CIR (CONTRATTO INTEGRATIVO REGIONALE) DIRIGENTI DEL LAZIO: I NODI VENGONO AL PETTINE
Data: Giovedì, 09 dicembre 2010 ore 19:56:27 CET
Argomento: Sindacati


1-IL CIR DEL LAZIO
Anche nel Lazio è stata firmata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del CIR 2010/2011 relativo alla retribuzione di posizione/quota variabile e alla retribuzione di risultato; mettendola in barzelletta (che altro fare?), non è che i colleghi si aspettassero “…e champagne”, ma nemmeno si aspettavano che finisse a “…e gazzosa”!
Questi sono i principeschi aumenti di cui godranno i dirigenti del Lazio, in totale, posizione più risultato:
Aumenti CIR Lazio


FASCE

AUMENTO ANNUALE

AUMENTO MENSILE

PRIMA

17,94

1,38

SECONDA

3,43

0,26

TERZA

-12,82

-0,99

QUARTA

-29,03

-2,23

(Vedi Appendice 1)
Come è potuto succedere che, andando ad un rinnovo del contratto regionale a distanza di quasi cinque anni, non ci siano aumenti di sorta?
Archiviata la delusione dei colleghi, va detto che il contratto del Lazio conferma per tabulas alcuni fatti che abbiamo sempre sostenuto:

  1. il nuovo sistema di ripartizione del Fondo Nazionale, basato sui posti in organico anziché sui dirigenti in servizio, non risolve il problema dell’incapienza dei Fondi Regionali; in effetti, sia pur di pochissimo, almeno per la terza e quarta fascia, nel Lazio la retribuzione nel 2010 diminuisce rispetto al 2006!
  2. lo spostamento di risorse dalla retribuzione di posizione a quella di risultato non risolve, di nuovo, il problema dell’incapienza, per cui non è una necessità contrattuale, ma una scelta suicida delle OO.SS.
  3. il nuovo sistema di ripartizione, volto a risolvere dei problemi di sperequazione tra le regioni, ne crea degli altri, ammesso che risolva i problemi di sperequazione

2-L’INCAPIENZA DEI FONDI REGIONALI
Rimaniamo nel Lazio; nell’anno scolastico 2010/2011 sono in servizio 830 dirigenti, i posti in organico sono però 925: appare evidente che se il prossimo anno scolastico, o quello dopo, tutti i posti fossero occupati, gli stipendi diminuirebbero.
Ragioniamo sulla media, per semplificare il discorso; nel 2010/11 abbiamo:
Retribuzione media a.s. 2010/2011


BUDGET

DIRIGENTI IN SERVIZIO

MEDIA PRO CAPITE

12.116.749,95

830

14.598,49

La media è calcolata sottraendo dal budget la quota (819.578,85 euro) che va alla retribuzione delle reggenze; se il prossimo anno tutti i posti in organico fossero riempiti, avremmo:
Ipotesi retribuzione media a.s. 2011/2012


BUDGET

DIRIGENTI

MEDIA PRO CAPITE

12.936.328,80

925

13.985,22

Il budget ritorna alla sua interezza, perché non ci sono più reggenze; a pieno organico, avremmo comunque una diminuzione delle retribuzioni di 613,27 euro all’anno; questa è la famosa in capienza dei Fondi regionali, questo è quello che è successo a seguito dell’assunzione dei vincitori di concorso a partire dal 2007, questo è quello che succederà (o meglio, succederebbe) se si facesse di nuovo il concorso e si procedesse quindi alle assunzioni dei vincitori.
Non serve a niente modificare il sistema di ripartizione del Fondo Nazionale: il problema dell’incapienza rimane; come già detto in precedenza, l’unico modo per risolverlo è quello di aumentare le risorse.
In effetti, nei prossimi anni le risorse aumenteranno a seguito del conferimento della RIA dei pensionati ed inoltre, come ben sappiamo, per anni non si faranno contratti, per cui i Fondi si “rimpingueranno” per tre anni e alla riapertura della contrattazione non ci saranno problemi.

