Il sociologo De Masi: ''La parola-simbolo del 2010? Precariato''
Data: Venerdì, 24 dicembre 2010 ore 13:44:16 CET
Argomento: Opinioni


"Il 2010 è stato l'anno in cui tutto l'Occidente ha preso atto che comincia il declino dei Paesi ricchi e avanza il progresso dei Paesi ex poveri, come Cina, Brasile, India, Russia e Turchia". Domenico De Masi, sociologo, traccia per Affaritaliani.it un bilancio dell'anno che si chiude e una previsione per il 2011 in arrivo.

Professore, che anno è stato il 2010?
"Un anno in cui il nostro atteggiamento verso la crisi è cambiato: ne stiamo prendendo atto, c'è una sensazione generalizzata di recessione. Per qualcuno però la crisi c'è davvero, qualcun altro invece 'ci fa': chi ha lo stipendio fisso è in realtà avvantaggiato in questo periodo, ma si lamenta lo stesso. E poi il 2010 è l'anno che ci ha reso il Paese che alimenta vignette in tutto il mondo con le sue vicende politiche".
Sarah Scazzi e Yara Gambirasio sono stati i due casi di cronaca più eclatanti: lasceranno il segno?
"A lasciare il segno sarà più che altro il comportamento dei mass media, che si sono rivelati un elemento di dissuasione di massa. Si sono comportati in modo indegno, una vergogna. Di sicuro lasceranno un senso di disgusto".
Una parola-simbolo per questi dodici mesi?
"Precariato, soprattutto quello dei giovani. Un problema che ci accompagnerà anche per i prossimi dieci anni. Abbiamo capito che la disoccupazione non dipende solo dalla crisi economica, ma dall'influenza di altri fattori, come la globalizzazione e le nuove tecnologie, che modificano il mercato del lavoro".
E' stato l'anno delle proteste, dalla riforma della Gelmini ai rifiuti di Napoli.
"Per le proteste degli studenti a Roma, posso dire che le ho viste personalmente: c'erano 200 mila persone che manifestavano pacificamente. I violenti erano solo poche centinaia, 200 o 300 persone. Gli studenti sui tetti, così come gli immigrati sulla gru, sono la forma più pacifica e legittima di protesta, li ricorderemo".
E la guerriglia per la monnezza in Campania?
"Napoli è una città in decomposizione ed è la punta dell'iceberg di una situazione che riguarda tutta la Campania. Noi italiani, e il Sud soprattutto, abbiamo un deficit di capacità organizzativa".
Il clamoroso flop dell'Italia ai Mondiali potrebbe essere l'evento-simbolo di quest'anno?
"In realtà ai Mondiali c'è solo un vincitore, siamo in buona compagnia quindi. Non mi focalizzerei tanto sulla sconfitta dell'Italia, quanto sul fatto che alcuni Paesi asiatici e africani sono emersi più di quanto ci si immaginava".
A proposito di Paesi emergenti, nel 2010 il Brasile ha eletto la sua prima donna presidente. E' più "avanti" dell'Italia.
"Non solo sotto questo aspetto. Questo è solo uno dei principali indicatori del loro 'essere avanti'. La sensazione che si aveva vent'anni fa quando da San Paolo si arrivava a Roma, ora la si ha al contrario, andando da Roma a San Paolo. Ed è così quasi in qualunque Paese si vada. In Brasile ci sono 18 milioni di persone che hanno migliorato la loro posizione conomico-sociale, in Italia la condizione di 7 milioni di persone è peggiorata".
Chi è il personaggio dell'anno?
"Direi il segretario generale della Fiom Maurizio Landini, per come ha saputo resistere a Marchionne. Se fossi imprenditore, però, direi Marchionne stesso".
E un personaggio dell'anno in negativo?
"Berlusconi, ma non per gli scandali sessuali che l'hanno coinvolto, su cui non lo giudico, anche se gli consiglierei un po' di prudenza nel verificare presenza di telecamere e videocamere nascoste addosto alle persone che frequenta... Il problema è che il governno è fermo da dodici mesi".
Guardiamo al 2011. Che anno sarà?
"Dovremo abituarci a vivere con un po' di ricchezza in meno, cosa che non farà male all'Occidente".
I consumi non sono in ripresa?
"No, al contrario. Ma nei nostri Paesi si spreca tanto. Stringere la cinghia ci farà capire che si può fare bene anche con meno risorse. Magari impareremo a organizzarci meglio".
Personaggi da tenere d'occhio?
"Meglio che ognuno di noi tenga d'occhio se stesso, innanzitutto".
Il 2011 sarà anche l'anno dei matrimoni reali: quello in Inghilterra tra William e Kate e quello nel Principato di Monaco tra Alberto e Charlene. In Italia se ne parla già tanto: queste storie da favola interessano ancora?
"Fin quando interessano il Grande Fratello o piacciono Vespa e Pippo Baudo, piacciono anche ruderi come le famiglie regnanti".
E gli italiani credono ancora nel matrimonio?
"Gli italiani credono nella famiglia e la amano talmente tanto che in molti ne hanno 2 o 3 a testa".
Maria Carla Rota
(da http://www.affaritaliani.it/)







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-238602.html