Emergenza precariato Ata: rivogliamo il nostro futuro!
Data: Lunedì, 13 dicembre 2010 ore 19:53:44 CET
Argomento: Opinioni


In vista di soluzioni occupazionali che tardano ad arrivare … anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è apparso sensibilmente preoccupato alle evidenti fibrillazioni politiche di questi giorni, in vista del voto di fiducia che si consumerà tra giorno 13 e 14 dicembre, che rischia di far saltare i già fragili equilibri non solo politici ma anche economici. 
I proclami fatti di recente dal Capo dello Stato, dal Presidente della Banca d’Italia Draghi, dai Sindacati, non sono serviti a far rientrare in una dimensione comprensibile “l’emergenza Precariato”.  
Numerosi sono a tutt’oggi i precari ATA della scuola e anche chi vi scrive sente la necessità di gridare il suo disappunto a politiche occupazionali prive di ogni logica di crescita culturale ed economica.
Fra l’altro in una Regione come la Sicilia, in cui il fenomeno precariato non è certo una novità, lascia sorpresi come si sia rimasti disarmati sin dall’inizio dell’Anno Scolastico a tagli che hanno trovato disarmati politici regionali e locali, famiglie, società civile, con ripercussioni sulla competitività e sul rilancio economico di un Isola già molto sofferente.   
Trovare soluzioni occupazionali non corrisponde sempre alle aspettative dei numerosi precari e disoccupati, ma certo è disarmante costatare che l’unica arma che ci resta sono lunghe e onerose vertenze, che rappresentano il presupposto ad aggravi di spesa per famiglie già con bilanci familiari sensibilmente compromessi.
Eppure ci auguriamo che almeno i Sindacati riescano a bloccare attraverso una seria opera di concertazione, l’ultima tranche dei tagli prevista per il personale ATA dal DL 133/08 per l’A.S. 2011/12, e che diano consistenza attraverso politiche di concertazione ad un piano straordinario di assunzioni per il personale ATA su tutti i posti vacanti, un Piano Triennale auspicato dalle più autorevoli sigle sindacali  a più riprese, nel rispetto delle normative comunitarie e nazionali, come presupposto ad una nuova stagione politica.
D’altro canto se la cultura rappresenta la bandiera, l’unità di una Nazione, non può venir meno un progetto di crescita comune che sappia coniugare operatori a professionisti della cultura, senza che ciò venga ostacolato dai soliti furbetti della scuola.
Scrivere rappresenta qualcosa che nasce dal nostro essere cittadini, dal nostro essere cristiani ma non sempre coincide con la realtà del quotidiano, o con la realtà della politica nazionale. Ciò non ci spaventa, ma ci rafforza perché crediamo fermamente di potercela fare, ma sarà necessario individuare percorsi comuni, senza divisioni ideologiche, emarginando i cattivi esempi, coloro che rallentano il cammino di chi vuole una scuola diversa, efficiente e competitiva.
L’unico obiettivo per il 2011 è riappropriarci del nostro futuro… tutti insieme!
   

Mario Di Nuzzo

mario.dinuzzo@libero.it






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