Non solo Sakineh, la pena di morte è attiva in molti altri stati del mondo.
Data: Giovedì, 18 novembre 2010 ore 01:00:00 CET
Argomento: Redazione


Ormai non si contano più i movimenti  di mobilitazione, spontanei o meno, per salvare la vita a Sakineh, questa donna iraniana accusata di complicità in omicidio del marito.
L’evidente scalpore che ha suscitato questo caso, però, merita una riflessione, anche a costo di apparire una voce fuori dal coro, fermo restando la condanna della pena di morte in qualunque forma e in qualunque posto essa si manifesti.
La prima riflessione deve scaturire dalla verifica di alcuni luoghi comuni, purtroppo molto diffusi e non a caso, che coinvolgono il mondo islamico. E’ pur vero, infatti, che  in Iran esiste un altissimo livello di alfabetizzazione femminile; la maggioranza di loro si laurea e occupa professioni di prestigio il che smentisce, chiaramente, l’idea che le donne iraniane siano tenute in uno stato di segregazione. Per l’opinione pubblica, però, tutto il mondo islamico viene visto secondo un modello omologante che accomuna Iran, musulmani sciiti e talebani secondo un unico stereotipo,  per lo più falsato e che non tiene conto che alcune usanze come il burka, l’infibulazione e altre pratiche tipiche di alcuni paesi siano di derivazione autoctona, usanze locali antiche,  addirittura alcune anche pre- islamiche.
A questo punto si dovrebbe riflettere anche sul  concetto di “libertà” delle nostre donne occidentali. E se viene ritenuto  aberrante secondo la nostra idea di “libertà” l’uso dello chador ( il velo che deve  coprire solo i capelli e non il volto delle donne musulmane secondo la tradizione coranica ortodossa) che cosa dire allora della continua esposizione e mercificazione del corpo femminile non solo a livello mediatico ma anche per “ fare carriera” che abbiamo nel nostro civile mondo occidentale?
Può sembrare paradossale ma se per essere “facilitate” a fare un esame o a vincere un concorso bisogna mostrare le gambe, a questo punto, è molto meglio lo chador che per lo meno impone agli altri di valutarti per quello che sei e per quello che vali e non per l’aspetto fisico! E’ ovviamente una provocazione ma c’è poco da scherzare riguardo l’interpretazione errata di libertà che viene spacciata per vera nella nostra società;  la cosa più odiosa è che viene vista anche come un modello privilegiato e quindi superiore, accettato e ripetuto quasi da tutti ma senza la minima criticità in  merito.
L’Iran, inoltre, è uno stato sovrano, autonomo e libero di vivere secondo le proprie leggi, le proprie idee e la propria religione. Un caso di condanna a morte può indignare per l’offesa che essa comporta ad ogni essere umano ma non può diventare come temiamo, l’ennesimo pretesto per denigrare un paese “scomodo”; scomodo per le idee che vanno contro ad alcuni interessi particolari. I contrasti ideologici vanno affrontati con la politica e la diplomazia e non con le bombe se è davvero questo che si cerca, cioè il dialogo e non invece, come temiamo, si persegue un preciso progetto che non è tanto  interessato alle risorse economiche quanto piuttosto all’interesse strategico-militare che riveste lo spazio occupato dall’Iran e in cui fine ultimo non è soltanto il controllo del Medio oriente ma soprattutto della Cina.
Tornando , infine , alla pena di morte vale ribadire che  ogni lotta è utile per salvare una vita umana e  quindi anche per Sakineh ma ad una condizione: che si parli anche di quelle decine e decine di persone ancora  detenute nei vari bracci della morte in attesa di essere giustiziate ( fra l’altro negli USA fino al 2005 venivano giustiziati anche detenuti per delitti compiuti durante l’adolescenza) e precisamente nei seguenti stati e nei seguenti modi:
Alabama: iniezione letale
Arizona: camera a gas, iniezione letale
Arkansas: iniezione letale, sedia elettrica
California , camera a gas, iniezione letale
Colorado: iniezione letale
Connecticut:iniezione letale
Delaware: iniezione letale
Florida:iniezione letale, sedia elettrica
Georgia, Idawo, Illinois, Indiana, Kansas: idem
Kentucky e Lousiana: iniezione e sedia elettrica
Maryland, Mississippi, Missouri: camera a gas, iniezione
Montana, New hampshire: iniezione o impiccagione
Nebraska: sedia elettrica
New Mexico, New york: iniezione
North Carolina: camera a gas
Ohio: iniezione
Oklohoma: camera a gas, iniezione, sedia elettrica
Oregon e Pennsylvania: iniezione letale.

 Perché diversamente è difficile, molto difficile credere che un solo caso come se fosse l’unico, possa indignare  laddove, invece, per tutti gli altri nessuno o quasi manifesta il minimo dissenso…

Tecla Squillaci
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