CIR DEI DIRIGENTI SCOLASTICI DELL’EMILIA ROMAGNA: SI RIPETE LA STESSA SOLFA
Data: Lunedì, 22 novembre 2010 ore 19:02:23 CET
Argomento: Sindacati


Dopo quella della Sicilia e della Lombardia, è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo della Emilia Romagna; le anomalie segnalate nelle precedenti note diventano sempre più pesanti.

Vediamo i punti essenziali, partendo dal budget; l’ammontare viene determinato aggiungendo allo stanziamento ministeriale la quota-parte degli incarichi aggiuntivi, il totale viene poi suddiviso tra retribuzione di posizione e retribuzione di risultato, nelle proporzioni stabilite dal CCNL:
Tab.1-Budget


TOTALE

7.909.147,95

100,00

POSIZIONE

6.722.775,76

85,00

RISULTATO

1.186.372,19

15,00

LA RETRIBUZIONE DI POSIZIONE
Per prima cosa, viene determinato l’impegno di spesa per la corresponsione della quota fissa che, pur essendo già in pagamento, va comunque contabilizzata a carico del Fondo Regionale; si procede moltiplicando l’importo annuo pro capite per il numero dei dirigenti in servizio:
Tab.2-Impegno di spesa per quota fissa


IMPORTO PRO CAPITE

DIRIGENTI IN SERVIZIO

SPESA

3.556,68

452

1.607.619,36

Si sottrae poi tale importo dal totale del budget per la posizione e si ottiene così il budget per la quota variabile:
Tab.3-Determinazione budget per quota variabile


BUDGET POSIZIONE

IMPEGNO PER QUOTA FISSA

BUDGET PER QUOTA VARIABILE

6.722.775,76

1.607.619,36

5.115.156,40

E’ ora possibile determinare l’importo medio della quota variabile; stranamente, non si prendono più in considerazione i dirigenti in servizio, ma quelli in organico:
Tab.4-Determinazione importo medio quota variabile


BUDGET PER QUOTA VARIABILE

DIRIGENTI IN ORGANICO

MEDIA PRO CAPITE

5.115.156,40

565

9.053,37

Attenzione, lo ribadiamo anche qui: si tratta di una scelta, non di un obbligo; si potrebbe pensare che se il Fondo è stato determinato in base ai dirigenti in organico, anche la sua suddivisione deve seguire lo stesso criterio, ma non è così, perché significherebbe che molte quote (per la precisione, 114) non verrebbero corrisposte ed andrebbero di conseguenza perse.

Se per determinare la media pro capite si utilizzano come divisore i dirigenti in organico (565), essendo i dirigenti in servizio di meno (452), l’impegno di spesa risulta inferiore al budget:
Tab.5-Impegno di spesa quota variabile


MEDIA PRO CAPITE

DIRIGENTI IN SERVIZIO

IMPEGNO DI SPESA

QUOTA RESIDUA

€ 9.053,37

452

4.092.123,24

1.023.033,16

Nota:A causa degli arrotondamenti,i calcoli non sono precisi
Si registra un “risparmio”, una “quota residua” pari a euro1.023.033,16, che viene accantonata.

Vediamo ora la determinazione della quota variabile differenziata per fasce, dato che finora abbiamo parlato di media pro capite:
Tab.6-Importi quota variabile per fasce


FASCE

RAPPORTO

IMPORTO ANNUO

IMPORTO MENSILE

PRIMA

1,75

10.300,21

792,32

SECONDA

1,50

8.828,75

679,13

TERZA

1,25

7.357,29

565,95

QUARTA

1,00

5.885,83

452,76

TOTALE

 

 

 

Possiamo notare che la divaricazione tra prima e quarta fascia è diversa nelle tre Regioni: 70% contro 90% in Sicilia, 75% in Emilia Romagna, 70% in Lombardia.

LA RETRIBUZIONE DI RISULTATO
Il budget per la retribuzione di  risultato viene ad essere raddoppiato, grazie al conferimento della quota residua della retribuzione di posizione:
Tab.7-Rideterminazione budget retribuzione risultato


BUDGET

QUOTA RESIDUA

BUDGET RIDETERMINATO

1.186.372,19

1.023.031,28

2.209.403,47

Del budget rideterminato si accantona una quota per il pagamento delle reggenze, il resto è disponibile per la retribuzione di risultato:
Tab.8-Suddivisione budget risultato


REGGENZE

RETRIBUZIONE RISULTATO

874.634,72

1.334.768,75

A questo punto, viene definito il nuovo importo della retribuzione di risultato, corrisposta mensilmente:
Tab.9-Retribuzione di risultato


