Sos del New York Times per Pompei
Data: Venerdì, 17 dicembre 2010 ore 19:57:28 CET
Argomento: Rassegna stampa


Dopo il crollo della Schola Armaturarum Juventis Pompeiani il mondo guarda sempre più con apprensione al futuro di Pompei. L'ultimo l'allarme è arrivato dal New York Times. Il quotidiano statunitense si chiede oggi con grande evidenza "Pompei sta crollando?" 
Il quotidiano della grande mela dedica un lungo servizio alla città d'arte campana a partire dai recenti crolli. E già dal titolo l'articolo chiarisce il punto di vista del quotidiano: i crolli sono il frutto di "una lunga incuria".
"I crolli di Pompei - scrive il quotidiano americano - sono diventati una metafora dell'instabilità politica italiana e dell'incapacità del paese di prendersi cura del suo patrimonio culturale".
E in molti, racconta il giornale al pubblico americano, hanno chiesto le dimissioni del ministro della cultura Bondi e l'Unesco ha inviato una sua missione sul posto.  I mali di Pompei
Ma i mali di Pompei, spiega con dovizia di particolari il New York Times, probabilmente vengono da lontano (e il peggio può darsi debba ancora arrivare). Tra gli esperti interpellati, il Nyt da' la parola a Pietro Giovanni Guzzo, archeologo e responsabile del sito dal 1993 al 2009: "Pompei è fragile. Il tipo di costruzioni, lo choc del Vesuvio, il fatto che gran parte della città è rimasta sepolta sotto un terreno acido per secoli...". Ma il problema vero, spiega Guzzo, è che a Pompei mancano "una buona manutenzione ordinaria e non sono stati programmati adeguati lavori di conservazione".
A sua volta Stefano De Caro, ex soprintendente e sino al mese scorso direttore del settore antichità del ministero della cultura, mette in evidenza invece le molte questioni politiche e culturali che hanno sempre gravato come macigni su Pompei. Tra questi, l'eccessivo afflusso di turisti (due milioni 'l'anno), le piogge, la vegetazione mai tenuta a bada, la scarsità delle risorse riservate alla manutenzione, il difficile rapporto con gli amministratori locali. Una situazione dunque complessa, difficile, delicata, su cui sono andati a incistarsi anche clamorosi errori politici.
Il New York Times conclude ricordando che "uno stato di emergenza per il sito venne dichiarato nel luglio 2008... Due anni (e due commissioni di studio) dopo, il governo di Roma ha dichiarato finita l'emergenza".  
E, puntualmente, sono iniziati i crolli.(di S.Bio da http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2010-12-14/)

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