Kamarina, la nuova Pompei sulla spiaggia di Montalbano: ''Crolla tutto''
Data: Mercoledì, 01 dicembre 2010 ore 18:00:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Lasciata all'incuria e al degrado sta sparendo in mare la città greca (Ragusa) da cui passavano le merci pregiate per gli imperatori di Roma. Tesori di monete, statue e relitti affondati sulla spiaggia del commissario Montalbano.
"E' allarme rosso per Kamarina, qui sta crollando tutto". Sono parole di Giovanni Di Stefano, direttore del neonato parco archeologioco di Kamarina, nel comune di Marina di Ragusa. L'archeologo, autore di decine di studi sul sito, è di fresca nomina a capo dell'area archeologica, che da un paio di mesi è diventata 'parco'con una legge regionale, ma non ha le risorse necessarie per intervenire sull'erosione costiera che sta portando via il promontorio dell'agorà. Parte della cinta muraria è crollata lo scorso inverno, una torretta difensiva del V secolo a.C. penzola nel vuoto, aggrappata all'ultimo lembo di terra con la sua recinzione. E sulla spiaggia sottostante, il pericolo di caduta massi per chi fa una passeggiata è imminente.
Un'emergenza archeologico-ambientale su cui sono stati lanciati ripetuti allarmi nel corso dell'ultimo anno, da parte di comitati dei cittadini, enti preposti, associazioni ambientaliste. Ma con l'arrivo dell'inverno e delle prossime mareggiate si teme il peggio. "Decine di sopralluoghi, montagne di carte e denunce, ma nessuno è intervenuto sull'arretramento del piede della collina, che avviene a vista d'occhio", spiega Di Stefano.
In due settimane tra marzo e aprile scorsi sono scomparsi 15 metri di spiaggia, portati via dalle acque in tempesta. A novembre del 2009 la Regione Sicilia aveva promesso uno stanziamento di cinquantamila euro ma questi soldi non sono mai arrivati. Tutto quello che ha avuto Kamarina sono tremila euro per recuperare i blocchi della cinta muraria crollati sulla spiaggia. "Proponiamo un sostegno della scogliera con rocce naturali per mantenere la torre", dice Di Stefano. Le sue parole sono cadute nel vuoto come quello che resta di Kamarina.
Di questa triste storia fa parte un lungo elenco di promesse non mantenute. Nel giro dell'ultimo anno in tanti hanno annunciato l'arrivo di fondi per Kamarina e sono stati smentiti dai fatti. Giancarlo Farruggio, del comitato "Tutti per Kamarina", ricorda che "il 26 marzo 2010, durante una conferenza stampa, i deputati regionali Riccarco Minardo e Pippo Di Giacomo annunciano l'arrivo di 50 mila euro, da parte del neo-assessore regionale ai Beni Culturali Gaetano Armao e del presidente Raffaele Lombardo. In un incontro in Prefettura, da parte dell'IdV di Vittoria, si scopre che il decreto di finanziamento giace nel tavolo della sovrintendenza da circa 3 mesi in attesa di una firma".
Dunque, la ricca città greca di Kamarina, riemersa dalle sabbie africane sulla spiaggia del commissario Montalbano, sta per sprofondare in mare. Lasciata all'incuria e al degrado come Pompei, vittima dell'erosione costiera amplificata dal porto di Scoglitti, una delle colonie della Magna Grecia più importanti del Mediterraneo, rischia di essere distrutta per la quinta volta nella sua storia lunga quasi tremila anni. Kamarina è una colonia greca, fondata dai Siracusani, nel VII secolo a.C e cantata da Pindaro nelle sue odi per quanto era popolosa. Sorge su un promontorio sabbioso nel comune di Marina di Ragusa. Una spiaggia più famosa per le scene della fiction ispirata dai racconti di Camilleri che per questo tesoro dell'archeologia ancora poco noto.
A Kamarina, in un paesaggio nordafricano affacciato sul canale di Sicilia, terra e acqua sono uno scrigno di tesori custoditi dal parco acheologico dell'antica città e da quello sottomarino. Lungo la costa ragusana ci sono decine di relitti affondati, dalle navi greche alle galee medievali. Il mare ha resituito elmi corinzi rarissimi, un tesoro di cinquemila monete coniate da sei diversi imperatori romani, ma anche monete puniche, thermos di bronzo decorati con maschere, fiaschi di vetro di duemila anni fa, vasi intarsiati e uno dei primi lingotti d'argento del Mediterraneo. Il relitto più bello da quarant'anni appare e scompare sott'acqua a seconda delle mareggiate. Trasportava due colonne da 18 tonnellate, lunghe sei metri l'una, adagiate sul fondale. Colonne di marmo giallo, provenienti dalle cave della Numidia. Erano marmi pregiati, destinati a Roma e alle sue province. Pare infatti che nel I secolo a.C. il marmo africano fosse una vera moda. La casa di Augusto sul Palatino aveva colonne e capitelli di marmo giallo antico, così il Pantheon e l'arco di Costantino. Utensili, armi e suppellettili rinvenuti nei pressi della nave affondata intorno al 200 d.C. provengono da tutto il Mediterraneo e mostrano le rotte commerciali che passavano da Cartagine e attraversavano il Canale di Sicilia. Per le forti correnti che spingevano le navi verso la costa, i naufragi erano frequenti, così la nave terminò il suo viaggio sotto l'agorà di Kamarina.
Tra il promontorio di Kamarina e punta Braccetto sono state rinvenute un gran numero di lucerne in bronzo, resti di un altro naufragio. Erano un bene di lusso, destinate alle domus romane di rappresentanza di Pompei ed Ercolano. Ma anche brocche con raffigurazioni di Iside e decorazioni a fiori di loto. La costa infida della Sicilia Orientale ha conservato tutto questo, in un basso fondale sabbioso sotto dune di sabbia mobili. Sommerso e' anche il porto di Kamarina, importantissimo sbocco commerciale, costruito dentro la foce del fiume Ippari, in un perfetto equilibrio tra acqua dolce e salata. Sul promontorio invece è visibile l'agorà, dove si svolgevano le funzioni civili e religiose. Il museo e' stato ricavato da una masseria ottocentesca costruita sui resti del tempio di Athena, in parte ancora visibili. La cresta del promontorio costituiva l'asse della citta', collocata tra due fiumi, l'Ippari e l'Oanis, con un abitato molto esteso di circa 200 ettari, in cui sono identificabili anche le fattorie ellenistiche. Nelle necropoli sono state ritrovate migliaia di tombe. Tutto questo fa di Kamarina un luogo unico per la storia del Mediterraneo. (Dire - Redattore Sociale)(da www.dire.it)

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