Gelmini: arrivano fondi per la riforma dell'universita', torneranno cervelli
Data: Martedì, 09 novembre 2010 ore 10:40:00 CET Argomento: Ministero Istruzione e Università
Il governo
ha trovato fondi per il funzionamento della riforma universitaria, "una
riforma urgente, l'ultima possibilità per fare emergere le nostre
università ed evitare la fuga dei cervelli". E' il ministro
dell'Istruzione, Maria Stella
Gelmini, a tirare le somme sul lavoro svolto negli ultimi mesi
respingendo le critiche sui tagli nel suo settore. A margine
della prima conferenza nazionale sulla ricerca sanitaria accoglie le
indicazioni che arrivano dai ricercatori come Mauro Ferrari direttore
dell'Istituto di ricerca Metodisth di Houston in Texas, che parla di
meccanismi di riequilibrio per evitare la fuga delle migliori menti
italiane.
"Si tratta di raccogliere la sfida dei cambiamenti e rendere il sistema
centrale, dobbiamo ripensare alla regole e non puntare solo alle
risorse". Rivolgendosi ai ricercatori, il ministro annuncia che a breve
saranno definiti i vincitori del programma Rita Levi Montalcini per 50
milioni di euro, un programma che sarà rifinanziato. Fra le "altre
buone notizie" Gelmini spiega che è stato ultimato il bando per i
distretti tecnologici nel Mezzogiorno per un totale di 915 milioni di
euro. "Parlare solo di tagli è ingeneroso" ha concluso.
FAZIO,SERVE DEFISCALIZZARE,USERO' TUTTE LE MIE ARMI - La ricerca, anche
quella privata, in Italia è scarsa, "servono politiche di
defiscalizzazione e userò tutte le mie armi, anche se scontate, per
realizzare questo obiettivo". Il ministro della Salute, Ferruccio
Fazio, al via dei lavori della prima conferenza nazionale sulla ricerca
che battezza il network di ricercatori italiani nel mondo, si rivolge
alla platea di scienziati biomedici promettendo battaglia per
incentivare il settore. Fazio agli studiosi che hanno lasciato l'Italia
e che sono tornati per l'evento ad incontrare le istituzioni politiche,
amministrative e le aziende nazionali spiega che anche nel nostro Paese
sono cambiati i criteri sui bandi di ricerca, resi più trasparenti. Il
ministro ammette che la mobilità dei ricercatori italiani è in parte
inevitabile: "é fisiologica - spiega - ma abbiamo pochissimi
ricercatori stranieri che vengono in Italia". Il network, nato per
valorizzare i saperi delle competenze italiane all'estero, servirà da
rampa di lancio per il confronto sul lavoro realizzato, ma il Ministero
ha anche stanziato dieci milioni di euro per il finanziamento di
progetti e collaborazioni che vedano partecipare insieme ricercatori
italiani in Italia e ricercatori italiani all'estero con l'obiettivo di
far nascere progetti di ricerca con respiro internazionale. "Attraverso
l'anagrafe che registrerà la presenza dei ricercatori nel mondo, ha
concluso il ministro, sarà anche possibile comprendere meglio dove
operano e contare su di loro" per un processo di miglioramento e di
crescita del sistema di ricerca italiana.(Ansa)
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