Provvedimenti per l’università italiana necessari e utili per darle ossigeno e risollevarla dal baratro profondo in cui era precipitata
Data: Martedì, 30 novembre 2010 ore 21:13:58 CET
Argomento: Opinioni


Ancora più sorprendente è il fatto che a cavalcare la tigre di carta ci si sia messo il partito democratico che quando era al governo aveva proposto un riordino del tutto identico a quello realizzato dal parlamento ora; ancor più incomprensibile è per una opposizione acuire la battaglia politica su un terreno in cui invece bisogna trovare occasioni di dialogo e di incontro perché l’università non può essere né di sinistra né di destra.
Far credere agli studenti delle scuole medie superiori che con questo provvedimento si toglie il futuro ai giovani è una di quelle mistificazioni che fa rivoltare per l’indignazione.
A togliere il futuro ai giovani sono proprio quelle pratiche di stagnazione e quelle procedure concorsuali che hanno consentito ai baroni di perpetuare il nepotismo e l’arroganza accademica.
Ma come è possibile che giovani studenti dei licei intelligenti e motivati possano credere ciecamente a quei professori che li hanno fatti salire sui tetti e li hanno fatto dormire nelle fredde camerate delle scuole occupate senza loro chiedere il perché e senza ragionare e discutere sui testi che il parlamento stava discutendo?
Si sono chiesti e si chiedono gli studenti medi e universitari se ci perdono o guadagnano da questa riforma? Sanno gli studenti che nella riforma c’è contenuto l’investimento di un miliardo di euro che in questi frangenti di drammatica crisi finanziaria rappresenta il massimo che si potesse fare?
Sanno gli studenti che i loro professori ordinari hanno profuso a piene mani nepotismo e lassismo e irresponsabilità?
L’Università di Siena per esempio ha gli stessi studenti di quella di Verona, ma il doppio di personale tecnico. E come è noto Siena ha accumulato un buco di ben 150 milioni di euro, non avendo gli atenei l’obbligo di una contabilità economico-patrimoniale. Mentre vigeva il blocco del turn over, l’Università di Messina è riuscita ad aumentare del 290% i suoi professori ordinari negli ultimi 5 anni. Come ha fatto? Semplice: promuovendo quasi tutti i suoi professori associati a ordinari. E non sono stati i soli.
Sanno gli studenti che in Gran Bretagna sono state aumentate le tasse di 7 volte perché non è più sostenibile il mito del tutto gratis a tutti?
Introdurre merito e valutazione è un elemento che va a favore della qualità della docenza e della ricerca; chi si oppone a criteri di valutazione per interessi di bottega rischia di far precipitare il nostro paese in un tunnel senza possibilità di uscita.
L’università non può e non deve essere terreno di scontro di questo bipolarismo immaturo che imperversa in Italia.

Salvatore Indelicato







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