Eleggibilità dei dirigenti scolastici: saprebbero i docenti scegliere bene il loro preside?
Data: Giovedì, 09 dicembre 2010 ore 07:46:09 CET
Argomento: Opinioni


La proposta di eleggibilità del dirigente scolastico ci sembra, a onor del vero, improponibile. E le molteplici ragioni sono presto dette.
Innanzittutto, se si decidesse di farlo, cosa ne sarebbe degli attuali presidi? Si verrebbe a creare un’evidente dicotomia di status giuridico tra presidi a tempo indeterminato  e presidi  eletti pro tempore… una palese ed impossibile incostituzionalità.
 Inoltre, chi dirige una scuola ha un compito estremamente delicato e complesso, carico di responsabilità come pochi forse pensano, a fronte del quale persiste tutt’oggi un trattamento impari dal punto di vista economico nel nostro Stato, nonostante tanti buoni propositi. Siamo sicuri che i collegi dei docenti siano in grado di valutare oggettivamente i requisiti professionali per poter svolgere una mansione così importante anche se a tempo determinato ( del resto bastano anche pochi anni di una direzione inefficace per far “affondare” letteralmente una scuola..)? 
A volte non si riesce a mettersi d’accordo nei collegi docenti per questioni molto elementari figuriamoci l’elezione del dirigente; si finirebbe con l’incappare in un sistema di “simpatie” e favoritismi che perlomeno nei concorsi, se fatti seriamente( e c’è sempre la presunzione di bontà di un concorso pubblico a prescindere da tutto) si evitano attraverso un sistema di valutazione di prove , competenze e requisiti che almeno in parte in un modo o nell’altro si evincono dall’esame sostenuto. No, molto meglio il concorso, anche se a volte può essere come un terno al lotto, anche se i posti a disposizione sono pochissimi, ma molto meglio che rischiare di  affidare una scelta così importante alla decisione di quel limbo assurdo che, a volte, è il collegio dei docenti.
Vorremmo inoltre precisare che un concorso non ha mai “esiti incerti”:  anche se ci possono essere delle irregolarità , che si spera comunque non avvengano mai, e varrebbe comunque  la pena di definire cosa si intenda per irregolarità, questo non autorizza nessuno a  inficiare o a sminuire minimamente il ruolo di chi comunque  se lo sia guadagnato sostenendo degli esami e superandoli. Quella che anche  qualche “eminente” giornalista ha definito una leggina per salvare i 426 presidi siciliani ha comunque il merito di aver evitato il peggio: cioè gettare le scuole  nel caos , come se ce ne fosse bisogno, e la paralisi di tanti istituti. Continuare a dire che i concorsi hanno esiti incerti alludendo, forse, ad una presunta mancanza di trasparenza nel loro svolgimento significa mettere in dubbio la preparazione e l’onestà professionale di  chi si prepara con serietà e coscienza ai vari concorsi, nonché  l’onestà e l’affidabilità di chi si propone alle commissioni dei suddetti, e siccome nessun fatto si può generalizzare se non a rischio di recare un’ingiusta ed inutile offesa, è sempre meglio che  la fiducia nelle istituzioni ( ed i concorsi pubblici sono una manifestazione propria di esse) prevalga, anche quando  a volte può sembrare  che tutto vada a rotoli;  è estremamente importante, sempre,  avere fiducia nelle istituzioni; l’alternativa, infatti,  è sempre molto peggio. Specie poi se tale sfiducia e svalorizzazione degli apparati dello Stato e dei suoi sistemi di selezione dei suoi funzionari vengano da parte non neutra o volta davvero ad un miglioramento ma da parte di chi ama soffiare sul fuoco per scopi non del tutto chiari, scatenando una guerra di ricorsi , e fin qui non ci sarebbe nulla di male se questi ultimi servissero unicamente ad imporre veramente un diritto e non vengano invece strumentalizzati al fine di imporre con la prepotenza ciò che non si riusciti ad ottenere con le capacità.
 Tecla Squillaci
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