3-LO SPOSTAMENTO DI RISORSE DALLA POSIZIONE AL RISULTATO
Come abbiamo visto in altre regioni, il nuovo sistema di ripartizione basato sui posti in organico è stato adottato anche per la suddivisione del Fondo Regionale tra retribuzione di posizione e retribuzione di risultato.
Questo ha comportato uno spostamento di risorse dalla retribuzione di posizione da una all’altra, operazione autolesionistica perché ha fatto diminuire la base pensionabile/liquidabile, ma non ha risolto il problema dell’incapienza.
L’operazione è stata tentata anche nel Lazio, ma non è stato possibile farla per intero, per il semplice motivo…che le risorse erano scarse; ad un certo punto, si è dovuto per forza cambiare strada.
E’ stata determinata come nelle altre regioni la quota residua della retribuzione di posizione, dovuta allo scostamento tra posti in organico e dirigenti in servizio, nella misura di 690.989,58 euro annui; nelle altre regioni, tale quota è stata devoluta per intero alla retribuzione di risultato, nel Lazio no: 250.000,00 euro sono stati “restituiti” alla retribuzione di posizione, 440.990,95 euro sono stati assegnati alla retribuzione di risultato (Vedi Tabelle…
Perché questa stranezza? Perché se si fosse fatto come nelle altre regioni, la retribuzione di posizione sarebbe diminuita rispetto al 2006, per cui si è adottata la soluzione “pilatesca” di suddividere la quota residua tra posizione e risultato, in modo da arrivare ad quella specie di  “equilibrio” che abbiamo illustrato nel primo punto.
Ma, come direbbe un autorevole responsabile di uno dei sindacati firmatari, qui “casca l’asino”: perché 250.000,00 euro alla posizione e 440.990,95 al risultato? Perché non il contrario? Perché, soprattutto, non è stata lasciata tutta la quota residua alla retribuzione di posizione, come il CCNL imponeva ed impone e, soprattutto, facendo gli interessi della categoria, salvaguardando la “pensionabilità” degli aumenti?
Commentando il primo dei CIR sottoscritti, quello della Sicilia, in merito alla stranezza/abuso dello spostamento di risorse dalla posizione al risultato, dicevamo “Attenzione: si tratta di una scelta, non di un obbligo; si potrebbe pensare che se il Fondo è stato determinato in base ai dirigenti in organico, anche la sua suddivisione deve seguire lo stesso criterio, ma non è così, perché significherebbe che molte quote … non verrebbero corrisposte ed andrebbero di conseguenza perse.”;il CIR del Lazio è la prova provata di quanto detto.
Spero che non si voglia sostenere che si tratta di un’eccezione alla regola: le norme contrattuali (se tali sono…) non ammettono eccezioni, vanno applicate e basta; qui però non stiamo parlando di una norma contrattuale (inesistente), ma di (come definirlo?) un suicidio politico/contrattuale delle OO.SS. (L’Amministrazione fa il suo mestiere).
(Vedi Appendice n.2)
4-UN’IPOTESI DI UTILIZZAZIONE DELLA QUOTA RESIDUA
Si potrebbe dire: ma bisognava pur tenere conto dell’incapienza, prendere atto della possibilità di una diminuzione degli stipendi, per non ritrovarsi come negli anni scorsi, dove alcuni USR non sono intervenuti, mentre in altri hanno decurtato le retribuzioni (Magari con la connivenza dei sindacati…)

Pur essendo evidente che, come sopra detto, il problema non si porrà, se proprio si voleva “evidenziare” la questione, si poteva fare senza stravolgere il contratto nazionale, rispettando la suddivisione del Budget tra posizione e risultato (85% e 15%): bastava lasciare la quota residua alla retribuzione di posizione, come fatto almeno in parte nel Lazio, anziché assegnarla alla retribuzione di risultato.
Per capirci, prendiamo ad esempio l’Emilia Romagna, che è il caso più eclatante; il CIR stabilisce una retribuzione di posizione media pro capite di 9.113,86 euro, con una quota residua di 1.023.033,16 euro; se tale quota non fosse stata attribuita alla retribuzione di risultato, ma ri-attribuita in toto alla retribuzione di posizione (Come fatto nel Lazio, sia pure solo in parte), la media pro capite sarebbe salita a 11.331,84 euro, con una differenza in positivo di 2.217,98 euro.
Per “evidenziare il problema”, si poteva dire, in un apposito comma del CIR, che la retribuzione di posizione/quota variabile era fatta di due “pezzi”, una quota strutturale ed una quota aggiuntiva:
Simulazione retribuzione di posizione


QUOTA STRUTTURALE

QUOTA AGGIUNTIVA

TOTALE

9.053,37

2.278,47

11.331,84

Per capirci:

  1. la “quota strutturale” è quella che si ottiene dividendo il budget della retribuzione di posizione per il numero dei posti in organico; verrà corrisposta in ogni caso, anche ad organico pieno
  2. la “quota aggiuntiva” è quella che si ottiene dividendo la quota residua per il numero dei dirigenti in servizio; in teoria, potrebbe diminuire o addirittura scomparire, in caso di saturazione degli organici e di non aumento del budget

