I dati Ocse-Pisa: cosa c’è dietro il gap delle due Italie?
Data: Giovedì, 09 dicembre 2010 ore 09:00:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Puntuali come
ogni tre anni, agli inizi di dicembre - quest’anno il 7 - da Parigi
arrivano i risultati della rilevazione internazionale Ocse-Pisa, che
indaga il livello di literacy dei quindicenni in Lettura, Matematica e
Scienze. Dall’Invalsi, con una contemporaneità inaugurata nel 2006,
anche l’Italia ha diffuso i primi approfondimenti sui risultati
italiani.
A livello internazionale si conferma il primato dei Paesi nordici o di
cultura anglosassone e dei Paesi dell’Estremo oriente: Shanghai-Cina,
Corea, Giappone, Finlandia, Nuova Zelanda,Canada ed Australia sfilano
ogni volta in ordine diverso, ma sono sempre nei top ten.
Impressionanti le performance dell’Estremo oriente nel campo
scientifico-matematico, che peraltro confermano quanto è già dato
comprendere da altri campi dell’indagine economico-sociale. Il saldo
primato di questa élite ha sollevato negli anni varie contestazioni da
parte dei Paesi con impostazioni culturali ed educative diverse da
quelle dei framework di Pisa, che attribuiscono a ciò la loro
“inferiorità”. Tuttavia non si è mai giunti alla concreta definizione
di framework alternativi, che possano essere resi operativi a livello
delle analisi comparate internazionali. La cui necessità peraltro
nessuno oggi davvero mette in discussione, tranne alcuni pochi
romantici, affezionati alle proprie pedagogiche cattedre universitarie.
Per quanto riguarda i risultati nazionali, l’Italia ha migliorato le
sue posizioni rispetto al 2006, rimanendo sotto la media Ocse - che si
è nel frattempo abbassata - ma avvicinandovisi. In realtà, dal punto di
vista della media numerica, è solo tornata ai livelli del 2000,
recuperando sui peggioramenti del 2003 e del 2006.
I posizionamenti reciproci di Nord, Centro, Sud, Sud Isole confermano
la loro stabilità: Nord sempre in testa, con il Nord Ovest questa volta
in prima posizione - nel 2006 era primo il Nord-Est - Centro al centro
e Sud ultimo con l’abituale distacco. Ma, mentre il Centro rimane
statico sulle posizioni dei precedenti rilevamenti, le macroaree che
più contribuiscono al miglioramento sono il Nord-Ovest con la apicale
Lombardia e la Valle d’Aosta che la segue e - novità importante - il
Sud, soprattutto per alcune regioni. Si delineano due Sud, con
Campania, Calabria e Sicilia fanalino di coda; anche qui la statistica
sembra confermare impressioni tratte da altri campi dell’indagine
sociale.
È da tenere presente che queste tendenze vengono di solito analizzate
per l’area-focus della rilevazione che quest’anno è Lettura, in quanto
a questa appartiene la maggior parte degli item. Per l’area di Scienze
ad esempio le variazioni, pur essendo rilevabili, non sono così
significative.
Cosa pensare del miglioramento relativo italiano? La struttura della
prova - che prevede che i 35 studenti campionati per scuola abbiano da
rispondere a fascicoli in parte differenziati - indurrebbe ad escludere
comportamenti “opportunistici”. Anche la spinta a tali comportamenti di
studenti e docenti è probabilmente rimasta inferiore a quella che si
registra in sede di esame. Devono aver giocato altri fattori.
Gli altri Paesi che a livello internazionale hanno significativamente
recuperato sono Messico, Turchia, Grecia, Portogallo e Germania. Paesi
in cui si sono generati movimenti di opinione pubblica e sensibilità
dei decisori politici miranti a migliorare i risultati, recuperando
soprattutto il gap dovuto nel passato allo scarso interesse per Pisa.
In Italia, l’attenzione verso questa indagine si è di molto innalzata
dal 2005 al 2010. Dalla totale clandestinità dell’edizione del 2000 si
è passati nel 2003 ai primi barlumi di interesse, soprattutto legati
alla discesa in campo di alcune regioni del Nord, che con propri
finanziamenti hanno ottenuto propri dati, con il risultato di mettere
in risalto l’esistenza di due Italie nella scuola. La collocazione dei
risultati Pisa in Lettura e Matematica fra gli indicatori della qualità
della formazione dei sistemi europei ha portato al loro inserimento fra
le condizioni d’accesso ai finanziamenti del Fondo Sociale Europeo.
Donde l’impegno di molte regioni del Sud ad avere dall’Ocse i propri
risultati, mentre il Centro, dopo l’infelice esordio della Toscana nel
2003 (con risultati inusitatamente sotto la media Ocse), rimaneva
indifferente.
Stanco di dovere sborsare alte cifre aggiuntive per tutti questi
campionamenti, il ministero per la prima volta nel 2009 ha deciso di
effettuare l’indagine Ocse-Pisa su base regionale e non più di
macroarea, come la Germania Federale ha fatto da sempre. Ciò permette
di ottenere una graduatoria attendibile di tutte le regioni italiane e
di avere una base-dati molto ampia, che consenta una comparazione
completa.
