Gesù 'enfant terrible', Ravasi legge i vangeli apocrifi
Data: Sabato, 25 dicembre 2010 ore 09:27:48 CET
Argomento: Rassegna stampa


E' dedicato ai Vangeli apocrifi l'intervento del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della Cultura, sull'edizione natalizia dell''Osservatore romano', intitolato "un divino enfant terrible". Il biblista cita, in particolare, il cosiddetto Vangelo dell'infanzia di Tommaso, notando che lo scritto sia "sconcertante in quanto ci offre un ritratto di Gesù come quello di un enfant terribile, capriccioso, arrogante persino coi suoi genitori. Il catalogo di queste divine malefatte, che sono miracoli al contrario, è impressionante: una paralisi, due morti e una cecità!  
 Paralitico diventa il compagno che aveva aperto un canale di uscita nella pozza d'acqua che Gesù aveva costruito, come fanno i bambini nei loro giochi; muore un altro ragazzo che l'aveva spintonato, ma si spegne anche il maestro che aveva bacchettato sulla testa questo scolaro inquieto; ciechi si ritrovano i compagni o gli adulti che non stanno dalla sua parte e lo accusano". Ravasi nota: "E' pur vero che il piccolo Gesù sfodera poi i suoi poteri divini risuscitando e guarendo, e vivificando anche dodici uccellini da lui plasmati col fango, rendendo potabile l'acqua di un torrente, aggiustando un asse per il lavoro del padre falegname Giuseppe, rendendo impermeabile il manto di sua madre Maria per il trasporto dell'acqua, curando un morso di vipera del fratellastro Giacomo, moltiplicando il grano per i poveri, decifrando il segreto simbolismo della lettera greca alfa e così via elencando per un totale di ben tredici prodigi". "E' lecita a questo punto una domanda: qual è il significato ultimo di questa parata taumaturgica un po' istrionica e bizzarra?", si domanda il porporato. "Se cerchiamo notizie storicamente attendibili sulle origini di Gesù, la messe di dati che troviamo" nei Vangeli apocrifi "è forse modesta anche se non inesistente. Se, invece, desideriamo interpretare l'iconografia dell'arte e della fede cristiana dei secoli successivi, dobbiamo certamente tenere sul tavolo, accanto a Matteo e Luca, anche gli apocrifi che vanno sotto il nome di Giacomo, di Tommaso e dello Pseudo-Matteo", perché "le principali fonti 'natalizie' apocrife a cui per secoli hanno attinto non solo le arti, ma anche la devozione popolare, il folclore, i racconti per l'infanzia e persino la liturgia".    (Apcom)

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