Merito, slitta al 7 febbraio il termine per le delibere di adesione dei collegi. Si estende la speri
Data: Mercoledì, 22 dicembre 2010 ore 02:00:00 CET Argomento: Sindacati
Ad oltre un mese di
distanza dall'incontro con il Ministro Gelmini e dopo che si è già
proceduto alla presentazione dei contenuti delle sperimentazioni alle
scuole, il Miur ha finalmente convocato le organizzazioni sindacali
sulla sperimentazione della valutazione di scuola e dei singoli docenti.
Durante l'incontro, che si è svolto ieri, 20 dicembre e al quale erano
presenti alcuni componenti del Comitato Tecnico Scientifico, ci è stato
comunicato che il termine per l'adesione alla sperimentazione da
parte delle singole scuole è slittato al 7 febbraio prossimo, che la
sperimentazione della valutazione dei docenti sarà estesa alla
provincia di Milano e che alla provincia di Cagliari sarà estesa la
sperimentazione della valutazione di scuola.
Considerazioni preliminari
La FLC CGIL, in primis, ha sottolineato le criticità di metodo.
L'incontro è tardivo rispetto alla presentazione fatta alle scuole e
questo aspetto svuota di senso il significato del tavolo tecnico e il
ruolo delle organizzazioni sindacali.
Abbiamo poi esposto alcune considerazioni generali sui progetti di
sperimentazione.
• Fare una classifica - delle scuole così come
dei docenti- migliori è un errore. Risponde all’idea di
fondo che la concorrenza e la competizione favoriscano il
miglioramento del sistema. E’ un’idea che riteniamo infondata ,
sbagliata e che non può funzionare in un contesto dove ad
essere determinanti per l’efficacia del lavoro sono la
collegialità, il lavoro di team, la dimensione gruppale e collettiva
• Le scuole e i docenti non hanno alcun ruolo nella
definizione dei progetti. Il MIUR parla di condivisione, ma la intende
come semplice informazione
• I progetti toccano aspetti contrattuali
(retribuzione, carriere) che sono competenza esclusiva della
contrattazione e che quindi vanno espunti
Nel merito delle proposte riteniamo importante distinguere tra
valutazione di sistema, valutazione di scuola e valutazione individuale
di docenti.
La FLC ritiene necessaria la valutazione finalizzata al miglioramento
del sistema scolastico: essa è importante per correggere le
criticità e offrire una offerta formativa migliore.
L’istruzione, infatti, è un bene comune da salvaguardare e garantire a
tutti. La scuola pubblica ha come fine istituzionale primario quello di
formare cittadini consapevoli dei propri doveri e in grado di esigere i
propri diritti. In questa idea di scuola e di conoscenza si
radica la natura confederale della nostra organizzazione. Non
solo perciò non ci sottraiamo alla valutazione del sistema
scolastico, ma la consideriamo espressione
dell'etica della responsabilità ed elemento qualificante della
rendicontazione sociale. La valutazione di sistema consente di
responsabilizzare i decisori politici, li chiama a valutare l'effetto
delle scelte di politica scolastica le quali concorrono a
determinare che cosa si impara nelle scuole, le condizioni e la
struttura del sistema, le risorse messe in campo. E’ la politica
scolastica a disegnare lo sfondo e le condizioni all’interno delle
quali gli insegnanti operano trasmettendo e costruendo sapere e cultura.
Il percorso sulla valutazione di scuola
Su questo percorso il giudizio della FLC è articolato. Ne
apprezziamo la triennalità perché siamo consapevoli che processi seri
di valutazione debbono insistere su un arco temporale significativo. Ne
apprezziamo l’oggetto, ovvero le scuole, ciascuna considerata nel
complesso delle diverse dimensioni organizzative, relazionali,
gestionali e didattiche.
Il percorso presenta tuttavia degli elementi che
riteniamo non condivisibili, sui quali avevamo chiesto che
si aprisse un tavolo vero di confronto, ma la richiesta non è stata
accolta. Innanzitutto riteniamo tra loro incompatibili due delle
finalità indicate: se si tende al miglioramento del servizio e a
fornire elementi di conoscenza per interventi correttivi sia di
carattere strutturale sia di carattere professionale, non si può
contemporaneamente puntare ad una graduatoria delle scuole. Si sa
infatti che quest’ultima più che promuovere virtuosi processi di
miglioramento, rischia di determinare uno spostamento dell’utenza verso
le scuole con le migliori posizioni in classifica con conseguente
abbandono delle altre, verosimilmente collocate proprio in contesti
sociali e territoriali difficili che maggiormente abbisognano di scuole
di qualità.
