Aumenti di merito. Dopo 10 anni dal concorsone si riparte con una 14esima per i prof più bravi, pro
Data: Martedì, 23 novembre 2010 ore 10:30:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Dopo dieci anni
dal fallito concorsone, che costò la poltrona all'allora ministro
dell'istruzione, Luigi Berlinguer,
tocca a Mariastella Gelmini rimettere in campo il merito degli
insegnanti. Con due sperimentazioni questa volta, nessun
provvedimento d'imperio, i cui risultati saranno probabilmente
esaminati da altro ministro dell'istruzione, visto il precipitare della
crisi politica. Sarà che i tempi sono cambiati, sarà che si parla
comunque di sperimentazioni concentrate in solo 4 province, il progetto
annunciato ufficialmente dalla Gelmini la scorsa settimana raccoglie
più consensi del previsto: c'è il sì di Cisl, Uil, Snals-Confsal e
Gilda («bene la valutazione in un sistema concordato a livello
contrattuale che valorizzi merito ed esperienza», è la linea dei
rispettivi segretari, Francesco Scrima, Massimo Di Menna, Marco Nigi e
Rino Di Meglio), con distinguo critici della Cgil («attenzione, manca
un progetto culturale e mancano i fondi», attacca Mimmo Pantaleo) e il
no deciso dei Cps («pronti all'obiezione di coscienza»). Mentre dal Pd arriva un consenso
condizionato.
Con un documento sulla scuola di qualche settimana fa, si
sosteneva la necessità di una valutazione dell'attività del docente su
richiesta dello stesso e con l'obiettivo di valorizzare «la didattica
ordinaria di qualità e di ulteriori iniziative didattiche svolte nella
scuola». Documento che torna nelle parole di Francesca Puglisi,
responsabile scuola del partito, che fissa i paletti: sì alla
valutazione «per la diffusione delle buone pratiche didattiche, per
aiutare tutti gli studenti», no a «stilare una poco utile classifica
delle scuole migliori, favorendo probabilmente un ingestibile esodo di
iscrizioni da un istituto all'altro».Il finanziamento del merito trova
la sua fonte nella quota del 30% dei risparmi realizzati grazie ai
tagli agli organici. Vale per quest'anno 360 milioni di euro, di questi
320 mln andranno a coprire il recupero degli scatti di anzianità (si
veda ItaliaOggi di martedì scorso), i restani 40 milioni per i progetti
sul merito. Occhio a scuole e docenti I progetti coinvolgeranno gli
insegnanti su base volontaria complessivamente nelle scuole di Napoli,
Torino, Pisa e Siracusa. La prima sperimentazione valuterà la bravura
dei singoli docenti attraverso un nucleo composto dal preside e da due
insegnanti eletti, con voto segreto, dal collegio dei docenti. La
valutazione terrà conto del curriculum vitae dell'insegnante, del
documento di autovalutazione dello stesso e delle indagini svolte
presso genitori e studenti per capire la reputazione che il candidato
ha presso l'utenza. Ad occuparsi del monitoraggio finale del progetto
due fondazioni, quella della Compagnia di San Paolo e la Treelle. Ai
docenti meritevoli, nella misura massima del 15-20%, verranno assegnati
premi individuali pari a una mensilità. La sperimentazione riguarderà
20 scuole di due città campione: Napoli e Torino. I risultati saranno
pubblicati nell'albo dei singoli istituti. Testerà invece le scuole,
attraverso il valore aggiunto nei livelli di apprendimento degli
studenti, il secondo progetto. La valutazione riguarderà i risultati
alle prove Invalsi, e sarà svolta da un team di osservatori: un
ispettore scolastico e due esperti indipendenti. La sperimentazione
coinvolgerà le scuole medie di Pisa e Siracusa. Alle migliori, il 15%,
sarà assegnato un premio massimo di 70 mila euro annuo. L'istituto
provvederà poi a distribuirlo al suo interno tra gli insegnanti. La
relazione finale sull'andamento è stata affidata alla Fondazione
Giovanni Agnelli. Gli scatti scongelati Dovrebbe essere alla
controfirma del ministro dell'economia, Giulio Tremonti, il decreto che
sblocca gli scatti di anzianità nella scuola. Per insegnanti e
personale ausiliario, tecnico e amministrativo, circa un milione di
dipendenti, sono ad oggi l'unico criterio di progressione degli
stipendi, a parte il recupero dell'inflazione. Valgono dai 522 euro
l'anno, il primo scatto di un docente della scuola primaria, ai quasi
1600 euro dell'ultimo scatto di un insegnante della scuola superiore.La
manovra correttiva dei conti li aveva bloccati per tutto il pubblico
impiego nel triennio 2010-2012. Successivamente, attraverso un accordo
con l'Economia fortemente voluto da Cisl, Uil, Snals e Gilda, si decise
di riutilizzare una quota dei risparmi di sistema per ripristinarli. Il
decreto interministeriale dovrebbe mettere la parola fine alla
trattativa(da ItaliaOggi)
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