GIUSTIZIA E’ FATTA PER I COLLEGHI PRESIDI SICILIANI
Data: Martedì, 07 dicembre 2010 ore 17:52:57 CET
Argomento: Opinioni


Non ci saranno, dunque, i temuti colpi di coda e quel che veramente conta è che, finalmente, dopo diciotto mesi di sofferenza, e di cospicue spese sopportate per far valere le loro sacrosante denegate ragioni, si conclude il calvario dei 416 colleghi siciliani vincitori e degli idonei nel concorso ordinario del 2004, ma inopinatamente degradati da un raptus giustizialista del supremo organo di giustizia amministrativa per la Sicilia – legibus solutus – che ha fatto strame del diritto e ha continuato a perseguitarli – con un’inspiegabile rancorosa ostinazione degna di miglior causa – sino a ieri l’altro, prima di arrendersi di fronte alla volontà sovrana del parlamento; con la revoca del decreto del commissario ad acta che aveva fissato il rifacimento delle prove concorsuali – sia per i già vincitori che per i bocciati – per il 14 e 15 dicembre prossimi, incurante dei lavori parlamentari in corso, poi sfociati nel licenziamento del testo definitivo ed, infine, nella sua pubblicazione in gazzetta ufficiale. 
Di fronte a questo felice evento è sicuramente poca cosa l’esternazione di plauso e di gioia della Dirpresidi, che – e questo per noi conta, eccome – vede premiato l’impegno incessantemente profuso in tutte le sedi da più di un anno e mezzo – a principiare da quattro articoli veicolati su riviste scolastiche a diffusione nazionale e da una proposta di legge del suo responsabile nazionale della formazione, sottoposta all’attenzione di parlamentari dimostratisi disponibili, poi fatta propria dal disegno di legge Siragusa-Vicari con marginali varianti – solo ed esclusivamente perché giustizia fosse fatta.  
E’ stata – ed è – questa, per noi, solidarietà vera, fattiva – e non a chiacchiere, di pura facciata – nei confronti di COLLEGHI la cui unica colpa è stata quella di vincere un concorso. 

Chiacchiere che la pentiade sindacale, cosiddetta rappresentativa, ne ha prodotte non poche, a mano a mano che sentiva sul collo il fiato della Dirpresidi. Chiacchiere inconcludenti, in perfetto burocratese, che alla fine si sono ridotte nel chiedere all’amministrazione quali fossero i suoi intendimenti – peraltro già chiaramente esternati! – circa la rinnovazione delle prove concorsuali, sino a menar vanto nell’aver costretto l’USR Sicilia a «tener conto dei suggerimenti espressi in un apposito incontro richiesto sulla data da fissare per il rifacimento del concorso»! 
Indistintamente per tutti: per i bocciati (pardon, «mai valutati», nella sublime espressione di una loro coordinatrice, componente di uno dei tanti comitati dei ricorrenti), ma anche per chi il concorso l’aveva brillantemente superato, è stato immesso in ruolo ed ha esercitato la funzione senza mai subire qualsivoglia contestazione. 
Invero, un modo assai strano per esprimere solidarietà, com’è agevole riscontrare se si va a visitare i siti sindacali; per leggervi infine – quale esplicito segno di resa, o semplicemente di indifferenza – l’irriverente mancia (200 euro) promessa da uno dei cinque sindacati rappresentativi ai dirigenti scolastici coinvolti nella lunare vicenda  a (risibile)  ristoro delle (ingenti) spese legali sostenute per far valere – sino a ieri l’altro inutilmente – i loro sacrosanti diritti. 
Una solidarietà ipocrita di chi, sino all’ultimo, aveva prima sperato di poter imbastire lucrosi corsi di preparazione e poi di intercettare un cospicuo numero di deleghe, usando come teste di ponte le legittime rivendicazioni dei già vincitori e/o idonei per preparare le condizioni dell’inesorabile generale sanatoria ope legis, più o meno mascherata ed ora sventata: oves, boves et quibusdam aliis. 
Anche l’ascriversi il merito di aver sollecitato «la sensibilità istituzionale» del capo dello stato, in una lettera appello a lui rivolta il 24 novembre 2010, con la quale si segnalava «l’opportunità di promulgare la legge nel più breve tempo possibile anche al fine di evitare l’insorgere di conflitti fra regimi normativi fra di loro incompatibili» è tentativo stucchevole di captatio benevolentiae; subito peritandosi di evidenziare «, al contrario, l’inconsistenza, anzi la pericolosità, di azioni messe in campo da alcuni sindacalisti improvvisati con la proclamazione di scioperi e tentativi obbligatori di raffreddamento rivolti a chi non era legittimato ad accoglierli». 

Senonché, tali “sindacalisti improvvisati “  o “ fantasindacalisti” come li chiama l’amico pensionato di CERIPNEWS di Palermo – vale a dire la presidenza regionale della Dirpresidi Sicilia e, a seguire, la presidenza nazionale con una nota formale indirizzata al sig. ministro e, per conoscenza, al direttore generale facente funzione dell’USR Sicilia – a differenza dei “ sindacalisti da salotto “ distaccati e in poltrona , sapevano perfettamente che il principale destinatario del tentativo obbligatorio di raffreddamento, inteso ad evitare l’attuazione del proclamato sciopero, «non era legittimato ad accoglierlo» e che avrebbe conseguenzialmente risposto di non essere più di propria competenza «tutti gli atti relativi al rinnovamento delle procedure concorsuali … [e ora] riferiti esclusivamente al commissario ad acta e non già ad organi dell’amministrazione ed in particolare a questo ufficio scolastico regionale»; aggiungendo che «il primo giorno successivo alla pubblicazione della legge … l’ufficio si riapproprierà delle facoltà e delle competenze riservate all’amministrazione, con l’immediata adozione dei provvedimenti consequenziali». 
E’ ben certo che la Dirpresidi ha avuto piena consapevolezza che la proclamazione dello sciopero e il tentativo obbligatorio di raffreddamento non erano questioni (meramente) giuridiche, bensì (squisitamente) politiche, di sollecitazioni di consapevolezze circa lo stato di confusione (e di colpevole spreco di denaro pubblico) riveniente dalla reiterazione di prove concorsuali poi comunque destinate a breve a perdere ogni efficacia. 
Non ci si è sicuramente richiamati allo stretto diritto nel denunciare il paradosso dell’ avvio, «a prescindere», di un’inutile procedura concorsuale, dandosi mostra di ignorare una legge già approvata, sul semplice presupposto che la stessa non fosse ancora entrata in vigore per mancata pubblicazione in gazzetta ufficiale; nel mentre è prassi, quando provvedimenti legislativi sono alla firma, di anticiparli nella loro pubblicazione e considerarli a tutti gli effetti vigenti.
Ma con le polemiche, benché tirati per i capelli, vogliamo finirla qui. E’ un giorno di festa, gaudeamus igitur. 
Che ora attendiamo con vigile trepidazione, sperando che l’apparato burocratico del MIUR non intorbidi l’inequivoca chiarezza della norma primaria. 

Comunicato dirpresidi/Confedir
dal sito www.dirpresidi.org







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