FASCE

IMPORTO ANNUO

IMPORTO MENSILE

PRIMA

3.339,90

256,92

SECONDA

2.862,77

220,21

TERZA

2.385,65

183,51

QUARTA

1.908,52

146,81

MEDIA

2.624,21

201,86

ANALISI DEL CONTRATTO
Ho avuto già modo dirlo, lo ripeto qui: a leggere certe cose, sono rimasto letteralmente basito: spostare 1.023.031,28 euro dalla posizione al risultato è un’operazione del tutto illegittima, a norma degli artt. 55 e 56 del CCNL; in questo modo, non viene infatti rispettata la suddivisione del Fondo stabilita dal contratto: 85% alla retribuzione di posizione e 15% alla retribuzione di risultato. La suddivisione cambia completamente:

 

Tab.10-Suddivisione del budget in base al CIR

 

BUDGET  RIDETERMINATO

IN %

TOTALE

7.909.147,95

100,00

POSIZIONE

5.699.744,48

72,07

RISULTATO

2.209.403,47

27,93

Il budget per la posizione scende al 72%, quello per il risultato sale al 28%: c’è bisogno di dire altro?

Abbiamo fatto una simulazione, rispettando quanto stabilito dal CCNL (85% posizione e 15% risultato), e abbiamo messo a confronto i risultati con quanto stabilito dal CIR.
Per la posizione abbiamo:
Tab.11-Confronto tra CIR e Simulazione-Importi mensili


FASCE

CIR

SIMULAZIONE

DIFFERENZA

PRIMA

792,32

990,40

+198,08

SECONDA

679,13

848,92

+169,78

TERZA

565,95

707,43

+141,49

QUARTA

452,76

565,95

+113,19

Per il risultato abbiamo:
Tab.12-Confronto tra CIR e Simulazione-Importi mensili


FASCE

CIR

SIMULAZIONE

DIFFERENZA

PRIMA

256,92

67,51

-189,41

SECONDA

220,21

57,86

-162,35

TERZA

183,51

48,22

-135,29

QUARTA

146,81

38,58

-108,23

Anche se c’è una certa differenza dovuta ai diversi sistemi di calcolo, appare evidente che se si fosse rispettato il CCNL, com’è evidente, i totali non sarebbero cambiati; ma ben diversa sarebbe stata la suddivisione tra posizione e risultato; tra i 110 e i 200 euro mensili, a seconda della fascia, il Cir li fa illegittimamente passare dalla retribuzione di posizione a quella di risultato.

Si potrebbe dire: cosa cambia? E’ la somma che fa il totale! Non è vero affatto,  perché le somme appena indicate sono perse ai fini della pensione e della liquidazione; i colleghi emiliani e romagnoli che andranno in pensione nei prossimi anni, con 40 anni di servizio, perderanno tra i 110 e i 200 euro al mese sulla pensione e tra i 4.400 e gli 8.000 sulla buonuscita!

Perché tutto questo? Per risolvere il problema dell’incapienza dei Fondi, si risponde in sede sindacale.
Non è vero; per la Sicilia e la Lombardia abbiamo parlato di un’operazione di maquillage, ma per l’Emilia Romagna non c’è nemmeno questo.
Ipotizziamo che prima o poi i vuoti di organico siano riempiti, a seguito dell’espletamento del prossimo concorso; a parità di condizioni, la retribuzione di posizione resterebbe invariata, dato che è “tarata” sui posti in organico, ma quella di risultato diminuirebbe: di nuovo l’incapienza, con conseguente diminuzione della retribuzione.
Essendo in Emilia Romagna la retribuzione di risultato pagata mensilmente, si avrebbe una diminuzione degli stipendi mensili, non occultabile, come nel caso delle altre due regioni, dove  diminuirebbe l’una tantum  annuale, con la speranza che a distanza di un anno i colleghi non se ne accorgano.
L’unico modo per evitare l’incapienza in caso di colmatura degli organici è quello di aumentare le risorse.
Le risorse, però, effettivamente aumentano in modo automatico, perché anno per anno viene conferita ai Fondi la RIA dei pensionati; se si tiene conto che fino al 2014 le retribuzioni sono bloccate, è evidente che alla riapertura della contrattazione il conferimento della RIA di tre o quattro anni avrà ampiamente colmato l’eventuale in capienza; a maggior ragione, la decurtazione della retribuzione di posizione appare senza senso.

Pietro Perziani, perziani@libero.it
Resp nazionale relaz sindacali dirpresidi/confedir







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