Inoltre rileviamo che il peso attribuito al delta degli apprendimenti
sia eccessivo in rapporto agli altri parametri considerati
(contesto sociale, economico). Vanno infatti adeguatamente valutate
tutte le determinanti dell’apprendimento.
Il percorso sulla Valutazione dei Docenti
La FLC ha già dichiarato in occasione dell'incontro con il Ministro che
questo percorso è inaccettabile. E’ una posizione che manteniamo.
Consideriamo sommamente negativa qualsiasi graduatoria pubblica
dei “bravi docenti”.
Peraltro non sono stati ancora chiariti diversi punti cruciali del
progetto.
Quali sono le “qualità desiderabili” del docente? A quale profilo
professionale ci si riferisce?
Anche per quanto riguarda gli strumenti nulla è stato chiarito. Non si
sa che cosa dovrà contenere il curriculum vitae e che
cosa il documento di autovalutazione. Informazioni su questi
aspetti dovrebbero essere oggetto di un prossimo incontro, previsto per
l’11 gennaio prossimo.
Sono poi previste le indagini di gradimento che
qualificherebbero la sperimentazione poiché renderebbero tout court non
autoreferenziale la valutazione. Noi ci chiediamo piuttosto se e come
si intenda far fronte al rischio di innescare meccanismi di captatio
benevolentiae, con conseguenti distorsioni della relazione educativa
tra docente, studenti e famiglie.
La professionalità docente si esercita in un sistema complesso di
relazioni in cui numerose variabili interagiscono a determinare gli
esiti finali. Ridurre la valutazione di questo processo all’operato
individuale del singolo docente, alla percezione che egli ha di se
stesso e al gradimento che egli gode presso il “pubblico”, studenti e
genitori, è una semplificazione propria della demagogia della
performance individuale. Nulla ci è dato sapere, ad oggi, su come
possano essere rese comparabili performance assai diverse, non solo a
causa delle caratteristiche individuali dei docenti, ma in relazione a
molte altre variabili, basti pensare all’ordine di scuola, o alla
materia o area disciplinare insegnata.
Valutiamo negativamente anche il previsto nucleo valutativo interno. La
sua costituzione non potrà che riverberarsi negativamente sul clima di
scuola.
Ricordiamo che già un anno fa abbiamo inviato al MIUR la nostra
piattaforma contrattuale all’interno della quale c’è una proposta di
valorizzazione professionale molto articolata, validata da una tornata
di assemblee svolte in tutto il territorio nazionale nelle scuole di
ogni ordine e grado, dalla quale si sarebbero potuti trarre utili
stimoli anche per la sperimentazione che si vuole avviare e che
tuttavia viene semplicemente ignorata.
A questo punto possiamo solo ribadire che riteniamo irricevibile il
progetto di sperimentazione della valutazione dei docenti e che
chiediamo di ritirarlo.
Sperimentazione sulla valutazione e attuazione del Decreto Brunetta:
quale rapporto?
Un nodo che non è stato sciolto nel corso della riunione riguarda
il rapporto tra questi percorsi di valutazione e il DPCM sulla
applicazione al personale docente del “decreto Brunetta”.
DPCM che, nel corso della riunione, è stato più volte evocato,
dato come imminente o addirittura come già firmato.
E’ di tutta evidenza che il decreto Brunetta non tiene in alcun conto
la specificità della scuola e che bypassa quell’elemento elemento
fondante della professionalità docente che è la libertà di
insegnamento. Qualunque sperimentazione finalizzata all'applicazione di
quel decreto rappresenta un vulnus insuperabile.
Va tenuto in debito conto, allo stesso tempo, che i contratti sono
bloccati così come gli scatti di anzianità di tutto il personale della
scuola. In questo contesto, disegnare un quadro in cui a
regime non si prevede alcun avanzamento automatico e qualunque
incremento viene rimesso all'applicazione della cosiddetta
meritocrazia, è per la FLC del tutto inaccettabile
Promuovere dibattito nel Paese
Siamo invece convinti che il tema della valutazione di sistema, delle
scuole, dei docenti debba essere oggetto di un grande
dibattito. Certo si tratta di una questione che non può rimanere
confinata nella discussione di sei province italiane. Avrebbe dovuto
essere il MIUR ad aprire con la gente della scuola tutta questa
discussione, ma si è ben guardato dal farlo. Noi non ci stancheremo di
ripetere che questo tema non appartiene né alle organizzazioni
sindacali né alle forze politiche: appartiene al paese e riguarda
tutti. Per questo la FLC è impegnata a far sì che esso sia l’oggetto di
un grande dibattito. Gli Stati generali saranno un’occasione per
riaffermarlo.
(da Flc.Cgil)
redazione@aetnanet.org
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