Comincia il valzer delle poltrone “apicali” nelle direzioni regionali
Data: Domenica, 05 dicembre 2010 ore 08:01:23 CET
Argomento: Rassegna stampa


Il segretario nazionale della Uil scuola, Di Menna: "L’assenza di figure apicali di riferimento comporta tutti quei ritardi e quei deficit organizzativi che si verificano in ogni struttura organizzata senza vertice
E nell’amministrazione scolastica si prepara il valzer delle poltrone: tanti i posti “apicali” da coprire. Sia all’interno del ministero che in periferia, alle direzioni scolastiche regionali. Tutti posti da 150 mila euro di stipendio in su. Fino ai 300 mila euro che vengono riconosciuti al capodipartimento fino a qualche settimana fa affidato a Giuseppe Cosentino che è andato in pensione, come in pensione sono andati Mario Dutto, responsabile della direzione ordinamenti, Maria Nardiello, storica direttrice del settore istruzione tecnica e tanti altri funzionari che costituivano l’asse portante dell’organizzazione del sistema scolastico nazionale.
E poi in periferia: ci sono sei regioni (Liguria, Toscana, Abruzzo, Umbria, Campania, Sicilia) senza guida. Tutti posti scoperti, tutte poltrone da assegnare. Che succede, intanto? Lo dice bene il segretario nazionale della Uil scuola Massimo Mennea che ha appena sollevato il problema: “L’assenza di figure apicali di riferimento comporta quei ritardi e quei deficit organizzativi che si verificano in ogni struttura organizzata, senza vertice. Nella scuola, insieme di competenze e funzioni non riconducibile a logiche meramente aziendali, il risultato è quello di lentezze e rinvii che incidono direttamente su aspetti essenziali del sistema di istruzione”. E aggiunge: “La scuola ha bisogno di essere guidata da persone in grado di saper governare processi complessi, anche in relazione alle modifiche apportate al Titolo V della Costituzione e non ‘super ragionieri”.
Una cosa è certa: se ne sono andati i più esperti, i più professionalizzati, e sostituirli non sarà facile. I pochi direttori generali rimasti in carica al ministero sono di fresca nomina e arrivati ai vertici dell’amministrazione scolastica per meriti soprattutto politici. Uno di questi, il portavoce del ministro, ha ricoperto il posto facendosi aiutare da un interno che pure è andato in pensione. Che farà ora oltre che diffondere comunicati stampa di solidarietà della Gelmini al capo del governo ogni volta che come in questi giorni e sotto scacco? La copertura delle poltrone vuote avvengono con un decreto del governo su proposta del ministro. E a chi assegnerà queste poltrone?
Non mancano certo i candidati, per il capodipartimento, in particolare. Tra questi Francesco De Sanctis, attuale direttore del Piemonte, certo uno dei più abili, ma con un peccato originale: era stato promosso dall’ex ministro Luigi Berlinguer. E allora c’è chi preferisce avanzare l’ipotese di Giuseppe Colosio, attualmente responsabile della scuola lombarda, bresciano, fedelissimo della Gelmini. Tutto però dipende dalla sorti del governo Berlusconi: se cade, cade anche la Gelmini , e uno come Colosio non accetterebbe di andare a Roma se il giorno dopo che si insediasse un altro ministro fosse costretto a lasciare l’incarico. Meno rischiose sarebbero le nomine dei dirigenti scolastici regionali perché anche se cambiasse il governo, potrebbero restare in piedi per un triennio. (di Augusto Pozzoli, da Il Fatto)

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