Unicobas:TFS-TFR avvoltoi e fondi pensione
Data: Venerdì, 10 dicembre 2010 ore 07:00:00 CET
Argomento: Sindacati


DOPO LA SMITRAGLIATA DI TREMONTI ARRIVANO GLI AVVOLTOI
La legge n° 122 del 2010 (la finanziaria estiva di Tremonti) dispone dal 1° Gennaio 2011 per tutti i lavoratori pubblici che sono in regime di TFS (gli assunti a t. i. prima del 2001) il passaggio forzato ad un regime simile al TFR, ma peggiorativo. In sostanza un ulteriore scippo sulla liquidazione che d'ora in poi sarà costituita da due quote: *una prima quota secondo le vecchie regole della buonuscita per il servizio reso fino al 31.12.2010, una seconda quota, dal 01/01/2011 fino alla pensione, secondo le regole del TFR.

Nessuno dei sindacati che cogestiscono il fondo ESPERO insieme al MIUR (CGIL, CISL, UIL, SNALS e GILDA) ha denunciato a suo tempo con fermezza questo scippo, anzi ora approfittano della situazione per riprendere in grande stile la campagna pro-Espero, il fondo pensione della scuola a cui finora ha aderito, giustamente, meno del 5% della categoria. Sono riusciti anche a farsi prorogare il termine di adesione dal 31-12-2010 al 31-12-2015.

DI FRONTE AD UNA CATEGORIA SMARRITA, COME I PRETI, VANNO DICENDO CHE IL FONDO ESPERO E' L'UNICA SALVEZZA

MA E' VERO?

In realtà l'unica novità consiste nel fatto che adesso per chi è in regime di TFS è leggermente meno sconveniente aderire al fondo Espero rispetto a prima, infatti il passaggio forzato al TFR dal 1-1-11 elimina, ma solo apparentemente, la remora principale all'adesione: il dover sottoscrivere il passaggio volontario dal TFS al TFR. *_Attenzione però questo passaggio andrà comunque fatto perché chi passa a Espero perde comunque la quota di TFS maturata fino al 31-12-2010 che viene trasformata in TFR: questa è la fregatura!

L'adesione a Espero rimane comunque sconveniente per tutti,_* anche per gli assunti dal 2001 in poi che sono già in regime di TFR, perché i fondi pensione, oltre ad essere rischiosi, rendono comunque meno del TFR che annualmente viene rivalutato. Infatti *che con inflazione sotto il 6%, la rivalutazione complessiva del TFR supera l'inflazione (*per esempio, con un tasso di inflazione al 3% il TFR viene rivalutato del 2,25% (equivalente al 75% dell?inflazione) + l?1,5% fisso, quindi del 3,75% rispetto ad un rendimento medio dei fondi pensione di circa il 2%).
In questo senso è molto significativo questo passaggio dell'articolo del Prof. Beppe Scienza
pubblicato a pag. 18 dell'inserto Affari & Finanza de la Repubblica del 01/02/2010:
L'investimento che meglio difende dall?inflazione non è quotato in Borsa, non si sottoscrive alle Poste né viene offerto dai promotori finanziari. È nominativo, non trasferibile e può durare fino all?età della pensione. Si tratta infatti del tanto discusso TFR. Basti dire che il suo potere d?acquisto, al netto delle imposte, si conserva persino con 30 anni d?inflazione al 7%, equivalenti a un aumento complessivo del costo della vita superiore al 650%. Nessun altro investimento è così difensivo, per cui non appare furba la soluzione d?incassare il TFR alla fine di ogni anno. Ma titoli come il TFR purtroppo non sono esistono: uno può al massimo tenerselo stretto, se non vi ha già improvvidamente rinunciato, vittima di cattivi consigli interessati (vedi fondi pensione!!)?

MA OLTRE ALLA FREGATURA FINANZIARIA C'E' ANCHE QUELLA POLITICA: CHI ADERISCE AI FONDI PENSIONE AVALLA E INCORAGGIA LO SMANTELLAMENTO DELLE PENSIONI PUBBLICHE VOLUTO DAL REGIME E DAGLI AVVOLTOI.

LOTTIAMO PER TENERCI IL TFS: ORA DIFFIDE DI MASSA E POI RICORSI

Unicobas Scuola unicobas.rm@tiscali.it





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-238315.html