LA CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA REGIONALE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI
Data: Venerdì, 12 novembre 2010 ore 21:05:34 CET
Argomento: Sindacati


 

In Sicilia, si ha:
CIR Sicilia-Aumenti mensili


FASCE

AUMENTO posizione variabile

AUMENTO posizione variabile in %

AUMENTO risultato

AUMENTO risultato in %

PRIMA

171,60

24,09

87,81

55,20

SECONDA

264,60

55,15

89,61

75,76

TERZA

125,03

26,06

50,63

42,81

QUARTA

194,77

72,01

48,36

59,29

Nella tabella sono evidenti alcuni “fattori di disturbo”, ma appare comunque evidente che la posizione variabile aumenta molto meno della retribuzione di risultato; nella prima fascia siamo al 24,09% per la posizione contro il 55,20% del risultato.

Se ci spostiamo in Lombardia, quanto appena evidenziato si manifesta in modo addirittura eclatante:
CIR Lombardia-Aumenti mensili


FASCE

AUMENTO posizione variabile

AUMENTO posizione variabile in %

AUMENTO risultato

AUMENTO risultato in %

PRIMA

33,42

3,96

166,16

111,89

SECONDA

58,88

8,66

139,92

111,89

TERZA

84,34

16,35

113,69

111,89

QUARTA

109,80

31,21

87,45

111,89

            Anche in questo caso ci sono “fattori di disturbo”, ma, sempre riferendoci alla prima fascia, la sperequazione tra retribuzione di posizione e retribuzione di risultato addirittura esplode: siamo al 3,96% contro il 111,89%.

Come si è arrivati a questa “supervalutazione” della retribuzione di risultato? Potrà sembrare strano, ma il punto di partenza è l’utilizzo del budget per la retribuzione di posizione.
Per prima cosa, sulla base dei dirigenti in servizio, è stato determinato l’impegno di spesa per la corresponsione della quota fissa della posizione, che, pur essendo già in pagamento, va contabilizzato a carico del Fondo Regionale; sottratto tale importo, si ottiene il budget per la quota variabile.
Si è proceduto poi a  determinare  l’importo medio della quota variabile; stranamente, non si sono stati presi in considerazione i dirigenti in servizio, ma quelli in organico.
Attenzione: si tratta di una scelta, non di un obbligo; si potrebbe pensare che se il Fondo è stato determinato in base ai dirigenti in organico, anche la sua suddivisione deve seguire lo stesso criterio, ma non è così, perché significherebbe che molte quote non verrebbero corrisposte ed andrebbero di conseguenza perse.
Essendo i dirigenti in servizio di meno rispetto a quelli in organico, l’impegno di spesa risulta inferiore al budget disponibile, si registra un “risparmio”, si ha una “quota residua”: in Sicilia è pari a 1.125.870,58 euro, in Lombardia a 2.718.557,74 euro.

Che fine fa la quota residua? In Sicilia, una parte, 203.212,82 euro, viene utilizzata come integrazione alla retribuzione di posizione per quelle scuole che sono state danneggiate nella ridefinizione delle fasce da poco operata in regione, mentre la maggior parte, 922.655,59 euro, viene conferita al budget per la retribuzione di risultato; in Lombardia, l’intera quota va ad aggiungersi al budget per la retribuzione di risultato.

Ecco spiegato l’arcano.

A leggere queste cose, chi scrive è rimasto letteralmente basito: in Sicilia, circa 900 euro a testa passano dalla retribuzione di posizione a quella di risultato, con l’ovvia conseguenza che questi 900 euro sono persi ai fini della pensione e della liquidazione; tutti i colleghi siciliani che andranno in pensione nei prossimi anni con 40 anni di servizio, perderanno circa 70 euro al mese sulla pensione e circa 2.800 sulla liquidazione.
In Lombardia, chiaramente, le cose vanno anche peggio!

