Merenda da casa 'vietata' nelle scuole di Genova, il pediatra boccia l'iniziativa
Data: Domenica, 28 novembre 2010 ore 07:01:54 CET Argomento: Rassegna stampa
Nelle scuole di
Genova 'vietato' portare da casa la merenda. Circa 16.000 dei 36.000 alunni del comune
ligure non possono portare panini o altro nello zaino, perche' lo
spuntino di meta' mattina viene loro fornito dalla scuola. Lo
stesso vale per i bambini della scuola dell'infanzia o a tempo pieno, a
cui in pomeriggio viene dato un frutto, che in molti casi viene messo
in un sacchetto e portato a casa oppure sbucciato dagli operatori
scolastici. Un'iniziativa bocciata da Italo Farnetani, professore a
contratto di comunicazione presso l'Universita' degli Studi di
Milano-Bicocca, critico verso l'impostazione della refezione scolastica
a Genova.
Secondo il pediatra, infatti, la merenda sia del mattino sia del
pomeriggio portata da casa offre alcuni vantaggi. "E' una continuita'
con la famiglia - spiega all'Adnkronos Salute - rappresenta un elemento
di unione fra la realta' familiare e la vita della scuola. Chi porta la
merenda da casa, la sceglie secondo il proprio gusto individuale: cosi'
si favorisce lo sviluppo della persona, mentre con i cibi offerti dalla
scuola, tutti uguali, si favorisce la massificazione. E' importante poi
che ognuno scelga lo spuntino che vuole, perche' si favoriscono sia le
tradizioni regionali e locali, sia quelle familiari. E' noto che i cibi
hanno una importante valenza affettiva", sottolinea.
Per Farnetani, "e' sbagliato anche proporre solo o prevalentemente la
frutta perche' e' importante ma non puo' essere l'unico prodotto
offerto. Lo spuntino di meta' mattinata, fatto a scuola, compensa una
prima colazione spesso insufficiente e coincide con la fase di maggior
apprendimento per l'alunno, che va dalle 11 alle 13".
Per la merenda del pomeriggio, prosegue Farnetani, "in Italia l'orario
piu' frequente sono le 17.00. Pertanto chi esce prima da scuola, potra'
mangiare a casa, mentre e' bene che venga offerta agli altri una
varieta' di cibi se a provvedere e' l'istituto".
Il pediatra riconosce "l'importanza della frutta nell'arco della
giornata, ma il consumo non si impone per decreto o comunque dall'alto.
I bambini imparano ad apprezzare la frutta se viene consumata in casa,
cioe' ricopiando l'esempio dei genitori. E' sbagliato anche pensare che
imporre la frutta a scuola al posto delle merende sia un modo per
combattere l'obesita', sarebbe infatti preferibile che le scuole
facessero fare piu' ore di attivita' motoria".
Farnetani ricorda infine che "la merenda del pomeriggio deve fornire il
10% delle calorie della giornata, in modo da arrivare a cena con
appetito, mentre la prima colazione e lo spuntino a meta' mattinata
devono assicurare il 25% delle calorie giornaliere: mangiare solo
frutta e' dunque insufficiente dal punto di vista calorico". Martedi'
30 novembre, alle 17.00, Farnetani ne parlera' alla conferenza su
"tematiche dei minori, in relazione alla scuola e in particolare alla
figura dei nonni", in programma alla scuola 'Suore Benedettine della
Provvidenza' a Genova.
(Adnkronos/Adnkronos Salute)
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