insegnare i valori della cultura e l’esercizio rigoroso della civiltà del discorso, del dialogo, del  pluralismo e del confronto sereno e responsabile delle idee e delle “ diversità”, scelga, - per farsi ascoltare e per  rivendicare le proprie istanze e i propri diritti- , i luoghi vocianti della piazza, nonché le pratiche becere della  violenza..
 Se ogni valore non implica necessariamente la rivolta, ogni moto di rivolta” invoca tacitamente” un valore. Così, Camus ci ricorda che la rivolta esprime paradossalmente l’aspirazione ad un ordine. Nel nostro (vostro) caso, un valore era (è) la misura, il senso del limite, senza il quale non c’è cultura, ma arroganza e prepotenza .Incultura!
Voi, cari studenti, andando oltre misura, avete, paradossalmente, stravolto e calpestato -vostro malgrado ! - proprio quell’ordine che chiedevate e su cui riposa il valore della cultura che volete difendere.


 Nuccio Palumbo
 redazione@aetnanet.org






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