Le occupazioni studentesche delle scuole di Palermo ripropongono vecchi rituali in contrasto con il clima di legalità e di sicurezza di una comunità e
Data: Giovedì, 25 novembre 2010 ore 18:03:55 CET
Argomento: Rassegna stampa


In calce i due articoli che riguardano il preside Tripodi Roberto

La Repubblica edizione di Palermo del 25.11.2010

VOLTA, PUGNO DURO DEL PRESIDE “PUNIZIONI PER I CONTESTATORI”

Il preside Roberto Tripodi: “In due hanno impedito l’accesso ai compagni”

PROVVEDIMENTI disciplinari per gli studenti che si sono intestati l' occupazione della succursale dell'Iti Alessandro Volta di Passaggio dei Picciotti. Il preside Roberto Tripodi li proporrà lunedì nell'ambito di un consiglio di istituto che avrà all'ordine del giorno due punti: occupazione e provvedimenti.
“I ragazzi — dice Tripodi — devono comprendere che occupare una scuola comporta delle precise responsabilità.  A cominciare dai danni che potrebbe subire la struttura. I due ragazzi che potrebbero incorrere nel provvedimento della sospensione hanno formato un picchetto davanti alla scuola per impedire ai compagni di entrare in aula. Questo è un fatto grave. Sarà l'intero consiglio a decidere”.
Tripodi proprio ieri si è dimesso dall'incarico di  consulente della qui mia coro missione dell'Ars qua le esperto in materia di pubblica istruzione, dal momento che non giudica le occupazioni 'esempi di preside democrazia». »
Visto che ho letto sugli organi di stampa — scrive Tripodi nella sua lettera di dimissioni— che l'assessore Mario Centorrino definisce le occupazioni e le autogestioni studentesche per i ragazzi
"esempi di democrazia", mi vedo costretto a rassegna re le dimissioni dall'incarico. Sono fortemente
messo a disagio da dichiarazioni che delegittimano quanti, tentano in questi momenti difficili di ga-rantire il diritto allo studio di coloro che hanno nella scuola statale il solo modo di emanciparsi e di inserirsi con successo, da cittadini e da professionisti, nella società».
Gli studenti del Volta lunedì scorso avevano richiesto un'assemblea straordinaria per decidere le forme di protesta da adottare. E martedì mattina hanno occupato la succursale. Sono in 15 a dormi-re a scuola la notte e un centinaio a organizzare le attività durante il giorno. »
Il preside — dice Paolo Zarcone, studente che a suo dire potrebbe incorrere nella sospensione—ci ha vietato prima l' assemblea e poi l'autogestione che avevamo votato. Così abbiamo messo lucchetti e catenacci e abbiamo occupato. Stiamo cercando di tenere lontani gli estranei dalla scuola perché non vogliamo avere problemi con il preside. Spero tanto che i docenti non votino per la nostra sospensione».

“ GIORNALE DI SICILIA “ del 25.11.2010

CONSULENTE SI DIMETTE IN POLEMICA CON CENTORRINO

PALERMO Il professor Roberto Tripodi non è più il consulente della V commissione quale esperto in materia di Pubblica Istruzione. Le dimissioni sono state inviate dal professore al presidente dell'Ars, Francesco Cascio, che lo aveva nominato lo scorso 11 dicembre.
«Ho letto sugli organi di stampa che l'assessore regionale all'Istruzione, Mario Centorrino, ha definito le occupazioni e le autogestioni "esempi di democrazia" - dice Tripodi - Sono fortemente messo a disagio da dichiarazioni che delegittimano quanti, presidi, genitori, studenti, docenti, questore, tentano in questi momenti difficili di garantire il diritto allo studio».
«Ho parlato di democrazia e lo ribadisco - dice l'assessore Mario Centorrino - Il professore ritiri le sue dimissioni e venga a trovarmi nel mio ufficio dove potremo aver un confronto, per comprendere ognuno i propri pensieri. Quando parlo di democrazia, intendo forme di protesta che restino nella legalità,che rispettino cose e persone.
Mi piace citare il sociologo Albert Hirschman, che diceva che una collettività davanti un problema o fugge, oppure sceglie di farsi sentire. Ecco, penso che gli studenti stiano facendo sentire la loro voce».
Per Tripodi, invece, democrazia non significa «impossessarsi con la prepotenza e la sopraffazione dei locali pubblici, ma corretta gestione degli spazi democratici attraverso gli organi collegiali della scuola». «Queste forme di protesta ci fanno capire che i giovani stanno cambiando - dice Centorrino - Non possiamo parlare di un nuovo '68, ma gli studenti cominciano ad interessarsi alle loro problematiche».







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