Conseguentemente a questa nuova impostazione, la mobilitazione intorno
alla rilevazione Pisa si è di molto innalzata. Nelle regioni del Sud -
Puglia, Campania, Calabria, Sicilia - sono stati utilizzati fondi PON
per spiegare agli insegnanti delle potenziali classi-bersaglio le
caratteristiche di Pisa, il suo Quadro di riferimento ed anche
analizzarne le prove. Sono stati mobilitati a questo scopo esperti di
tutta Italia nei mesi precedenti la somministrazione. La Puglia, che ha
migliorato i propri risultati, è stata la regione che ha forse
partecipato con maggiore impegno a questa operazione, a partire dai
suoi vertici amministrativi. Anche nelle regioni del Nord, senza
finanziamenti aggiuntivi, si sono attivate iniziative di diffusione e
preparazione. Va aggiunto che soprattutto in Piemonte, Lombardia e
Veneto l’informazione alle scuole era partita dal 2005, dalla
presentazioni delle prime analisi dei dati regionali. La Lombardia poi
era rimasta piuttosto delusa dal declassamento dei suoi risultati nel
2006.
È perciò probabile che il miglioramento italiano sia stato ottenuto da
chi si è dato da fare affinché i quindicenni italiani ed i loro
insegnanti si impegnassero di più e dessero risultati più attendibili e
vicini ai loro effettivi livelli. Alcuni risultati del Sud erano troppo
bassi per essere attendibili. Ne fa riprova a contrario la staticità
dei risultati del Centro, che corrisponde alle scarso interesse ed alle
scarse iniziative messe in campo.
La maggiore familiarità con le prove Invalsi dei singoli studenti
difficilmente può avere influito direttamente, visto che esse
arriveranno ai quindicenni solo nella primavera del 2011. Quanto ad un
maggior impegno dovuto alla maggior severità, di cui sarebbero presidio
i bipartisan “esami di riparazione”, dobbiamo forse pensare che il
Centro Italia ne sia stato esentato?
Questa riflessione vale anche per i migliori e per la apicale
Lombardia. Anche a livello nazionale il gruppetto di testa talvolta si
scambia le posizioni, ma rimane sempre quello. Esso è composto dalla
Lombardia, dal Veneto, dal Friuli e dalle Province di Trento e Bolzano
(che talvolta perde posizioni per la natura mista della sua popolazione
scolastica). Ora si è aggiunta la new entry Valle d’Aosta e si vedrà
nelle prossime rilevazioni se si è trattato solo di un fuoco di paglia.
La variazione delle posizioni di testa a volte è dovuta a fattori
casuali, a volte alla imperfezione del campione. Il primo posto nel
2003 della Provincia di Trento e nel 2006 di quello del Friuli
probabilmente erano dovuti alla mancanza nel loro campione della
rappresentanza dei Centri di Formazione Professionale, che in questo
campo non danno il loro meglio e che erano invece presenti nel campione
lombardo così come in quello veneto. Nel 2006 la Lombardia in
matematica (allora focus dell’indagine) aveva perso smalto; le accurate
indagini del Rapporto Regionale Lombardo erano arrivate alla
conclusione che l’unico fattore ipotizzabile per il peggioramento,
registratosi soprattutto nei Licei e negli Istituti tecnici, era
attribuibile ad una variazione nel campione. Esso aveva infatti
casualmente selezionato scuole caratterizzate da uno Status Economico
Sociale (Ses) decisamente inferiore a quello delle scuole campionate
nel 2003, senza che ciò fosse giustificato dall’andamento complessivo
dell’economia lombarda. E si sa che, purtroppo, il Ses è determinante
per il livello degli apprendimenti.
Probabilmente nel 2009 i fattori di perturbazione si sono assestati e
la graduatoria che ne è uscita si può considerare abbastanza
attendibile. Anche se ciò che conta sono poi i posizionamenti di fondo.
Da questo punto di vista, il dato più significativo è quello dei
territori più ampi, caratterizzati da numeri statisticamente
significativi e da popolazione eterogenea come quelli delle regioni
Lombardia e Veneto, che si collocano stabilmente da ormai quattro
rilevazioni al vertice italiano, con una tendenziale prevalenza della
Lombardia.
Siamo però solo all’inizio delle analisi. Che ci potranno confermare
dati scontati come la superiorità delle femmine in Lettura (ma nel
campione italiano è assai più ampia che nel campione internazionale!) o
la superiorità in questi campi dei Licei rispetto alle formazioni con
finalizzazione professionale che non subiscono un crollo, ma si
collocano stabilmente da sempre in fondo alla scala. Analisi che ci
potranno consentire esplorazioni più stimolanti quali:
- entrare nella terra fin qui misteriosa del Centro, che forse
“performa” - come dicono con orribile linguaggio gli esperti di questo
tipo di analisi - al di sotto delle possibilità consentite dal Ses
delle famiglie;
- capire quali fattori messi in campo dalle scuole possono aiutare gli
apprendimenti. Non più mettendo insieme nell’analisi Licei e Centri
professionali - perché nessun fattore può superare il gap iniziale - ma
studiando l’influenza dei diversi fattori di processo separatamente per
le diverse tipologie di scuola;
- dire una parola chiara sulle differenze fra i voti degli insegnanti
nelle diverse regioni, poiché Pisa 2009 offre - per la seconda volta
dopo il 2003, ma con un più ampio spettro territoriale - la possibilità
di comparare il livello-Pisa del singolo studente campionato con
l’ultimo voto da lui ricevuto in pagella.
Da ultimo, poiché nel nostro Paese il framework di Pisa è stato usato
come spunto per certificazioni, proposte di Assi culturali, prove ecc.,
sarà anche importante seguire gli sviluppi e le evoluzioni del
framework di Lettura dal 2000 al 2009.
In modo tale che la prossima volta i miglioramenti siano davvero
sostanziosi. (da www.ilsussidiario.net di Tiziana Pedrizzi )
redazione@aetnanet.org
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