La scuola migliora i fuoricorso no
Data: Giovedì, 09 dicembre 2010 ore 06:44:43 CET Argomento: Rassegna stampa
L’ultimo
rapporto Ocse-Pisa (Programme for International Student Assessment),
un’indagine comparativa che coinvolge 74 Paesi diffusa
contemporaneamente a Parigi e Roma ieri, mostra che le performance
degli studenti italiani in lettura e matematica dal 2000 a oggi sono
sensibilmente migliorate. Nello stesso momento, però, quanto avvenuto a
Bergamo nella notte di lunedì davanti all’abitazione del ministro
dell’Istruzione Mariastella Gelmini mostra che altre performance degli
studenti italici sono identiche a quelle viste nel Settantasette o giù
di lì. Un gruppo di
contestatori della riforma ha appeso uno striscione di fronte alla casa
del ministro e, non contento, ha scaricato una discreta quantità di
sterco vicino al cancello.
La coincidenza delle notizie è singolare. Da un lato, uno studio a
livello internazionale (nel quale ai primi posti si classificano Cina,
Corea e Finlandia) mostra che il nostro Paese risale la china per
quanto riguarda l’istruzione. Siamo in 29esima posizione, con un
punteggio di 486. Sempre meno della media Ocse (493), ma in crescita.
Nel 2000 il divario fra il nostro risultato e la media era di 13 punti,
nel 2004 di 18, fino a un picco di 23 punti nel 2006. Adesso solo 7
lunghezze ci separano dalla “normalità”.
Senza contare che il Nord è decisamente più avanzato: 511 punti il
Nord-Ovest, 504 il Nord-Est (Sud e isole abbassano un po’ la media, con
468 e 456 punti).
Anche entrando nello specifico degli ambiti di studio si nota una
crescita evidente. Rispetto alla matematica siamo al 35esimo
posto (483 punti su 496 di media Ocse. Nel 2006 avevamo 36 punti di
scarto); nelle scienze stesso piazzamento, ma la distanza rispetto alla
media è più che dimezzato (12 punti contro i 25 del 2006).
L’altra faccia della medaglia, però, è rappresentata dalla protesta.
Prima gli scontri e i tetti okkupati - con una trovata pubblicitaria
anche interessante - e adesso il letame per la Gelmini.
Può darsi che abbia ragione il premier Silvio Berlusconi, quando
afferma che i veri studenti sono quelli che rimangono a casa, appunto,
a studiare, compulsando i libri e non agitando megafoni e striscioni in
favore di telecamere. Sono gli sgobboni che ci fanno avanzare in
classifica e dunque chi blocca le lezioni non procura altro che danni
ai compagni.
Può anche darsi, poi, che la scuola nell’era del centrodestra non sia
davvero la schifezza che qualcuno vuol far credere. Sicuramente, in
particolare nelle regioni del Sud, ci sono lacune profonde da colmare.
Eppure, tutto sommato, stiamo migliorando. Anche laddove i limiti sono
più pesanti: la Puglia, per esempio, ha recuperato, in matematica,
quasi 50 punti in classifica rispetto al passato. «È un risultato
che ci rende orgogliosi», ha dichiarato la Gelmini. «Le
classifiche internazionali mettono il nostro Paese tra quelli che hanno
avuto tra i più significativi miglioramenti. Cresciamo nelle materie
più importanti, salendo di sei posizioni nelle classifiche europee per
la comprensione della lingua italiana, di tre per la matematica e di
una per le scienze».
Comunque la si metta, i dati internazionali sono più chiari - e certo
meno viziati da antiche ideologie - rispetto alle fumose richieste dei
protestatari. Per risalire la china in ambito scolastico, issarci su
una montagna di cacca non ci sembra la soluzione più intelligente.
di Francesco Borgonovo
(da http://libero-news.it/news)
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