Che senso ha tutto questo? Nelle intenzioni, questo dovrebbe servire a risolvere il problema dell’incapienza dei Fondi Regionali, ma non è così, come vedremo a breve.
Di più: quanto fatto è addirittura illegittimo; a norma degli artt. 55 e 56 del CCNL, il Fondo è destinato per l’85% alla retribuzione di posizione e per il 15% alla retribuzione di risultato; con lo spostamento della quota residua dalla posizione al risultato, in Sicilia si ha:
Rideterminazione budget posizione e risultato

 

BUDGET 2010

IN %

BUDGET RIDETERMINATO

IN %

TOTALE

16.166.914,69

100,00

16.166.914,69

100,00

POSIZIONE

13.741.877,49

85,00

12.819.221,90

79,29

RISULTATO

2.425.037,20

15,00

3.347.692,79

20,71

            Il budget per la posizione scende sotto l’80%, quello per il risultato va oltre il 20%; lo stesso naturalmente vale anche per la Lombardia. Come detto, oltre che assurdo, TUTTO QUESTO E’ ILLEGITTIMO.

Abbiamo provato a fare una simulazione per la Sicilia, rideterminando gli importi per la posizione e il risultato rispettando la suddivisione del budget (85% per posizione e 15%  per risultato) stabilita dal CCNL; abbiamo poi messo confronto gli aumenti mensili della nostra simulazione con quelli stabiliti dal CIR:
Confronto tra Cir Sicilia e Nostra Simulazione-Aumenti mensili

 

CIR

SIMULAZIONE

FASCE

POSIZIONE

RISULTATO

TOTALE

POSIZIONE

RISULTATO

TOTALE

PRIMA

171,6

246,87

418,47

262,81

156,2

419,01

SECONDA

264,6

207,89

472,49

341,41

131,54

472,95

TERZA

125,03

168,91

293,94

187,43

106,88

294,31

QUARTA

194,77

129,93

324,70

242,77

82,21

324,98

            A parte qualche piccola differenza dovuta ai diversi sistemi di calcolo e relativi arrotondamenti, si può agevolmente constatare che il totale coincide, si colloca sui 419 euro mensili, ma in base al Cir solo i 171,6 della posizione sono utili ai fini della pensione e della buonuscita, mentre nella nostra simulazione la cifra sale a 262,81; lo stravolgimento del CCNL si trasforma in un danno non indifferente per la categoria.
Di nuovo: lo stesso, anzi peggio, succede in Lombardia.

Ripetiamo: perché tutto questo? Per risolvere il problema dell’incapienza dei Fondi, si risponde in sede sindacale.
Non è vero, quella fatta è un’operazione di puro maquillage, naturalmente a spese della categoria.
Ipotizziamo che prima o poi i vuoti di organico siano riempiti, a seguito dell’espletamento del prossimo concorso; a parità di condizioni, la retribuzione di posizione resterebbe invariata, dato che è “tarata” sui posti in organico, ma quella di risultato diminuirebbe: avremmo di nuovo l’incapienza, con conseguente diminuzione della retribuzione, più esattamente della sola retribuzione di risultato.
Dato però la retribuzione di risultato viene corrisposta in un’unica soluzione per ogni anno scolastico, ecco l’effetto maquillage: gli stipendi mensili rimarrebbero invariati, diminuirebbe l’una tantum  annuale, ma a distanza di un anno chi se ne accorgerebbe?
L’unico modo per evitare l’incapienza in caso di colmatura degli organici è quello di aumentare le risorse.
Le risorse, però, effettivamente aumentano in modo automatico, perché anno per anno viene conferita ai Fondi la RIA dei pensionati; se si tiene conto che fino al 2014 le retribuzioni sono bloccate, è evidente che alla riapertura della contrattazione il conferimento della RIA di tre o quattro anni colmerà ampiamente l’eventuale in capienza dei Fondi: a maggior ragione, la decurtazione della retribuzione di posizione appare senza senso.

Pietro Perziani, perziani@libero.it
Resp. Nazionale relaz sindacali dirpresidi/confedir







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