Concluse a Catania le due giornate promosse dalla Flc-Cgil: “Ancora tutto sulle nostre spalle”
Data: Venerdì, 12 novembre 2010 ore 05:00:00 CET
Argomento: Sindacati


Nello specifico, per quanto riguarda la scuola, la manovra del Governo blocca tutti i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego, congela le retribuzioni, innalza l’età pensionabile per le donne e taglia i trasferimenti agli enti locali con effetti pesanti e concreti sul funzionamento scolastico e sulle strutture. Ciò significa meno soldi per le mense scolastiche, per i trasporti, per i buoni libro. “La manovra è iniqua – continua Campanari – perché colpisce solo il lavoro dipendente e dei pensionati mentre non prevede aliquote patrimoniali sulle rendite e sui grandi patrimoni. Questo ha come risultato immediato quello di danneggiare gravemente il sistema pubblico della conoscenza e del welfare”. Oggi 11 novembre, (ieri per il quotidiano) il focus dei lavori è stato sull’’Università, sulla Ricerca e sull’AFAM (Alta Formazione Artistica e Musicale). L’approfondimento del tema è stato affidato a Rita Guariniello dirigente del Centro Nazionale FLC CGIL (dipartimento contrattazione Università, Ricerca, AFAM) che ha fatto chiarezza sulle conseguenze, nel settore universitario, della manovra economica, del Decreto Gelmini e delle circolari emanate dal ministro Brunetta. Il Decreto rappresenta una vera e propria inversione di rotta nel percorso di autonomia universitaria. Tutto il provvedimento ha la tendenza a centralizzare il potere, nella convinzione che la comunità accademica, vista la pluralità degli interessi in campo, sia incapace di autogovernarsi. Ma un sistema complesso come quello accademico, nonostante i limiti e le degenerazioni particolaristiche che, a volte, ha dimostrato in questi anni, non può, naturalmente, rinunciare all'esercizio concreto dell'autonomia. Tra norme dirette e deleghe, il DDL contiene circa 180 prescrizioni, minuziosamente esposti, che si abbatteranno sull'università e la renderanno un sistema burocratico, centralistico, autoritario, privatistico, chiudendo ogni reale prospettiva di studio e di lavoro ai giovani, non solo non dando nessuna prospettiva di stabilizzazione al precariato, ma anzi, dimezzando del 50% i contratti a termine, cancellando, così di fatto, i ricercatori, Nella rincorsa all'ispirazione centralistica la parte del leone spetta al Ministero dell'Economia, che diventa il vero controllore del sistema, quasi commissariando il MIUR. A fronte di una media europea del 2%, il nostro paese investe in ricerca e sviluppo appena lo 0,8% del PIL, e la riforma attuale accentuerà ancora di più la controtendenza dell'Italia che, che abbassando il livello delle prestazioni del sistema universitario, ne uscirà indebolita in confronto ai competitori internazionali. Inoltre, non solo il governo dell'ateneo sarà in mano a pochi, visto che molto probabilmente saranno escluse le rappresentanze elettive del personale tecnico amministrativo, il consiglio di amministrazione sarà costituito da un numero massimo di 11 membri non elettivi e avrà una forte componente di soggetti esterni, ma la rincorsa ai finanziamenti porterà i Rettori a chiudere gli atenei e le facoltà decentrate con la conseguenza di non poter più tutelare le professionalità acquisite e di creare sovrapposizioni di funzioni. Gli incontri hanno avuto luogo presso il Monastero dei Benedettini di piazza Dante a Catania e hanno visto, oltre che la partecipazione di numerosi professionisti della scuola, dell'università e della ricerca, gli interventi di Giusto Scozzaro, segretario regionale FLC GIL Catania, Maurizio Lembo, dirigente nazionale FLC, Angelo Villari, segretario CGIL di Catania e Antonella Distefano, che, in qualità di segretario generale FLC di Catania, ha coordinato i lavori.





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