Coordinamento in difesa della scuola pubblica statale – Catania: dopo 26 e 30 ott. prosegue la mobilitazione
Data: Luned́, 08 novembre 2010 ore 23:25:00 CET
Argomento: Comunicati


Proviamo a semplificare. Partendo dall’idea che il sistema economico-sociale dominante, che per comodità chiamiamo occidentale, si fosse definitivamente affermato, negli ultimi 15 - 20 anni si è assistito, in tutti i campi, all’acritica esaltazione  di questo modello e al conseguente attacco contro tutto ciò che ricordava l’esistenza di valori e pensieri alternativi. In nome del mercato, della globalizzazione e della competitività, si è così progressivamente rimessa in discussione la “stagione dei diritti” (al lavoro, alla salute, allo studio), frutto di lotte e mobilitazioni, sprezzantemente definite  ‘inutile retaggio del passato’, il vecchio che sarebbe stato travolto e sepolto dal nuovo. Così è stato chiamato riformismo non la tensione verso il cambiamento, ma, paradossalmente, il ritorno al passato. Lo stesso fenomeno è avvenuto rispetto al sistema dell’istruzione: una politica regressiva di tagli è stata definita “riforma epocale” e, soprattutto, si sta cercando di fare della scuola e dell’università il luogo che, esattamente al contrario di quanto affermato nella nostra Costituzione, accresce ed esaspera le differenze sociali.
I fatti, però, sono testardi. La (imprevista!) crisi economica, che ha sconvolto, e continua a sconvolgere, le ‘solide’ economie del mondo occidentale, ha messo in luce la povertà e la debolezza di tale modello. Cosa rimane, sotto i colpi impietosi della realtà, di tanta ostentata sicurezza? Aumento della disoccupazione, crescita del tempo-lavoro (e peggioramento della qualità dello stesso), disagio generalizzato. Ed è tutto questo che rende deboli, ma non ancora sconfitti, quei governi che hanno venduto sogni impossibili.  Tra questi l’esecutivo  Berlusconi,  che di suo,  per le
note vicende, aggiunge, peraltro,  difficoltà a difficoltà. Chi negli anni passati, convinto che non avesse senso parlare di pensiero unico, si è battuto contro la distruzione della scuola pubblica, ha, oggi, se si vogliono sconfiggere la Gelmini e Tremonti,  il diritto-dovere di invitare tutti a ragionare su un’altra idea di sapere e, nel contempo, di individuare le migliori forme di mobilitazione per difendere il diritto al lavoro.
A Catania, come ha dimostrato l’assemblea del 26 ottobre, siamo sulla strada giusta: è iniziata la costruzione di un fronte unitario fra i lavoratori della scuola e dell’università in difesa del sapere. Pochi giorni dopo, a Napoli, la mobilitazione meridionale per il diritto alla scuola e al lavoro ha ricordato a tutti che, nonostante le difficoltà, il movimento complessivamente non arretra, mentre la protesta, nelle scuole e nelle facoltà, assume volti e modalità diverse. A fare da comune denominatore per ora è sufficiente il rifiuto dei provvedimenti Gelmini, non perché si tema il nuovo, ma perché non si accetta l’idea di scuola e di cultura che si cerca di fare passare per decreto. Non abbiamo mollato quando Berlusconi sembrava capeggiare una granitica maggioranza, non ci dobbiamo fermare ora. La questione della difesa del sapere deve diventare una questione nazionale. Per questo chiediamo con forza che venga indetto unitariamente da tutte le Organizzazioni Sindacali disponibili un grande sciopero generale dell’istruzione. Nel frattempo, bisogna ampliare  il fronte del rifiuto ai tagli,  dimostrando che senza investimenti  scuola e  ricerca possono
solo fare passi indietro, un arretramento che pagherà l’intero Paese. Alcune proposte sono già state individuate, si tratta di realizzarle. In particolare:
a) Mantenere il collegamento fra tutte le scuole della provincia di Catania per “mettere in rete” e far conoscere le diverse  modalità di  protesta  finora attivate,  ma anche i problemi  attraversati da ogni
singolo Istituto;
b) Costituire il Comitato per la sicurezza nelle scuole, per ottenere il rispetto della normativa vigente, garantendo sicurezza, migliore qualità del lavoro didattico e nuovi posti di lavoro;
c) Realizzare, entro il mese di Gennaio 2010, un Libro Bianco su: Università, Enti di Ricerca e Scuola a Catania, perché nessuno possa dire “non lo sapevo”;
d) Organizzare un convegno, che veda protagonisti attivi tutti coloro che, in base alla loro esperienza lavorativa, ‘hanno titolo’ per ridiscutere lo statuto epistemologico necessario alla rifondazione del sapere in tutti i ‘segmenti’ dell’istruzione e per ragionare, come diceva una bella espressione del passato, sulla “ricerca del principio educativo”.
Perché noi la scuola e l’università le vogliamo cambiare.
 
Nino De Cristofaro





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