Atenei, da parentopoli al reclutamento: ecco la riforma Gelmini
Data: Mercoledì, 01 dicembre 2010 ore 07:25:10 CET Argomento: Rassegna stampa
Il disegno di
legge al Senato dal 9 dicembre per il via libero definitivo. Tutte le
misure previste
La Camera dei deputati ha detto sì alla riforma dell'Università voluta
da Mariastella Gelmini. I presenti erano 566, i votanti 559. I sì sono
stati 307, i no 252, gli astenuti 7. Il 9 si torna al Senato per il via
libera finale. Il ddl si compone di 25 articoli che rivedono la
governance degli atenei, il reclutamento di ricercatori e professori,
introducono un codice etico per le università. Per la prima volta "i
fondi saranno legati al merito", spiegano dal ministero, "le università
saranno autonome, ma risponderanno delle loro azioni. Se saranno
gestite male riceveranno meno finanziamenti". A votare a favore del
disegno di legge sono stati Pdl, Lega e Futuro e libertà, contro Pd,
Idv, Udc. I rutelliani dell'Api si sono astenuti.
CODICE ETICO PER TUTTI, NO A PARENTOPOLI - La riforma introduce
un codice etico per evitare incompatibilità e conflitti di interessi
legati a parentele. La Camera ha anche introdotto un emendamento del
governo per mettere ko le parentopoli: non si potranno avere parentele
fino al quarto grado nei dipartimenti che bandiscono il posto. Non
potrà diventare docente in un dato ateneo anche chi ha una parentela,
sempre fino al quarto grado, con rettore, direttore generale o con uno
dei consiglieri di amministrazione. Chi violerà il codice etico sarà
punito con un provvedimento deciso dal Cda, ma senza la componente
studentesca.
RETTORI SOLO A TEMPO - Viene introdotto il limite massimo complessivo
di 6 anni al mandato (unico e non rinnovabile) dei rettori. I rettori
potranno essere sfiduciati dai Senati Accademici a maggioranza di due
terzi.
APERTURA A MEMBRI ESTERNI NEI CDA - La riforma distingue più nettamente
le funzioni di Senato Accademico e Consiglio d’Amministrazione. Il
primo ha competenze di indirizzo sulla didattica e le attività di
ricerca, il secondo decide sui bilanci e anche su chiusura e apertura
dei corsi. Si apre alla presenza di esterni nei Cda, con specifiche
quote: non dovranno essere meno di 3 se il Cda ha 11 membri, non
saranno meno di 2 se il Consiglio è più piccolo.
ANCHE NEGLI ATENEI ARRIVANO I DIRETTORI GENERALI - La riforma introduce
la figura del direttore generale al posto del direttore amministrativo.
Il dg dovrà rispondere delle sue scelte, come un vero e proprio manager
dell’ateneo. Alle università che assumeranno o gestiranno le risorse in
maniera non trasparente saranno ridotti i finanziamenti.
VIA ALLE FEDERAZIONI - Gli atenei avranno la possibilità di fondersi
tra loro o aggregarsi su base federativa per evitare duplicazioni e
costi inutili.
VALUTATORI A MAGGIORANZA ESTERNI, 'VOTI' ANCHE DA STUDENTI - Arriva il
nucleo di valutazione d’ateneo a maggioranza esterna. I curricula dei
valutatori dovranno essere pubblicati sui siti degli atenei. Anche gli
studenti valuteranno i professori, valutazione che sarà determinante
per l’attribuzione dei fondi alle università. I migliori avranno più
fondi.
PROFESSORI, ARRIVA ABILITAZIONE NAZIONALE - Il ddl introduce
l’abilitazione nazionale, senza non si può accedere ai posti di
ordinario e associato. L’abilitazione è attribuita da una commissione
nazionale sulla base di specifici parametri di qualità. I posti saranno
poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite
dalle singole università, cui potranno accedere solo gli abilitati.
L'emendamento anti-parentopoli interviene su questo punto: alle
chiamate non partecipano coloro che hanno parenti nel dipartimento che
bandisce il posto o che sono parenti di alcune cariche come il rettore.
PIANO ASSUNZIONI, 1.500 ASSOCIATI/ANNO - Gli emendamenti alla Camera
dei finiani hanno permesso l'introduzione di un piano di assunzioni di
1.500 associati all'anno per tre anni. I soldi sono stati stanziati in
Finanziaria. La copertura effettiva ci sarà quando questa sarà
approvata.
RICERCATORI SÌ, MA SOLO A TERMINE - Arriva il ricercatore a termine,
mai più contratti a tempo indeterminato. Il governo introduce la tenure
track: ci saranno contratti 3+2+3 e poi si potrà tentare di diventare
professori, previa abilitazione. Secondo il ministero "questa norma
abbassa l'età in cui si entra di ruolo in università, da 36 a 30 anni,
con uno stipendio che passa da 1300 euro a 2100". Nel concorso da
ricercatori arriva l'obbligo di una prova di lingua straniera.
PROFESSORI MERITEVOLI - Scatta la valutazione di docenti e ricercatori:
in caso di pagella negativa i 'bocciati' non potranno entrare negli
organismi di valutazione. Ogni tre anni il personale dovra' presentare
una relazione sul proprio operato, se la valutazione sara' negativa
salteranno gli scatti di stipendio. I soldi risparmiati confluiranno in
un fondo di ateneo per la premialità dei docenti migliori.
'BADGE' PER I PROF E RICERCATORI IN CATTEDRA - I docenti avranno
l’obbligo di certificare la loro presenza a lezione, contro
l'assenteismo. Viene per la prima volta stabilito un riferimento
uniforme per l’impegno dei professori a tempo pieno per il complesso
delle attività didattiche, di ricerca e di gestione, fissato in 1500
ore annue di cui almeno 500 destinate ad attività di docenza e servizio
per gli studenti. Arriva la quota oraria da dedicare alla didattica
anche per i ricercatori: quelli di ruolo sono "tenuti a riservare
annualmente a compiti di didattica integrativa e di servizio agli
studenti fino ad un massimo di 350 ore in regime di tempo pieno e fino
ad un massimo di 200 ore in regime di tempo definito".
STOP PROLIFERAZIONE PROF A CONTRATTO E PIU' MOBILITA' - I contratti a
titolo gratuito non potranno "superare nell'anno accademico il 5%
dell'organico dei professori e ricercatori di ruolo in servizio presso
l'ateneo". Inoltre i contratti di docenza (oggi spesso abusati per
coprire i vuoti di organico) possono essere rinnovati per "un periodo
massimo di cinque anni". Viene favorita la mobilità all'interno degli
atenei e viene data la possibilità a chi lavora in università di
prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il
posto.
DOTTORATO DI RICERCA, PASSA MINI-RIFORMA - Il ddl ridefinisce le
istituzioni che possono avere corsi di dottorato. Non si parla piu'
solo di atenei ma anche di "qualificate istituzioni italiane di
riforma". Si allarga il cerchio, dunque. Sara' il ministero, dopo aver
sentito l'Anvur, l'Agenzia di valutazione, ad accreditare i corsi.
Inoltre salta l'obbligo di coprire almeno il 50% dei posti con borse di
studio.
STUDENTI, ARRIVA FONDO MERITO - Sarà costituito un fondo nazionale per
il merito al fine di erogare borse di merito e di gestire su base
uniforme, con tassi bassissimi, i prestiti d'onore. il 10% di queste
borse saranno destinate, per volere della Lega, a studenti che studiano
in atenei situati nel luogo dove sono residenti.
30 novembre 2010
(da www.dire.it)
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