Istituti tecnici alla prova del nove
Data: Giovedì, 09 dicembre 2010 ore 11:00:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Pronti,
partenza, via. È ripartita da quasi un mese la scuola, in un anno che
si annuncia più che ricco di novità, e la pagina del GdB dedicata agli
studenti delle superiori riparte proprio dai cambiamenti che sono in
queste settimane alla prova del nove. Con un viaggio all'interno degli
istituti, partendo dai tecnici per poi toccare i licei e i
professionali, per capire come sono state vissute le prime battute
della riforma Gelmini.
Da 36 a 32 ore di lezione
La scelta di cominciare dagli istituti tecnici è dettata dalle ultime
notizie di cronaca: con un'ordinanza emessa il 28 settembre il
Consiglio di Stato ha respinto l'appello del ministero dell'Istruzione
contro l'ordinanza attraverso la quale il Tar del Lazio aveva sospeso
la riduzione dell'orario delle lezioni.
Una decisione presa per accogliere una richiesta dello Snal-Confsal e
di numerosi docenti e genitori degli alunni iscritti nelle classi
seconde, terze e quarte, nelle quali si è passati dalle 36 ore di
lezione (eventualmente anche da 50 minuti) a 32 (da un'ora effettiva).
Provvedimento che il Ministero ha comunque assicurato non comportare
allo stato alcuno stravolgimento degli orari.
Le classi quinte non sono state toccate dalla riforma mentre le prime
sono partite a pieno regime con la normativa, dopo il riordino che ha
portato da 10 settori con 39 indirizzi a due settori (Economico e
Tecnologico) e 11 indirizzi. Il tutto con una maggiore sinergia col
mondo del lavoro. Come si è partiti nelle scuole bresciane, in
particolare all'agrario Pastori, al commerciale Abba-Ballini,
all'industriale Castelli e al tecnico per geometri Tartaglia?
Sebbene sia «un po' presto per elaborare dei giudizi» e «non si sia
ancora conclusa la fase di accoglienza» per le matricole, i quattro
istituti non sembrano aver incontrato in queste prime settimane
particolari difficoltà. «Stiamo organizzando corsi di formazione per i
docenti e incontri informativi per i genitori - spiega Luciano
Tonidandel, dirigente del Pastori -. E ci siamo occupati del problema
trasporti in seguito alla variazione degli orari di uscita prevista
dalla normativa, avendo un 70% di studenti pendolari. La
riorganizzazione del tempo scuola è solo questione di buona volontà,
basti pensare che un tempo i tecnici prevedevano 42 ore di lezione. La
didattica deve aggiornarsi, compito degli insegnanti è rivedere la
pianificazione dei quadri orari con un'attenzione marcata al
territorio, sulla base anche di una collaborazione con enti e
associazioni locali».
Da 50 a 60 minuti, via solo 1 ora
Al Castelli si registra, di fatto, la «perdita di soltanto un'ora di
lezione nel passaggio dalle 36 di 50 minuti alle 32 di 60 - spiega il
vicepreside, Fausto Serri -. L'anno è partito senza problemi, con lo
studio della riforma e l'introduzione di "tecnologie informatiche". E
abbiamo ricevuto un boom di iscrizioni».
Dopo la «risoluzione dei consueti problemi logistici», la
programmazione «delle attività scolastiche» è in corso anche
all'Abba-Ballini. «La riduzione dell'orario ha comportato semplicemente
un diverso calcolo delle ore per materia ma quest'anno si punterà
soprattutto su un apprendimento per competenze che presuppone un
cambiamento nel modo di fare scuola - racconta il dirigente, Camillo
Raimondi -. Sono necessari contenuti diversi sul piano didattico».
«Nessun grande problema» nemmeno al Tartaglia, sebbene «la revisione
dell'orario abbia comportato qualche modifica. La riforma ha in un caso
tolto e nell'altro dato - conclude la vicepreside, Maria Venturelli -.
Il vecchio progetto Cinque è passato da 34 a 32 ore, il Piano nazionale
informatica da 30 a 32. La normativa ha comportato un ridimensionamento
di scienze naturali e geografia, la perdita per le seconde, terze e
quarte di un'ora di italiano e un'ora di matematica, ora però oggetto
di studio per tutti e cinque gli anni. Le materie più colpite sono
quelle di indirizzo mentre è stata introdotta "tecnologie
informatiche". Certo amputare in corso un progetto scolastico scelto
non è stata scelta propriamente corretta». ch. c.(da
http://www.giornaledibrescia.it/)
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