Il Codice di comportamento per dirigenti: ma non fa parte del Ccnl relativo all'area V?
Data: Domenica, 14 novembre 2010 ore 07:15:32 CET
Argomento: Redazione


Se si asserva bene si comprende che c'è stata una escalation, lenta ma inesorabile, contro la scuola a partire dagli inizi di questo secolo e che ha avuto il suo culmine nei giorni scorsi con la pubblicazione del Contratto dell'area V della dirigenza, allorchè, all'art.16, Codice disciplinare, comma 8, lettera c, si legge: “La sanzione disciplinare della sospensione dal servizio con privazione della retribuzione  da un minimo di tre giorni fino ad un massimo di sei mesi, si applica, graduando l’entità  della sanzione in relazione ai criteri di cui al comma 1, per:  manifestazioni ingiuriose nei confronti dell’amministrazione salvo che siano espressione  della libertà di pensiero, ai sensi dell’art. 1 della legge n. 300/1970.” Il preside è servito e se sbaglia, o se non avverte il direttore dell'ufficio scolastico regionale prima di rilasciare una intervista a un giornale o prima di rendere noto all'opinione pubblica le sue difficoltà nei confronti del Miur, rischia molto, ma pure moltissimo. Un bavaglio? Sicuramente si e siccome questo è il Governo del fare tutto deve essere disciplinato per legge e per sanzione, nella convinzione che i cittadini abbiano bisogno di una guida che dica loro ciò che è giusto e ciò che è sbagliato; che disegni il crinale al di là del quale c' è la pena o la promozione e siccome tanti dirigenti si sono rivolti ai giornali per denunciare la penuria di fondi e di sostegno economico ecco la legge che disciplina il loro operato e la valenza delle  loro espressioni nei confronti dell'amministrazione, soprattutto se sono lesive. Questo però è l'ultimo, per ora, atto di una sequela di improperi contro professori e dirigenti scolastici che ebbe  inizio con la singolare dichiarazione di Berlusconi (siamo intorno al 2001) secondo cui la scuola è un potere forte in mano alla sinistra. Lo si prese in giro all'epoca, compreso il bidello che non sapeva nemmeno il significato di quel concetto, ma la linea era stata tracciata e come sempre si capì in ritardo il vero significato delle sue parole. Catellon catelloni però su quella strada si misero pure alcuni illustri pensatori di destra, delegittimando e guastando l'immagine della categoria, tirando fuori il “68, l'ignoranza, la neghittosità, il non-merito dei professori e così via. Passata questa squadra di genieri ecco un'altra schiera di bulldozer togliere ogni residuo ostacolo e scagliarsi ora contro il giudizio espresso in lettere nella pagella, il modulo di tre maestri, le troppe materie di insegnamento, il voto in condotta, il largheggiare, le promozioni facili,  finché si arriva al tempo di Gelmini il cui incarico preciso non è rinfocolare la scuola e l'istruzione, ma di adattare quanto nel decennio lentamente si è formato alle bisogna di chi tira i cordoni della borsa e ha progetti finalizzati. E infatti il dicastero della istruzione non fu affidato a una esperta come Valentina Aprea, insegnante e competente di vicende scolastiche, ma a un avvocato e con una dubbia abilitazione alla professione ma che  in compenso  ha il merito di ingolfare la giustizia per le troppe incongruenze tra le sue norme e la loro legittimità giuridica. Col suo avvento però il bisturi è entrato fino in fondo, compiendo così l'opera annunciata ma della quale non c'era stata percezione visibile fino a quando la finanziaria del 2008 e le successive riforme epocali non hanno mostrato l'osso scarnificato. L'ultimissima uscita è quella sopra descritta, alla quale è seguito anche il codice di comportamento dei docenti. Tuttavia nelle pieghe dei criteri generali, riguardo al  tipo e all’entità di ciascuna delle sanzioni disciplinari nei confronti dei dirigenti, c'è un interrogativo che lascia perplessi: tutta la materia è disciplinata dal “Contratto collettivo nazionale  di lavoro  relativo al personale dell’area V della dirigenza per il quadriennio normativo 2006-2009 ed il primo biennio economico 2006-2007”. Ci chiediamo infatti: ma il contratto di lavoro non si stipula fra le parti? Fra cioè il datore di lavoro e i sindacati di categoria? E se è così, perchè alcune organizzazioni sindacali dei dirigenti si sono stracciate le vesti quando il Contratto è stato pubblicato nel sito del Miur?

Pasquale Almirante
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