La nuova legge ai raggi X
Data: Venerdì, 24 dicembre 2010 ore 08:08:17 CET Argomento: Rassegna stampa
Assunti soltanto per
un massimo di sei anni
I ricercatori non avranno più contratti a tempo indeterminato. Saranno
assunti soltanto con contratti a tempo determinato per una durata
massima di sei anni. Se al termine verranno assunti diventeranno
professori associati altrimenti dovranno lasciare l’insegnamento e
trovare un’occupazione diversa. Gli anni trascorsi come ricercatori
potranno rappresentare un titolo valido in caso di concorsi pubblici o
come esperienza da inserire in un curriculum. Chi protesta avverte che
la quantità di ricercatori da assumere a questo punto dipende non solo
dalla performance dei ricercatori ma anche dai soldi a disposizione
delle università che i tagli hanno drasticamente ridotto. E, poi, che
fine faranno i ricercatori a tempo indeterminato che sono stati assunti
prima della riforma? Si creerà una guerra tra poveri perché gli atenei
potrebbero preferire per motivi economici assegnare il posto da
associato a un precario, anziché a un ricercatore con più
anzianità. Borse di studio
Premio al merito a prescindere dal reddito
Le borse di studio saranno affiancate da una novità: il fondo per il
merito. Il fondo permetterà di premiare coloro che lo meriteranno ma a
prescindere dal reddito. Si dovrà superare un test nazionale che
servirà a verificare la reale capacità di comprensione della lingua
scritta, di ragionare e risolvere i problemi. Ogni anno saranno scelti
i migliori 1.000 studenti giunti alla fine delle superiori e offerte
loro generose borse di studio per andare a studiare nella università
migliori anche se lontane da casa, afferma il governo. Chi critica la
riforma sa che si tratta finora di una promessa priva di fondi. Per
stanziarli sarà necessario un provvedimento ad hoc oppure, come spera
il governo, anche un finanziamento da parte delle aziende,
probabilmente le stesse che saranno entrate a far parte del cda.
Inoltre, semrpe secondo i critici, sono stati tagliati gran parte dei
fondi delle borse di studio che invece vengono date a chi ha un
rendimento scolastico buono ma anche reddito basso.
concorsi
I prof. scelti da una lista di abilitazione
Anzichè sostenere un concorso i futuri nuovi docenti associati e
ordinari dovranno innanzitutto essere inseriti sulla base dei loro
titoli e pubblicazioni in una lista di abilitazione scientifica
nazionale. Sarà valida per quattro anni e realizzata da una commissione
composta da quattro professori scelti su sorteggio. La selezione vera e
propria avverrà in una seconda fase da parte delle singole università
che sceglieranno il candidato ideale all’interno dei nomi presenti in
lista. Chi protesta sostiene che in realtà le università potranno così
scegliere liberamente i docenti e non ci sarà alcun ordine basato sul
merito. L’abilitazione verrà concessa indiscriminatamente, senza limiti
numerici (non previsti dalla legge). Tutti i posti saranno assegnati
solo ed esclusivamente tramite chiamata diretta, e la commissione
delegata a fare ciò sarà composta da 4 membri del dipartimento che ha
richiesto il nuovo docente.
Consigli di amministrazione
Su 11 membri almeno tre saranno esterni
Cambiano i vertici delle università. Il Senato accademico avrà poteri
molto più limitati: avanzerà proposte di carattere scientifico, sarà
invece il consiglio di amministrazione ad avere piena responsabilità
per le assunzioni e delle spese. All’interno del cda ci saranno almeno
3 membri esterni su 11. Il presidente potrà essere un esterno. Il
governo intende in questo modo rendere più ricca l’offerta degli
atenei, gli studenti hanno reagito bocciando la riforma perché si
tratta di una privatizzazione. Infatti - dicono - il Senato accademico
(organo elettivo, dove siedono rappresentati di tutte le categorie che
operano all’interno dell’università) viene esautorato di gran parte dei
propri poteri e viene posto al di sotto del cda dove la rappresentanza
esterna può assumere un peso determinante. Il ddl prevede infatti
l’ingresso obbligatorio non semplicemente facoltativo di un numero
minimo di componenti esterni, in rappresentanza degli interessi privati.
Nei dipartimenti
Stop a chiamate dei parenti fino al quarto grado
Esiste un solo limite alle chiamate dirette di futuri docenti dalla
lista nazionale. Non potranno essere scelti parenti fino al quarto
grado, ovvero fino ai cugini, di chi lavora all’interno dello stesso
dipartimento di un ateneo. All’interno di una stessa università invece
non potranno essere assunti i parenti del rettore, del direttore
generale e dei componenti del cda. Chi protesta ricorda che non sono
stati previsti limiti per un altro tipo di parentopoli molto diffusa,
quella tra marito e moglie. E che comunque i parenti assunti nello
stesso dipartimento sono una parte limitata del fenomeno. Quella più
diffusa prevede accordi incrociati per sistemare i rispettivi
raccomandati in altre sedi. Oltretutto i rettori sono del tutto
deresponsabilizzati. Potranno rimanere in carica un solo mandato: chi
vuole fare giochi di potere non ha nemmeno il problema della rielezione
a creare un eventuale limite.
Salario
Gli scatti legati anche ai risultati
Finora lo stipendio aumentava secondo gli scatti di anzianità dunque
indipendentemente dal merito. La riforma invece introduce gli scatti di
merito sia per gli associati che per gli ordinari. La valutazione di
chi premiare sarà effettuata da nuclei formati da professori interni ed
esterni che avranno il compito di giudicare il lavoro di ricerca dei
docenti. Per questo scopo ci sono 18 milioni per il 2011, 50 per il
2012 e altrettanti per il 2013. In caso di valutazione negativa si
perde lo scatto di stipendio e non si può partecipare come commissari
ai concorsi. I critici sostengono che su questa misura è tutto affidato
ai decreti attuativi ancora da emanare e che quindi non è chiaro sulla
base di quali criteri verranno realizzate le valutazioni. Si passa
quindi da elementi obiettivi e validi per tutti come quello
dell’anzianità, ad altri del tutto soggettivi e rispetto ai quali
finora è tutto ancora indefinito.(di Flavia Amabile da La Stampa)
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