Sacconi, carente orientamento a scuola e in università
Data: Venerdì, 26 novembre 2010 ore 06:46:55 CET Argomento: Rassegna stampa
In un'epoca
in cui l'80% del calo dell'occupazione riguarda proprio i giovani (dati
2010), resta evidente - e da risolvere - il forte disallineamento tra
le figure professionali richieste e la loro disponibilita' nel mercato
del lavoro. ''Un gap dipendente dalle debolezze dei percorsi educativi
e formativi e dalle carenze del nostro sistema di orientamento'', ha
esordito cosi' il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Maurizio Sacconi, in
videocollegamento (trattenuto a Roma per il tavolo sul Mezzogiorno tra
Governo e Parti sociali) all'apertura della ventesima edizione di JOB&Orienta, il salone
nazionale dell'orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro, fino al 27 alla Fiera di Verona.
In Italia piu' di un terzo dei giovani sceglie il
liceo in contrasto col mercato del lavoro che chiede competenze
tecniche: ''Il dato ci dice chiaramente come in questo caso pesi ancora
troppo la convenzione sociale.
''La carenza dell'orientamento nelle scuole e nelle universita' e'
tipicamente italiana, affiancata spesso anche da una scarsa attenzione
alle richieste del mercato del lavoro'' ha proseguito il ministro. In
media un giovane italiano e' al suo primo impiego a 22 anni, contro i
16,5 dei tedeschi. Rispetto a esperienze lavorative vissute durante lo
studio (come lo stage), nel Mezzogiorno solo il 9,2% dei giovani puo'
metterne in curriculum, e al Nord la percentuale non e' molto piu'
alta: tocca il 19%; ancora, il 21% dei giovani tra i 15 e i 29 anni
oggi in Italia non studia e non lavora. A cio' si aggiunga che, a
fronte dell'incidenza importante che l'attuale crisi ha avuto
sull'occupazione giovanile, gli studi delle associazioni datoriali
identificano il 26,7% della domanda di lavoro come di difficile e
addirittura di impossibile reperimento.
Occorre inoltre vincere la persistente separazione tra i due mondi
dell'educazione e del mercato del lavoro, eliminando ''i percorsi
inutilmente lunghi che non danno robuste competenze e favorendo un
maggior dialogo tra i due sistemi, per formare conoscenze di base e
competenze trasversali e permettere un'occupabilita' continua dei
giovani'', ha detto il ministro Sacconi, aggiungendo,: ''cosi' sapremo
rendere autosufficiente un giovane che si affaccia al mercato del
lavoro, soprattutto in questo contesto di grandi cambiamenti''.
Il Ministro e' intervenuto anche sul tema del precoce abbandono
scolastico, fenomeno ancora ''resistente'', a cui intende far fronte la
legge specifica sull'apprendistato a 15 anni, varata quest'anno dal
Parlamento, consentendo cosi' di ''recuperare il ragazzo, senza
forzarlo a restare in aula, attraverso la possibilita' di un contratto
di apprendistato particolare a forte contenuto formativo, nella
speranza che un'esperienza di lavoro integrata con l'apprendimento
possa stimolare un ritorno alla conoscenza''.
''E' lo stesso mercato del lavoro a chiedere figure professionali con
competenze tecniche, che non sono invece facilmente disponibili, alle
quali e' garantita spesso una remunerazione maggiore rispetto a chi
proviene da una formazione classica debole, come da lauree frutto delle
fantasie creative di qualche docente per giustificare le proprie
cattedre - ha aggiunto Sacconi -. Anche nell'alta formazione i
contratti di apprendistato sono da valorizzare di piu' e meglio: ''Pure
in questo ambito c'e' bisogno di un rapporto tra imprese e universita':
l'universita' si apra all'impresa, che tra l'altro ha una forte valenza
formativa e puo' servire a riorientare i percorsi per aiutare
l'occupabilita' e la crescita economica del
Paese''.
(ASCA)
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