La sonda Chandra della NASA scopre un buco nero:ma cos’è un buco nero?
Data: Martedì, 16 novembre 2010 ore 04:00:00 CET
Argomento: Redazione


Il telescopio a raggi X della NASA, Chandra,  ( Chandra in sanscrito significa Luna ed è il nome dato alla stessa divinità lunare nella religione vedica, un po’ come la Selene dei Greci) ha appena scoperto un buco nero di appena trent’anni. Esso si è generato dall’implosione della supernova SN 1979 C della galassia M 100  a 50 milioni d’anni luce da noi, per cui la luce dell’esplosione è giunta a noi “soltanto” dopo 50 milioni d’anni per cui l’età di 30 anni del buco nero scoperto è relativa, ovviamente, al nostro criterio temporale.
Ma cos’è un buco nero?
Forse non tutti sanno che il primo a teorizzarne l’esistenza fu proprio A. Einstein, una teoria, invero, quella di Einstein che rimaneva soltanto nell’ambito della singolarità matematica prima che venissero scoperti da Planck e poi  captati veramente dalle varie sonde spaziali questi  inquietanti “oggetti” dello spazio.
Comunque , già prima del riscontro oggettivo , la prova della loro esistenza viene fornita dalla particolare forma assunta dalla riga di fluorescenza del ferro ( dovuta all’implosione della materia siderale) detta riga Kalpha.
Dal centro del buco nero, diparte una radiazione lunga diverse  migliaia di anni luce, tutte le stelle limitrofe al buco nero vengono attratte dalla sua forza gravitazionale e la stella entra in un gorgo, esattamente come il gorgo d’acqua del maelstrom  e la sua rotazione aumenta in proporzione esponenziale rispetto alla forza gravitazionale.  La stella viene praticamente “triturata” perché la sua energia atomica non può contrastare quella gravitazionale del buco nero. A questo punto ogni corpo  che finisce dentro il gorgo verrà distrutto e in parte espulso mediante i getti radio. In particolare, è proprio L’AIMS (Alpha magnetic spectometer) è uno spettrometro concepito proprio per lo studio della radiazione cosmica,  e quindi anche dei cosidetti black holes,analizzando la presenza o l’assenza di anti-materia di origine primordiale, la natura e l’origine della materia oscura, non producente o riflettente luce, che costituisce molta parte del nostro cosmo ed infine l’origine e gli effetti della radiazione cosmica .
I buchi neri propongono la rivisitazione anche di alcuni relativamente nuovi concetti fisici come quello della spazio curvo. Il primo studioso a proporre l’esperimento per determinare la geometria dello spazio cosmico fu il famosissimo matematico Lobachevski; in un universo, come egli supponeva, curvo la parallasse delle stelle non può scendere al di sotto di un certo limite, nella dimensione dei black holes, invece, tutto è ribaltato. Inoltre, sembrerebbe che i buchi neri non siano soltanto “luoghi” che fagocitano la materia ma anche, secondo alcune teorie, la producono…. Se si vuol capire di più , quindi, sul big bang è necessario studiare questi fenomeni cosmici.
In realtà molti misteri sono ancora gelosamente conservati dall’Universo; senza cadere in ipotesi di fantascienza, esistono davvero centinaia di  fenomeni inspiegabili; uno di questi, ad esempio è quello chiamato EBANIS (Entità Biologiche Aeree Non Identificate)  che si distingue dal solito oggetto volante non identificato in quanto si parla di vere e proprie entità biologiche , ovvero esseri viventi. Ebanis ,che ormai viene studiato seriamente in quanto non si tratta di ipotesi dovuta a non meglio definiti avvistamenti ma ne  è stata scientificamente  rilevata l’esistenza, di cui non si riesce a dare una certezza né terrestre né aliena, sono forme mutanti, luminose, che appaiono in alcuni punti del cielo in particolari aree; la loro singolarità è proprio l’aspetto che cambia continuamente forma.<

Tecla Squillaci
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