Il serpentone della protesta
Data: Lunedì, 06 dicembre 2010 ore 08:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


In 1500 in piazza per dire no alla riforma Gelmini. Erano anni che a Caltagirone non si assisteva a una manifestazione studentesca con una così folta partecipazione. Ma il corteo di ieri mattina ha avuto anche la peculiarità di unire, e non soltanto idealmente, tutte le scuole del Calatino: oltre agli studenti degli istituti superiori di Caltagirone, infatti, a sfilare c'erano anche quelli di Grammichele, Palagonia e Ramacca. Partenza dal piazzale della stazione ferroviaria, poi il «serpentone» si è snodato attraverso le principali vie della cittadina, percorrendo la via Roma e giungendo sulla Scala di Santa Maria del Monte. Conclusione in piazza Municipio. Tanti gli slogan e i cartelloni e considerevole - sino alla fine - la partecipazione.
«Il conseguimento della maturità dovrebbe essere un trampolino di lancio verso il futuro - afferma Eva Costanzo, del liceo linguistico "Bonaventura Secusio" di Caltagirone - e invece è una spinta nell'abisso dell'incertezza. E' una riforma che distrugge la scuola pubblica».
«Oggi - aggiunge la Costanzo - abbiamo costituito il comitato degli studenti del Calatino per continuare a fare sentire la nostra voce».
«Che ne sarà di noi - si interroga Francesco Di Benedetto, anche lui del Linguistico - con questi tagli così penalizzanti? Così ci tolgono pure il diritto a coltivare le nostre legittime aspirazioni». A denunciare «le gravi conseguenze» determinate dalla riforma "targata" Maria Stella Gelmini sono anche Roberta Lanzafame, Giorgia Musumarra e Sonia Astuto del liceo scientifico "Ettore Majorana" di Caltagirone.
Voci all'unisono anche da Ramacca, con Salvatore Indovino del "Vincenzo Scuderi" che parla di «manifestazione bene organizzata e capace di coinvolgere l'intero comprensorio».
Ornella Muni e Massimo Tartaro, dello stesso istituto, che ricordano «gli effetti dannosi» del disegno di legge.
Secondo gli studenti che scandiscono gli slogan, «la riforma Gelmini dice di voler premiare il merito ma, dopo avere compiuto un taglio robusto ai finanziamenti, distribuisce in base al merito soltanto il 7 per cento del finanziamento rimasto».

Mariano Messineo - La Sicilia del 05 dicembre 2010





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