Tre docenti su quattro bocciano la riforma Gelmini della scuola. Il ministero replica: l'Ocse la pro
Data: Sabato, 11 dicembre 2010 ore 10:00:00 CET Argomento: Rassegna stampa
I professori
bocciano sonoramente la riforma della scuola pubblica targata Gelmini.
Rispondendo in 700 a un'indagine Swg, per conto della Cisl Scuola,
presentata Roma, il 75% dei professori, vale a dire tre docenti su
quattro, si esprime in modo del tutto insufficiente sulle novità
introdotte, dal primo ciclo, alle "nuove" superiori, partite, nelle
prime classi, a settembre scorso. Perentorio il voto medio in pagella:
un bel 3,6.
Sotto accusa, in particolare, tre fattori introdotti con le riforme:
l'aumento del numero di alunni per classe, la riduzione delle ore e
l'introduzione del maestro prevalente nella scuola primaria. Senza
contare che, sostengono sempre i docenti, i tagli imposti dalla recente
riforma stanno mettendo a repentaglio la qualità dell'offerta formativa
e cancellando qualsiasi visione prospettica. Secondo i docenti mancano
poi strumentazioni e strutture adeguate per far funzionare al meglio la
macchina scolastica.
La notizia, commentata dal numero uno della Cisl, Raffaele
Bonanni e dal leader della Cisl Scuola, Francesco Scrima, ha dato il là
a un immediato botta-risposta con il ministero dell'Istruzione. Per
Bonanni: «Sono stati criticati tutti i governi che fanno riforme senza
fondamento. Gli insegnanti, seppur orgogliosi della loro professione,
vorrebbero stare meglio anche perchè le paghe sono basse e il
riconoscimento sociale pure». «Alla politica sempre meno interprete dei
bisogni dell'Italia - rincara la dose Scrima - «gli insegnanti chiedono
rispetto per una funzione che ha perso prestigio sociale e adeguati
riconoscimenti per la loro professionalita».
Pronta la replica di viale Trastevere: «Solo poche ore fa sono stati
resi noti in tutto il mondo i risultati Ocse dell`indagine
sull`andamento dei sistemi scolastici internazionali. Una rilevazione
autorevole e oggettiva secondo cui aumenta la qualità della scuola
italiana, che dopo anni inverte un trend negativo e torna a guadagnare
posizioni. Evidentemente a qualche sindacato è venuto il mal di pancia,
ma soprattutto ha visto crollare tutti gli slogan scanditi in questi
anni». Sulla stessa lunghezza d'onda pure la presidente della
commissione Cultura alla Camera, Valentina Aprea (Pdl): «Sbaglia Scrima
a valutare negativamente l'operato del ministro Gelmini, che al
contrario ha saputo coniugare rigore e qualità puntando su un rinnovato
impegno dei docenti e scuole». Per la responsabile scuola del Pd,
Francesca Puglisi, «l'indagine Swg Cisl Scuola «conferma tutto ciò che
chiunque giri per le scuole e ascolti in tutta Italia studenti,
insegnanti, personale e dirigenti aveva già
toccato con mano». Spiccano, aggiunge, anche i «i toni astiosi
riservati da ministro e maggioranza alla Cisl, un sindacato - fa notare
l'esponente del Pd - fino a oggi ritenuto moderato».
Polemiche a parte, dallo studio, curato da Fabiana Vidoz di Swg, è
emerso anche come l'85% dei docenti italiani si senta orgoglioso e
soddisfatto di stare in cattedra, soprattutto di lavorare con gli
alunni, tanto che esprime un livello medio di soddisfazione di 7,5. È
significativo pure il fatto he quasi il 60% dei docenti intervistati
attribuisca all'insegnamento un giudizio compreso tra l'8 e il 10. In
particolare, appaiono più gratificati i docenti che operano nelle
scuole del Nord-Est. Decisamente meno contenti appaiono gli insegnanti
in servizio al Sud e nelle scuole superiori. Rispetto a qualche anno
fa, in generale, un docente su due (il 49%), ritiene comunque di essere
più preparato, anche grazie all'uso delle nuove tecnologie e il 66% del
campione dice «sì» alla pagella degli insegnanti. Il 56% è favorevole
all'ipotesi di differenziare gli stipendi in base al merito.(di Claudio
Tucci da Il Sole24Ore)
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