La scuola si fa oratorio
Data: Martedì, 07 dicembre 2010 ore 13:09:41 CET
Argomento: Redazione


Squillo delle trombe! Prepararsi alle armi... o più semplicemente: zaini in spalla, è suonata la campanella! Tra l’assonnato e l’irritato la maggior parte degli studenti deve entrare a scuola. Purtroppo quel macigno sulle spalle dei poveri studenti non è caritatevole per niente. Ogni giorno, alla stessa ora, si ripresenta puntuale, forte della consapevolezza di non lasciarli andare tanto facilmente. Sembrano quasi condannati allo stesso destino dei superbi di Dante, eppure la loro unica colpa è quella di non riuscire a sfruttare il tempo che è stato donato loro. Questo clima si diffonde lì dove non si riesce a creare un rapporto che vada al di là delle semplici spiegazioni o interrogazioni, un rapporto circoscritto alle quattro mura della classe.
 Se tutto questo può passare inosservato tra le file di una qualsiasi scuola, lo stesso non può esser valido per una scuola salesiana: «La scuola salesiana è diversa? Sì, ma non a livello didattico, a livello umano. Dobbiamo riuscire a instaurare un rapporto diverso, in cui i professori siano molto più che semplici insegnanti, siano educatori!», afferma Alfredo Petralia, per gli amici Fredy, educatore dell’Istituto San Francesco di Sales. Seguendo l’esempio di Don Bosco si cerca di fare un cambio di marcia radicale rispetto al passato, e tentare un nuovo approccio con i ragazzi che avvenga in cortile, durante una “ricreazione” in stile oratoriano. «L’esperienza ha fatto conoscere - scriverà Don Bosco al ministro Francesco Crispi - che si può efficacemente provvedere ai ragazzi: coi giardini di ricreazione festiva, con l’amena ricreazione, con la musica, con la ginnastica, coi salti, con la declamazione, si raccolgono con molta facilità. Con la scuola serale poi, con la scuola domenicale e col catechismo, si dà alimento morale proporzionato e indispensabile a questi poveri figli del popolo». Da ciò nasce l’idea, portata avanti da una buona parte dei docenti del liceo “Don Bosco” dell’istituto San Francesco di Sales, di organizzare una serie di iniziative, in un unico giorno, che possano riunire la scolaresca al di fuori delle aule e dal contesto didattico: nasce il GioVe, il venerdì dei giovani. Tornei di calcio e pallavolo, chitarra per i musicisti (o aspiranti!), corso di psicologia, teatro, cineforum e biblioforum, un particolare corso sulla comunicazione, il cui scopo è creare un “videogiornale”, un corso per i coraggiosi appassionati di latino, orientamento agli esami di stato e per i test universitari e una “you and me: ti ascolto con il cuore”.
«Non faremmo tutte queste cose normalmente, se non ce ne dessero la possibilità. Siamo sempre tutti impegnati tra scuola e interessi vari», rivela una ragazza del penultimo anno che dopo aver passato tre anni del tutto estranea al mondo della scuola, si ritrova davanti a «situazioni diverse», come le definisce. Un’altra ragazza vede il GioVe come un modo per scoprire «il lato oscuro dei professori!», e che non sia l’inizio di qualcosa di realmente nuovo e stimolante.
«Mentalità da cambiare, già! Dobbiamo dare ai ragazzi la possibilità di crescere, maturare, confrontarsi, sbagliare e di rendersi conto della fiducia che viene data loro», afferma il preside del liceo Don Paolo Cicala. Don Bosco non si fermò mai di fronte alle delusioni, possiamo star pur certi che neanche all’istituto San Francesco di Sales si arrenderanno molto facilmente! Nel frattempo i rappresentanti d’istituto hanno organizzato un ballo, seguendo il modello americano, che sarà il 3 dicembre. Il giorno seguente si terrà “l’Open day”, cioè la scuola sarà a completa disposizione dei ragazzi delle scuole medie della città, in modo da far conoscere il liceo, il progetto educativo, l’organizzazione della scuola. Sono molti i cambiamenti che ci attendono tra le fila dei salesiani e siamo tutti molto curiosi di vederne i risultati!

Vita Saitta

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