Come più volte detto, la “quota aggiuntiva” è soggetta all’incapienza, ma questo è un problema che sussiste in ogni caso, almeno in teoria, perché nei prossimi anni i contratti e gli stipendi saranno bloccati.
E’ chiaro che incrementando la retribuzione di posizione, proporzionalmente diminuirebbe la retribuzione di risultato; come più volte detto, il totale non cambia, ma cambia la suddivisione, tra posizione e risultato: rientrando nella retribuzione di posizione, i 2.217,98 della nostra situazione sono pensionabili/liquidabili, il CIR li mette invece nella retribuzione di risultato, per cui andranno persi.
Ma ritorniamo al CIR del Lazio; come mai, in questa regione non ci sono aumenti, anzi per due fasce si registra addirittura una, sia pur piccola, diminuzione della retribuzione, mentre nelle altre regioni gli aumenti ci sono? Mettiamo a confronto Sicilia e Lazio:
Aumenti in totale


FASCE

SICILIA

LAZIO

PRIMA

259,41

1,38

SECONDA

354,21

0,26

TERZA

175,66

-0,99

QUARTA

243,13

-2,23

I numeri parlano da soli.

Per prima cosa, va segnalata una novità che riguarda tutte le regioni: il pagamento delle reggenze a carico del Fondo Regionale; per la verità, non si tratta di una vera novità, perché è stata introdotta dal CIN del 2007, ma finora non era mai stata applicata, per il semplice motivo che non sono stati rinnovati i contratti regionali: siamo ora alla prima applicazione.
Nel Lazio, ad esempio, il pagamento delle reggenze assorbe il 6,34% dell’intero Budget: è chiaro che se queste risorse vanno (più che giustamente) solo ad alcuni colleghi, non sono disponibili per la retribuzione di posizione e risultato che spetta a tutti.
Questo “problema” riguarda però tutte le regioni, non spiega quindi le discrepanze tra le diverse regioni.
La causa delle discrepanze va cercata nel nuovo sistema di ripartizione del Fondo Nazionale tra le diverse regioni; fino al 2006 si basava sul numero dei dirigenti in servizio, ora si basa sul numero dei posti in organico.
Vediamo gli effetti della novità introdotta dal CCNL, avendo sempre come riferimento il Lazio e la Sicilia:
Incremento Fondo nazionale e Fondi Regionali


SICILIA

ITALIA

LAZIO

75,65

44,99

34,66

il Fondo Nazionale è aumentato del 44,99%, il Fondo Regionale della Sicilia è aumentato del 75,65%, quello del Lazio del 34,66%; di conseguenza, la Sicilia ha avuto aumenti “notevoli”, il Lazio non ha avuto niente.
Cosa succederà in Calabria, dove il Fondo è aumentato solo del 22,24%?
La questione merita un approfondimento, che rinviamo ad una occasione successiva; qui basta constatarne gli effetti.

 

APPENDICE – TABELLE
Proviamo, a partire da questo articolo, a rendere più snella la trattazione; nel testo vengono riportati solo i dati numerici essenziali, in appendice le tabelle più analitiche.

APPENDICE 1-GLI AUMENTI NEL LAZIO
Si potrebbe dire che la situazione si è fermata al 2006; è così, ma per precisione va detto che c’è stato un piccolo aumento della retribuzione di posizione:
TABELLA 1 – Aumenti retribuzione di posizione


FASCE

01.09.2010

01.01.2006

AUMENTO ANNUALE

AUMENTO MENSILE

 

 

 

 

 

PRIMA

11.466,37

11.298,77

167,60

12,89

SECONDA

9.455,68

9.323,86

131,82

10,14

TERZA

7.444,99

7.350,43

94,56

7,27

QUARTA

5.434,30

5.376,97

57,33

4,41

a cui ha fatto fronte una diminuzione della retribuzione di risultato:

TABELLA 2 – Aumenti retribuzione di risultato


FASCE

01.09.2010

01.01.2006

AUMENTO ANNUALE

AUMENTO MENSILE

PRIMA

2.256,56

2.406,22

-149,66

-11,51

SECONDA

1.934,19

2.062,58

-128,39

-9,88

TERZA

1.611,83

1.719,21

-107,38

-8,26

QUARTA

1.289,46

1.375,82

-86,36

-6,64

APPENDICE 2 - LA QUOTA RESIDUA NEL LAZIO
Anche nel Lazio, si è seguita la procedura delle altre regioni, ma solo fino ad un certo punto…
Il budget, senza la quota-parte degli incarichi aggiuntivi il cui ammontare era sconosciuto, è stato suddiviso tra retribuzione di posizione e retribuzione di risultato, nelle proporzioni stabilite dal CCNL:
Tab.1-Budget


