Piazza Armerina (EN). Scuola cattolica: Mons. Michele Pennisi sulla parità scolastica
Data: Lunedì, 06 dicembre 2010 ore 06:54:49 CET
Argomento: Rassegna stampa


La scuola pubblica italiana, di cui sono parte integrante le scuole statali, quelle degli enti locali e quelle paritarie, sta attraversando un momento difficile a causa dei tagli operati dalla Legge finanziaria dello Stato e della Regione. Se questi tagli creano gravi problemi alle scuole statali alle quali vanno garantiti i necessari finanziamenti, ne creano di gravissimi alle scuole paritarie.
Molte scuole paritarie sono a rischio di chiusura. Uno studio attento condotto di recente dimostra che lo Stato, non dovendo gestire circa 1 milione di studenti delle scuole paritarie, ha un risparmio annuo di 6 miliardi e 245 milioni di euro.
Per fare un esempio lo Stato spende per ogni bambino di scuola dell’infanzia statale la somma di 6.116 euro mentre per un bambino di scuola dell’infanzia paritaria solamente 584 euro. In Sicilia le scuole paritarie dell’infanzia sono frequentate da circa 20 mila bambini e occupano, tra personale docente e non docente circa 3000 persone. Si fa notare che esiste una disparità fra la nostra Regione a Statuto speciale e le altre regioni in quanto una classe di scuola primaria convenzionata della Sicilia prende una somma di € 1.500 mentre una classe di scuola primaria del resto dell’Italia percepisce € 19.500.
La situazione è drammatica per i percorsi d’istruzione e formazione professionale dell’obbligo formativo gestite soprattutto dai Padri Salesiani e dalle Suore Salesiane e frequentate da centinaia di adolescenti, fra cui una quarantina a Pietraperzia e duecento a Gela, privati di una formazione che è l’unica alternativa alla strada. Siamo molto preoccupati che questo enorme ritardo nell’avvio dei corsi e l’impedimento ad attivarne alcuni possa veramente danneggiare i nostri giovani, specialmente nei territori più svantaggiati. In questo modo invece di contrastare l’evasione e la dispersione scolastica si contribuisce ad incrementarla.
I genitori di ogni estrazione sociale che, spesso con grandi sacrifici, sostengono concretamente le scuole paritarie frequentate dai loro figli e che per questa loro scelta educativa subiscono una doppia tassazione (una imposta dallo Stato e l’altra costituita dalla retta di frequenza della scuola paritaria) hanno chiesto la solidarietà della comunità ecclesiale e civile in quanto ritengono che si tratta di una questione di giustizia elementare e di vera democrazia che non può discriminare i cittadini, che hanno uguali doveri e uguali diritti.
Bisogna guardare alla parità scolastica prevista dalla legge dello stato n.62 del 2000 come una innovazione e una risorsa nell’interesse dell’intero sistema scolastico nazionale, in analogia per quanto già avviene per gli altri servizi pubblici, a partire dal servizio sanitario nazionale. Occorre che nel nostro Paese, ancora influenzato dal virus dello statalismo, si diffonda una cultura della parità per compiere finalmente il passo che lo collocherà, a tutti gli effetti, anche per il suo sistema scolastico, nell’Unione Europea che è il territorio civile al quale dobbiamo fare riferimento. Don Luigi Sturzo scriveva già nel 1947: ”Finché gli italiani non vinceranno la battaglia delle libertà scolastiche resteranno sempre servi di tutti perché non avranno respirato la vera libertà che fa padroni di sé stessi e rispettosi degli altri in una scuola veramente libera”.(da http://www.vivienna.it/ di Mons. Michele Pennisi, Vescovo Delegato della Conferenza Episcopale Siciliana per la Scuola, l’Università e l’Educazione cattolica)






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