La vecchia alunna ritrova la prof. nel suo nuovo libro: Marinella Fiume, Feudo del mare. La stagione delle donne
Data: Lunedì, 13 dicembre 2010 ore 07:39:16 CET Argomento: Recensioni
FIUME MARINELLA, “FEUDO DEL MARE LA STAGIONE DELLE DONNE” (RUBBETTINO
2010): UNA LETTURA DI MELINA IMPELLIZZERI
Non appena ho avuto fra le mani il libro subito mi è saltato agli occhi
il sottotitolo “ la stagione delle donne” e avendo avuto modo di
conoscere l’autrice una trentina d’anni fa, in qualità di docente di
lettere, ho capito subito che la mia prof. non era cambiata
e quasi immaginavo cosa avesse potuto scrivere nonostante i
numerosi anni trascorsi. L’obiettivo più importante per lei, già
allora, era quello di dimostrare che le donne nella società, anche in
quella più retrograda, dovevano svincolarsi dallo stereotipo
tradizionale della donna relegata al ruolo di madre e moglie, per dar
vita ad una nuova visione della donna inserita nella società con le
stesse caratteristiche intellettive e professionali degli uomini .
Se pensate, però, che questi discorsi venivano affrontatati una
trentina di anni fa e nei nostri ambienti, tutto sembrava uscire
fuori da ogni schema tradizionale della figura femminile alla quale per
tanto tempo eravamo stati abituati. Leggendo il libro ho avuto la
conferma di quanto avevo già intuito, infatti la stagione delle donne
si riferiva proprio alle donne che negli anni novanta, a causa di
tangentopoli vengono direttamente catapultate in politica e
infatti Costanza, pseudonimo utilizzato dall’autrice anche per
rappresentare le venti donne elette sindaco in Sicilia in quella
tornata elettorale, viene candidata a Sindaco e vince per due
legislature consecutive.
Stagione delle donne, dunque, come speranza di un
cambiamento. I partiti infatti cambiano spesso nomi ma dietro si
nascondono sempre le stesse persone e gli stessi interessi,
disilludendo tutti e cosa ancor più grave, allontanando la società
civile da questo modo di far politica.
Con Costanza sindaco la sua cittadina conosce, a mio avviso, una
stagione nuova, che ridà la speranza del riscatto. La
Sicilia è infatti una terra intrisa di contraddizioni ma, soprattutto,
è una terra che aspetta da sempre di essere liberata, perché è stata
sempre sottomessa a qualcuno sia esso un popolo o un potentato
mafioso o alla politica speculativa e faziosa. Per questo penso
l’autrice abbia intitolato il libro utilizzando il termine “ Feudo” del
mare, con il quale si può indicare un qualunque comune siciliano.
Costanza per vincere non ha avuto bisogno di potenti né di
potentati, è stata appoggiata dalle donne casalinghe e
lavoratrici, giovani e pensionate, Quelle donne del suo
paese che piuttosto che votare per i mariti candidati nelle liste
avverse si sono lasciati trasportare dalla passione di
Costanza alla quale chiedevano un cambiamento. Per lei si erano
attivate senza chiedere nulla in cambio, affollando le piazze e facendo
rivivere il cuore della città come fosse un’agorà. Queste
categorie hanno amato Costanza e le hanno dato conforto nei
momenti in cui lei pensava di gettare la fascia alle ortiche ,
perché non riusciva a dare le giuste risposte alla sua comunità.
Ma Costanza ha saputo dare dignità alla sua comunità guardando da
vicino i problemi di questa gente, dando i servizi alle donne quali
consultori, asili, verificando se le strade fossero pulite,
se c’erano le buche nei marciapiedi, se i cassonetti erano stati
svuotati, se il verde era stato curato e soprattutto sapeva ascoltare e
parlare con la gente facendo sentire loro la sua vicinanza e la
sua sensibilità, doti sconosciute da tempo ai nostri
politici.
Una rivoluzione gentile come lei stessa la definisce.
La trasparenza con cui lei svolgeva il suo ruolo di sindaca, come lei
stessa si apostrofa, veniva sottolineata e resa pubblica dalla
citazione di Pericle che lei fece porre sulla sua scrivania :
“Sapere quello che va fatto ed essere capace di spiegarlo, amare il
proprio paese ed essere incorruttibile sono le qualità necessarie per
chi vuole governare la propria città.” Per Costanza credo sia stato la
parte più importante del suo programma.
Parallelamente, anch’ io ho vissuto questi anni di impegno politico,
sono stata candidata nelle liste di sinistra per il consiglio comunale
e in quegli anni anche da noi gli uomini hanno sentito il bisogno del
nuovo e delle persone pulite che nulla avessero avuto a che fare, negli
anni precedenti, con la politica. Sono stata eletta e poi ho svolto il
ruolo di capogruppo al consiglio comunale con tante difficoltà legate
all’inesperienza e al disagio di dover affrontare argomenti per me
assolutamente sconosciuti (bilancio, piano regolatore, assetto
urbanistico); ma le maggiore difficoltà erano quelle legate agli
orari maschili assolutamente inconcepibili per una donna lavoratrice e
poi anche madre. Gli uomini che frequentavano il partito non si
rendevano conto che a volte l’inizio delle riunioni avveniva
mediamente due ore dopo l’inizio previsto, perché queste ore di lunga
pausa erano per loro momento di relax, per me, invece, motivo di grande
ansia e di programmata organizzazione. Qui da noi i partiti non
hanno sentito il bisogno però di individuare una donna che potesse fare
il sindaco, la poltrona è troppo ambita, ed essendo solo una, è meglio
che a prenderla fosse un uomo. La mia esperienza politica è
comunque durata in modo attivo per dieci lunghi anni, sono stata nella
segreteria del partito e nel direttivo, ho avuto vari incarichi nelle
diverse commissioni e credo, comunque, che questo sia stato il
momento più costruttivo e formativo della mia vita, perché condivido
con l’autrice la passione e l’amore per la politica, ma ponendo
l’attenzione non agli interessi personali e al soddisfacimento dei
propri bisogni ma per svolgere un servizio alla comunità. La mia
esperienza poi è finita, l’interesse scemato, forse perché a me è
mancata la costanza nell’impegno. Credo che l’autrice attraverso questo
libro abbia voluto raccontarci alcune pagine della nostra storia
mai scritte prima, importanti quanto inusuali, quasi a voler
dimostrare che il cambiamento è possibile, e ciò non sicuramente a
discapito della comunità nella quale a governare ci sia una donna
intelligente e capace, ma a riprova che anche nella nostra cara
quanto martoriata Sicilia, si possa migliorare, dando fiducia a
persone libere, capaci di non scendere a compromessi con nessuno, e di
affrontare, come in più capitoli viene detto problemi urgenti quali
l’abusivismo edilizio, il miglioramento delle infrastrutture, la
disoccupazione di gran parte delle nostre donne, la legalità, la
scuola. Un libro denuncia insomma che può dare molti spunti di
discussione e di riflessione ai nostri giovani, ai nostri politici,
alle donne. Ringrazio Marinella Fiume soprattutto per essere stata la
mia insegnante, perché è stata per me, e non solo, un modello da
imitare, per la sua energia, la tenacia e la determinazione ma
soprattutto per la sua voglia di cambiamento. Per cambiare la nostra
realtà siciliana occorrono politici come lei e credo che se tutte noi
avessimo un po’ di questo atteggiamento ribelle e un carattere
così forte e deciso forse potremmo ancora sperare di farcela.
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