TOTALE

12.936.328,80

100,00

POSIZIONE

10.995.879,48

85,00

RISULTATO

1.940.449,32

15,00

La retribuzione di posizione
Per prima cosa, è stato determinato l’impegno di spesa per la corresponsione della quota fissa che, pur essendo già in pagamento a seguito della firma del CCNL, va comunque contabilizzata a carico del Fondo Regionale; si è proceduto moltiplicando l’importo annuo pro capite per il numero dei dirigenti in servizio:
Tab.2-Impegno di spesa per quota fissa


IMPORTO PRO CAPITE

DIRIGENTI IN SERVIZIO

SPESA

3.556,68

830

2.952.044,40

Tale importo è stato poi sottratto dal totale del budget per la posizione, ottenendo così il budget per la quota variabile:
Tab.3-Determinazione budget per quota variabile


BUDGET POSIZIONE

IMPEGNO PER QUOTA FISSA

BUDGET PER QUOTA VARIABILE

10.995.879,48

2.952.044,40

8.043.835,08

E’ stato poi determinato l’importo medio della quota variabile, in base ai posti in organico, come nelle altre regioni: 8.858,86 annui; veramente a noi i conti non tornano, comunque non ha importanza.
A questo punto, è stato determinato l’impegno di spesa per la quota variabile, questa volta naturalmente sulla base dei dirigenti in servizio:
Tab.4-Impegno di spesa per quota variabile


MEDIA PRO CAPITE

DIRIGENTI IN SERVIZIO

IMPEGNO DI SPESA

€ 8.858,86

830

7.352.853,80

Per una questione di arrotondamenti, nel CIR è riportata una cifra leggermente diversa: 7.352.852,43 euro.
Sottraendo quest’ultimo importo dal budget per la quota variabile, si ottiene la quota residua: 690.990,95 euro; nelle altre regioni, la quota residua è stata per intero assegnata alla retribuzione di risultato, nel Lazio no, una parte è andata alla posizione, una parte al risultato:
Tab.5-Suddivisione quota residua


POSIZIONE

RISULTATO

250.000,00

440.990,95

Perché? Molto semplice, se il budget per la quota variabile della posizione fosse rimasto di 7.352.853,80 euro, i valori delle quattro fasce sarebbero stati i seguenti:

 

Tab.5-Simulazione valori fasce di posizione


FASCE

DIRIGENTI IN SERVIZIO

VALORE 

SPESA ANNUA

PRIMA

119

11.089,32

1.319.629,47

SECONDA

540

9.144,75

4.938.165,26

TERZA

128

7.200,18

921.622,74

QUARTA

33

5.255,60

173.434,96

TOTALE

820

32.689,86

7.352.852,43

Questi valori sarebbero stati inferiori a quelli del CIR del 2006, attualmente percepiti nel Lazio:
Tab.6-Differenza tra simulazione e CIR 2006


FASCE

SIMULAZIONE

CIR 2006

DIFFERENZA

PRIMA

11.089,32

11.298,77

-209,45

SECONDA

9.144,75

9.323,86

-179,11

TERZA

7.200,18

7.350,43

-150,25

QUARTA

5.255,60

5.376,97

-121,37

Riassegnando 250.000,00 euro della quota residua al budget per la posizione, questo sale da 7.352.852,43 euro a 7.602.852,43 euro, per cui il CIR ha potuto stabilire i seguenti valori per le fasce di posizione:
Tab.7-Valori fasce posizione stabiliti dal CIR


FASCE

DIRIGENTI IN SERVIZIO

IMPORTO ANNUO

IMPORTO MENSILE

SPESA ANNUA

PRIMA

119

11.466,37

882,03

1.364.498,03

SECONDA

540

9.455,68

727,36

5.106.067,20

TERZA

128

7.444,99

572,69

952.958,72

QUARTA

33

5.434,30

418,02

179.331,90

TOTALE

820

 

 

7.602.855,85

(Nota:il totale non coincide con il budget, per una questione di arrotondamenti)
Con questi valori, si sono avuti i piccoli aumenti sulla posizione, di cui alla prima appendice, “compensati” naturalmente dalla diminuzione della retribuzione di risultato; almeno la base pensionabile/liquidabile non è diminuita!







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