La Gelmini blinda le graduatorie. Pronta la norma del Milleproroghe che fa slittare di un anno l'agg
Data: Martedì, 07 dicembre 2010 ore 14:00:00 CET Argomento: Istituzioni Scolastiche
È l'ultimo
treno del 2010. Salvo sorprese, di natura tecnica o politica, il
ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, presenterà nell'ambito
del decreto di proroga termini di fine anno una norma che congela le
graduatorie permanenti. Per tutto il
prossimo anno scolastico 2011-2012 circa 230 mila prof precari, se la
notizia giunta a ItaliaOggi sarà confermata, non potranno aggiornare la
propria posizione.
Il che significa che non potranno cambiare le province di destinazione,
andando a scegliere magari quelle dove maggiore sono le chance di
assunzione, ma neanche potranno far valere punteggi nuovi, legati a
carichi di famiglia oppure a titoli nel frattempo acquisiti. Il congelamento delle graduatorie infatti
dura dallo scorso anno.
Un blocco che era stato imposto in vista di una riforma generalizzata
del sistema di reclutamento, che il ministro Gelmini non ha però ancora
realizzato. Il 2011 potrebbe essere l'anno giusto. E allora, è il
ragionamento, meglio attendere che le nuove regole siano conosciute da
tutti i precari iscritti in graduatoria prima di decisioni radicali. Un
ragionamento, questo, che ne cela alle spalle un altro: evitare che si crei ulteriore emigrazione
verso il Nord. Sono molte le province settentrionali in cui i
docenti iscritti in lista temono, alla riapertura delle graduatorie
permanenti, di essere assaliti da prof meridionali con punteggi più
alti, che possano strappare al loro posto il contratto a tempo
determinato, adesso, e quello a tempo indeterminato domani. Quando, seguendo il trend delle pensioni, i
buchi negli organici diventeranno voragini.
Secondo l'ultimo dossier sulle
graduatorie realizzato dal ministero dell'istruzione, il 65% degli
insegnanti iscritti è nato al Sud. Su quasi 230 mila, oltre 122
mila sono registrati e residenti nelle regioni meridoionali (il 48%),
42 mila nelle regioni del Centro e 74 mila al Settentrione. Tra il 2006
e il 2009, si è registrato un calo degli aspiranti proprio al Nord: in
Lombardia e Piemonte del 16%. Ed è
proprio qui che ci sono maggiori disponibilità di posti, che si
incrementeranno con i futuri pensionamenti.
La carica verso le province con appeal occupazionale sarà tanto più
forte il prossimo anno quando si potrà fare l'ultimo aggiornamento
prima della rivoluzione del reclutamento. A forte connotazione
regionalista. All'attenzione del ministero infatti c'è l'ipotesi di
concorsi regionali in cui i candidati potranno scegliere una sola
regione nella quale eleggere il proprio domicilio professionale e
sottoporsi poi a quello che è stato definito «test di preparazione».
Prove che verificheranno l'attitudine all'insegnamento e l'effettivo
livello di preparazione dei candidati nelle singole materie. Il tutto
nella regione di arrivo, a parità di condizioni con i candidati del
posto, in modo da evitare contestazioni in sede europea. È facile capire a questo punto quali siano
le pressioni del Nord perché le graduatorie siano congelate per il
2011-2012.
Tra l'altro, il nuovo reclutamento dovrà essere coordinato con la
formazione professionale come delineata dal regolamento della Gelmini.
Il provvedimento, già esaminato dalla commissioni parlamentari, sta
registrando qualche ritardo nel controllo della Corte dei conti, il che
ha destato allarme, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, presso i
vertici di viale Trastevere. Non chiuderlo entro l'anno significherebbe
rimetterlo in discussione. Magari con un nuovo ministro al governo (da ItaliaOggi di
Alessandra Ricciardi)
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